Il presidente Chávez ha condannato le
critiche che il Senato statunitense e il Parlamento Europeo hanno rivolto al
governo venezuelano per la decisione di non rinnovare la concessione
all’emittente televisiva commerciale RCTV.
Al Parlamento Europeo la risoluzione di condanna è stata presentata dal Partito
popolare, ma contrariamente alle aspettative, il Partito socialista europeo non
ha appoggiato il documento.
Il presidente venezuelano ha definito la risoluzione “un’azione dell’estrema
destra europea, alleata con la destra venezuelana e sostenuta dalla destra
statunitense.”
RCTV si trasferirà sul cavo e sul satellite. L’emittente, che appoggiò
apertamente il colpo di stato dell'11 d'aprile 2002, fa finta di non sapere che
l'etere è pubblico e che esiste una responsabilità sociale dei media, inondare
il mercato televisivo di sesso e violenza non equivale esattamente alla "libertà
d'espressione".
Si deve poi ricordare che, nell’ultima campagna elettorale venezuelana quella
del dicembre 2006, gli Osservatori Internazionali verificarono che i quattro
quinti dei servizi televisivi, radiofonici e degli articoli di giornale, erano
favorevoli all'opposizione. Nonostante questo, istituzioni internazionali
prestigiose (prestigiose forse perché statunitensi) come “Freedom House”,
definiscono il Venezuela come un paese “non libero” dal punto di vista della
libertà di stampa e lo collocano al 161° posto, dopo l’Afghanistan, dove è noto
che i giornalisti siano in condizione di realizzare il loro lavoro in completa
sicurezza e senza pressioni di sorta.
Anche la stampa italiana si è espressa sulla questione dell’emittente RCTV e lì
dove non si mente spudoratamente, si omette: La
Repubblica, ad esempio, riporta un sondaggio dell'istituto Datanalisis
secondo il quale il 70% dei venezuelani disapprova l'oscuramento di RCTV. Si
omette di dire che il sondaggio è stato commissionato dalla stessa RCTV.
Il sostegno poi dato dall’emittente al Colpo di
Stato del 2002 non è un’ipotesi, basterebbe verificare le registrazioni di
quelle giornate. Ma il sostegno ad un atto illegale come un colpo di stato e
che, soprattutto in America Latina, porta alla memoria terribili esperienze,
questo sostegno, dicevamo vogliono farcelo passare per libertà di stampa.
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