A dicembre, in occasione della
presentazione del documentario e dell'edizione italiana del libro sulla vita di
Nestor Baguer, lo storico cubano Froilán González ha visitato diverse città
italiane. Abbiamo colto l'occasione per rivolgergli alcune domande.
Chi era Néstor Baguer, e perché l'interesse
alla sua vicenda?
Néstor Baguer è stato un importante giornalista e scrittore cubano di origine
basca, un difensore della lingua spagnola, molto attivo alla radio e nei
principali giornali di Cuba. Era rispettato e temuto per le sue critiche a chi
si esprimeva scorrettamente in spagnolo. Fu membro dell'Accademia della Lingua
Spagnola a Cuba e corrispondente della Reale Accademia della Lingua a Madrid.
Apparteneva a una delle famiglie più danarose di Cuba, padrona di fattorie e
terreni a Pinar del Río e Matanzas e di quasi 100 edifici a La Habana. Si era
laureato negli Stati uniti.
Nel 1959 aderì al processo rivoluzionario, e presto fu reclutato dalla CIA
all'interno della quale lavorò per oltre 40 anni, senza che mai lo sospettassero
come agente Octavio.
Fu anche reclutato da Robert Ménard, segretario
generale di Giornalisti senza frontiere (Rsf), struttura associata alla CIA
e con sede a Parigi, dalla quale ha ricevuto enormi fondi per operare contro la
Rivoluzione cubana nelle campagne di disinformazione. Baguer era una sorta di
coordinatore dei "giornalisti indipendenti", al servizio degli Stati uniti, con
grande notorietà all'estero, in particolare in Spagna, Francia e Italia. Era uno
dei più famosi "dissidenti", con perfino un documento per entrare giorno e notte
nell'Ufficio di Interesse degli Stati uniti (Sina) a La Habana. La scoperta
della sua reale identità provocò terremoto, specialmente negli Usa e in Spagna,
poiché Baguer fungeva da traduttore per gli emissari CIA a Cuba in incontri con
mercenari e annessionisti.
Il libro nacque perchè un amico spagnolo voleva far conoscere persone di origine
basca che avevano contribuito alla realtà dell'America Latina e si trovava ad
uno stadio iniziale quando Néstor Baguer, malato e in ospedale, morì a 83 anni.
Una delle sue figlie ne trovò le memorie e ce ne consegnò una copia, permettendo
così la pubblicazione di "Secretos desde el Malecón Habanero, (in italiano "Nestor
Baguer: un giornalista scomodo all'Avana", ed Achab), da cui è nato un
documentario, selezionato fra i 56 al Festival Internacional del Nuevo Cine
Latinoamericano de La Habana e al Festival di Chiavari (GE): una coproduzione italo-cubana-spagnola, al cui finanziamento hanno contribuito i Defensores del
idioma español di Madrid e il Circolo Granma della Liguria.
Perché è stata rivelata l'identità dell'agente "Octavio"?
In un determinato momento le attività della Sina sono state più aggressive e
provocatorie, con un'intensa campagna di stampa, particolarmente in Francia,
Spagna ed Italia, volta a creare il massimo distacco fra questi tre paesi e
Cuba. La propaganda calunniosa montata dalla CIA parlava di una forte
repressione contro i cosiddetti "dissidenti". Fu allora che il governo cubano
decise di rivelare la vera identità di molti di loro, in realtà agenti
dell'Intelligence cubana. Fra quei 12 o 13 c'era anche Néstor Baguer.
Non so fino a che punto gli europei si rendono conto di essere stati vittima di
una manovra degli USA intesa a dividere il più possibile l'Europa da Cuba, per
tenersi il massimo campo libero se "cade" la Rivoluzione. È un peccato che
alcuni governi europei siano piombati in questa trappola, danneggiando
gravemente le proprie relazioni con Cuba. Il libro e il documentario fanno
vedere che tipo di gente è al servizio del governo statunitense. Alcuni di loro,
nel momento dell'invasione in Iraq, hanno lanciato lo slogan "Oggi a Bagdad,
domani a La Habana".
Cosa collega
l'attività di Baguer a quella dei cinque cubani incarcerati negli Stati uniti?
Sono situazioni diverse. Baguer era infiltrato nella CIA, in RSF, fra i
mercenari e i cosiddetti "dissidenti", che sono la stessa cosa, per scoprire i
piani aggressivi
e provocatori contro Cuba, soprattutto quelli del Sina e dei
suoi complici europei.
I
cinque Eroi cubani erano a Miami, per scoprire le azioni pianificate e
intraprese dai gruppi terroristi a partire da quella città, così da evitare
crimini orrendi come quelli contro un aereo della Cubana de Aviación, caduto
con tutti i passeggeri, o la bomba fatta esplodere nell'Hotel dove ha perso la
vita l'italiano Fabio Di Celmo.
Perché Cuba ha
dovuto intraprendere questa attività?
Da oltre 45 anni subisce un Blocco da parte del governo Usa; c'è stata
l'invasione di Playa Girón (1961), il rischio atomico, noto come Crisi di
ottobre (1962), numerosi attentati terroristici, e c'è una minaccia continua,
cui si aggiunge un'opera di diffamazione.
Per difendere il proprio popolo Cuba non può affrontare militarmente gli Stati
uniti, non solo per la loro potenza, ma perché hanno una base militare
illegale nel nostro territorio, a Guantánamo, che è un campo di concentramento
dove sono violati i più elementari diritti umani.
In questa lotta il popolo cubano utilizza forme diverse, come resistere e
svilupparsi, prepararsi militarmente per impedire aggressioni o invasioni
mediante la guerra di tutto il popolo, e utilizzare l'intelligence per
proteggersi e scoprire i piani Usa contro la Rivoluzione.
Vuole aggiungere
qualcosa per i lettori del Moncada?
Voglio ringraziare tutti gli amici del popolo cubano. Questa amicizia ci
incoraggia a continuare a difendere la nostra indipendenza, libertà e
sovranità. Penso che il nostro popolo debba molto alla solidarietà che riceve
da ogni parte, e colgo l'occasione per felicitarmi con gli amici italiani e in
special modo coi lettori e i redattori del Moncada.
Il vostro giornale è uno strumento importante per far conoscere la verità e
far sì che nessuno possa dividere i popoli di Cuba e dell'Italia, cosa che
sarebbe davvero grave per la cultura cubana e per la cultura italiana; per
questo è tanto importante la vostra amicizia, e il Moncada contribuisce in
maniera speciale a tale opera.
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