| Caracas 4 maggio 2007 | www.granma.cubaweb.cu|

Il Presidente Chávez respinge le dichiarazioni

 

di un alto funzionario di Washington

 

 

 


Il presidente venezuelano, Hugo Chávez Freias, ha considerato come una minaccia contro il Venezuela le dichiarazioni emesse dal sottosegretario di Stato, John Negroponte, nelle quali si critica le politiche economiche perseguite dal governo venezuelano.

"Non abbiamo paura delle minacce dell'impero nordamericano" ha affermato il mandatario nella cerimonia di consegna del finanziamento ad un gruppo di imprese produttive in occasione della programma Fabbrica Dentro, che si é svolta nella Zona Industriale L'Isabelica di Valencia, nello stato Carabobo, a 158 chilometri a ovest della capitale.

Ha segnalato che quando ha annunciato la decisione sul ritiro del suo paese dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale Negroponte ha "minacciato il Venezuela, perché era una minaccia quando disse che i venezuelani soffriranno le conseguenze delle decisioni del suo Presidente".

Respinse anche la nota di protesta inviata dalla sede diplomatica statunitense per un programma della televisione venezuelana che veniva accusato di minacciare l'ambasciatore degli Stati Uniti in Venezuela.

Chávez ha assicurato che "è completamente falso" ed é tornato a ripetere che gli USA stanno creando un fumogeno per coprire il fatto terribile della liberazione del terrorista Luis Posada Carriles la cui estradizione é sollecitata dalle autorità della nazione sud-americana.

 

 

| Caracas 3 maggio 2007 | www.granma.cu (PL) |

Chavez:

 

gli USA vogliono occultare la

 

protezione a Posada Carriles

 

 

 


Il presidente venezuelano, Hugo Chávez, ha accusato il governo nordamericano di lanciare un fumogeno per tentare di coprire la sua responsabilità nella protezione del terrorista internazionale Luís Posada Carriles.

La denuncia del presidente ha avuto oggetto il rifiuto di una nota di protesta inviata a Caracas dal dipartimento di Stato USA su una presunta violazione della Convenzione di Vienna sulla sicurezza e dignità dei diplomatici nel paese sud-americano.

Chavez ha detto che si tratta di un fumogeno dopo che si posto in libertà il terrorista più grande e più assassino dell'America Latina, Posada Carriles.

In un discorso, nella città di Valencia, il governante ha respinto ciò che considera minacce delle autorità statunitensi per l'annunciata decisione del Venezuela di ritirarsi dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale.

Da parte sua, in un comunicato, la cancelleria venezuelana ha dichiarato che Washington tenta di deviare l'attenzione dell'opinione pubblica dalla protezione che offre a Posada.

La parte statunitense, sulla base di commenti realizzati in un programma televisivo, sostiene che le autorità venezuelane hanno diffuso informazioni confidenziali che attentano alla sicurezza di funzionari di Washington.

La risposta venezuelana respinge "questa protesta sorprendente", che considera una "nuova temeraria aggressione  contro il Venezuela".

Spiega che l'azione nordamericana utilizza come pretesto quanto trasmesso in un programma d'opinione che fa uso della libertà di espressione, caratteristica di una piena democrazia.

L'atteggiamento di Washington "sembra rispondere ad un tentativo di deviare l'attenzione sulla protezione che il Governo degli Stati Uniti offre al terrorista Luís Posada Carriles".

Sottolinea, inoltre, che questa condotta è contraria agli obblighi internazionali degli Stati Uniti, paese che manifesta una chiara doppio morale nella lotta contro il terrorismo.

La cancelleria denuncia che in quel paese si vilipendia il presidente venezuelano, Hugo Chávez, e si "é apertamente istigato, in diversi programmi radiotelevisivi,al suo assassinio", senza nessuna azione del governo nordamericano.

Il comunicato ricorda il caso di due cittadini venezuelani accusati della collocazione di bombe in missioni diplomatiche straniere in Venezuela che trovano rifugio negli Stati Uniti.

Aggiunge che Washington, come nel caso Carriles, ha manipolato settori del potere giudiziale per non adempiere all'obbligo di estradare questi individui, "creando così un precedente di rifugio e tolleranza a condotte di questa natura."