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21 novembre 2007 | MISNA |
PREMIO NOBEL PER LA PACE PÉREZ ESQUIVEL:
"CI VUOLE PIÙ DI UN RE..."
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“Ci vuole più di un re per mettere a tacere Chávez...Forse non è stato opportuno, ma Chávez aveva ragione...”: così il Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel è intervenuto sull’incidente occorso al recente vertice Ibero-americano di Santiago del Cile tra il presidente venezuelano Hugo Chávez e il sovrano di Spagna Juan Carlos; dopo aver definito “fascista” l’ex-presidente spagnolo José María Aznar per il sostegno al golpe dell’11 aprile 2002 contro di lui, Chávez era stato apostrofato dal monarca con un secco “Porqué no te callas!" (“Perché non te ne stai zitto!”).
“Aznar, un politico democratico, appoggiò i golpisti e sostenne un colpo di stato” ha detto Pérez Equivel al quotidiano iberico ‘Adn’, dalla Spagna, dove si trova in visita per un ciclo di conferenze e la presentazione del suo nuovo libro intitolato “Cultivemos la paz” (“Coltiviamo la pace”). “Poi – ha aggiunto – ci sono la Repsol, l’Iberia, la Telefonica, eccetera... Le imprese spagnole non stanno giocando pulito, capisco che vogliano guadagnare denaro, ma devono anche rispettare i popoli e contribuire al loro sviluppo economico”.
La Spagna, secondo lo scultore, architetto e pacifista argentino, “deve cambiare la sua politica in America Latina perché stiamo recuperando la nostra identità. Deve capire la vita dei nostri popoli, deve comprendere che siamo quelli che siamo e non come ci vuole l’Europa”.
Riguardo a Chávez, Pérez Esquivel ha voluto sottolineare che “occorre riconoscere il bene che ha fatto per il suo popolo e l’America Latina” suggerendo una visita nei sobborghi di Caracas: “Vedrete che hanno luce e acqua. Un altro dato: l’UNESCO ha dichiarato a gennaio il Venezuela libero dall’analfabetismo”.
Anche riguardo alla revoca della licenza a trasmettere alla ‘Rctv’ – emittente nota per programmi politici antigovernativi e film a luci rosse - che tanto scalpore ha suscitato nei settori conservatori venezuelani e non solo, Pérez Esquivel ha detto: “Chávez non l’ha censurata, semplicemente non ha rinnovato la licenza. E lo ha fatto perché questa emittente ha appoggiato un golpe contro un governo democratico. È un diritto di ogni governo”.
Un giudizio più che positivo il Premio Nobel l’ha espresso anche per altri governi latinoamericani arbitrariamente messi sotto accusa e fortemente ostacolati dalle oligarchie conservatrici, quello di Evo Morales in Bolivia e di Daniel Ortega in Nicaragua: “In Bolivia – ha detto - Morales ha rimesso in piedi un paese devastato da 30 anni, dove i gasdotti passavano di fronte alle case ma nessuno aveva il gas. Oggi ce l’hanno, vivono con dignità”.
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