2aprile 2007 -  www.prensalatina.cu

 

 

Dal ricettario per la

 

transizione in Cuba

 

 

 

Il termine “transizione per Cuba” dal punto di vista nordamericano ha la sua storia. Si impiegò per la prima volta in un documento ufficiale nel 1992 dentro la Legge Torricelli, che raccoglie la formulazione del concetto “transizione democratica”, riporta AIN.

Alla fine del mandato di Bush padre parlarono di “transizione pacifica”, così è stato durante il governo di Clinton ed al principio di Bush figlio ma dopo si è soppresso il termine “pacifica” e parlano di “transizione rapida”, che non è altro che la democratizzazione con la forza, come in Iraq.

La seconda relazione della Commissione di Aiuto per una Cuba libera, approvato a metà del 2006 tratta di trovare i punti supposti nevralgici del processo cubano per colpire mediante una valanga di denaro e pressioni, con l’intento di aumentare il blocco economico. Costituiscono le linee maestre del programma della transizione la consegna di 80 milioni di dollari ai mercenari interni, l'introduzione di propaganda sovversiva sull'isola, l’accrescimento della persecuzione delle esportazioni cubane, la proibizione dell'invio di merci a Cuba attraverso i paesi terzi e l’aumento delle sanzioni economiche esistenti.

In principio, il IV capitolo del Piano Bush per Cuba espone le misure che un governo di transizione adotterebbe per stabilire le istituzioni essenziali di un'economia di mercato sull'isola. La condizione previa per raggiungere tale proposito passa per il processo di devoluzione delle proprietà, presentata come pezzo chiave per iniziare il recupero economico, poiché, come programmano dagli strateghi a Washington e dai loro soci di Miami, gli investitori potenziali non vorranno invischiarsi a Cuba mentre i temi dei diritti di proprietà e la devoluzione rimangano senza essere risolti.

Si prevede concludere in meno di un anno gli espropri delle terre e gli sfratti di chi occupano le case, e solo in seguito costituiranno il Comitato del Governo degli Stati Uniti per la ricostruzione economica (U.S. Government Standing Committe for Ecomic Reconstruction) che avrà in suo potere l'imposizione delle ricette neoliberali di cui già conosciamo le nefaste conseguenze per i paesi latinoamericani ed altre regioni del mondo.

Il citato Comitato annunciato dalla Casa Bianca avrebbe, tra gli altri compiti, quello di stabilire una nuova politica fiscale e monetaria, la liberazione del controllo dei prezzi -compresi quelli energetici -, l'eliminazione delle cooperative, la privatizzazione di tutta l'economia e la consegna del paese alle istituzioni finanziarie internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la Banca Interamericana di Sviluppo.

Con questo schema porterebbero a termine la chiamata transizione al modello di libero mercato, benché riconoscano in altri paesi, in chiara allusione alle esperienze della transizione al capitalismo nelle nazioni ex socialiste europee, che questo è stato “lento, doloroso e politicamente sensibile”. Il modello neoliberale esposto contempla la revisione radicale del presupposto nazionale, cosa che implica che bisognerà procedere alla riduzione della spesa sociale in detrimento dei programmi per la popolazione cubana, come si eseguono oggi.

Secondo il II capitolo di detto Piano per la transizione, i servizi di salute ed educazione saranno privatizzati e smetteranno di essere universali e gratuiti. Nel caso della salute contemplano la possibilità di che alcune imprese private ed istituzioni di carità aiutino a suffragare parte delle spese delle persone che non possano pagarli. In quanto all’educazione, provvederanno alla riapertura dalle scuole elitarie, estenderanno l'insegnamento privato e stabiliranno la riscossione dell'educazione pubblica.

In questo stesso capitolo annunciano l'eliminazione del Sistema di previdenza sociale, poiché “l'economia cubana ed il presupposto del governo dopo la transizione non saranno capaci di sostenere il livello immeritato e le rilassate richieste di eleggibilità che permetteva il Sistema Comunista”.

Così, questa è una parte di quello che gli Stati Uniti osano decidere per Cuba a nome della transizione. Ricordate che il Piano di Bush per Cuba ha un annesso segreto che non si sono ancora decisi a rivelare.
 

Ig/Norelys Morales Aguilera-preso da InSurGente