L'interminabile mascherata che circonda la causa
di Luis Posada Carriles ha conosciuto, lo scorso mercoledì, un episodio in più
quando, in
Texas, altri due complici
del terrorista, assassino e torturatore, si sono dichiarati colpevoli per le
accuse di ostruzione alla giustizia in relazione con la sua entrata illegale
in territorio nordamericano.
Il terroristi Rubén López Castro e José Pujol hanno riconosciuto la loro
colpevolezza davanti alla giudice,
Kathleen Cardone, del
Distretto di El Paso.
Luis Posada Carriles è entrato in territorio statunitense a bordo del barca
Santrina —
proprietà di Álvarez e registrato da una corporazione "ecologica" di facciata
maneggiata da Ernesto Abreu — alla fine di marzo del 2005.
In quella stessa imbarcazione viaggiavano oltre al "promotore" e terrorista di
Miami Santiago Álvarez e del "capitano" ed operativo della CIA José Hilario "Pepín"
Pujol, Rubén López Castro, Oswaldo Mitat e Gilberto Abascal.
Alcuni mesi fa, "Pepín" Pujol ha riconosciuto davanti a giornalisti di essere
stato addestrato dalla CIA e ha inoltre confessato "avere realizzato molte
incursioni" in territorio cubano, auto qualificandosi come "esperto"
nell'infiltrarsi a Cuba dal mare.
Rubén López Castro, di 67 anni, è il padrone della casa dove é stato nascosto,
per almeno sei settimane, a
Miami Posada e dove fu fermato il 17 maggio. Collaboratore della CIA
partecipò, il 4 ottobre 1973, ad un attacco terroristico che provocò la morte
del pescatore cubano Luis Torna Mirabal.
Gli altri tre accusati nel caso, Abreu, Mitat e Álvarez si sono già dichiarati
colpevoli.
Posada Carriles é stato accusato di avere mentito alle autorità migratorie
dicendo di essere entrato negli USA dalla frontiera del Texas col Messico.
Alcuni mesi fa, la stessa giudice, Cardone,
ha scartato i capi d'accusa di Posada per frode migratoria, per la brutta
qualità della traduzione di un interrogatorio di
Posada. Si sapeva, già da allora, che il vecchio agente della CIA si esprimeva
in inglese e non aveva bisogno di interprete.
Posada si trova libero a Miami, vive in un posto che i suoi protettori della
mafia mantengono segreto, e mantiene i contatti con la sua rete terroristica.
Due anni e tre mesi dopo la sua entrata negli Stati Uniti, l'agente della CIA
che ha ordinato la distruzione in pieno volo di un aeroplano cubano con 73
persone a bordo, non é stato ancora riconosciuto come terrorista dal
Dipartimento di Giustizia di George W. Bush, che neppure risponde ai ripetuti
appelli di estradizione del Governo del Venezuela.
Nel frattempo, un Sottocomitato del Senato,
presieduto dal rappresentante Bill Delahunt, pretende scoprire per quale
motivo il vecchio collaboratore dell'Agenzia Centrale di Intelligence che fu
torturatore in Venezuela e trafficante di armi in America Centrale, oltre ad
essere terrorista, é beneficiato da tali privilegi.