6
giugno '08 - www.prensa-latina.it
Comunicato sulla decisione della
Corte
di Appello di Atlanta
Nella giornata di ieri, 4 giugno, la Corte di
Appello dell'Undicesimo Circuito di Atlanta ha fatto conoscere il suo
verdetto sul ricorso in appello presentato dalla
difesa dei Cinque cubani.
In un scritto di 99 pagine, e per decisione unanime, i tre giudici riaffermarono
le accuse di colpevolezza contro i Cinque Patrioti Cubani ed annullarono le
sentenze di tre di loro, che dovranno essere giudicati nuovamente. Hanno
confermato le sentenze di René Gonzalez: 15 anni di prigione e Gerardo Hernandez:
due ergastoli più 15 anni.
Su Gerardo, la decisione del pannello non fu unanime, ma 2-1. La giudice
Kravitch ha affermato in 16 pagine che il governo non presentò le prove
sufficienti per accusare Gerardo di cospirazione per commettere assassinio.
I casi di Ramon Labañino: ergastolo più 18 anni, Fernando González: 19 anni, ed
Antonio Guerrero: ergastolo più 10 anni, furono inviati nuovamente alla giudice
Joan Lenard del Tribunale della Florida, perché proceda con delle nuove
sentenze.
La Lenard dovrà convocare un'udienza per emettere le nuove sentenze. Questa è la
stessa giudice che impose le gravi ed ingiuste condanne ai Cinque nel 2001.
La corte di Atlana si pronunciò affermando che gli argomenti della difesa non
avevano forza. Ci stupiscono i termini politici usati nella sentenza della
Corte, lontani dalle istanze legali e favorendo il governo.
La sentenza dei giudici lascia aperte varie contraddizioni tra le opinioni di
due di loro ed il parere redatto e firmato dal giudice Pryor. Un giudice
ultraconservatore che ottenne la sua nomina grazie all'attuale candidato
repubblicano McCain, nonostante l'opposizione del Senato.
Gli avvocati della difesa: Weinglass, MacKenna, Horowitz, affermarono che
continueranno la battaglia legale iniziata nel dicembre del 2001, quando furono
ingiustamente condannati. Ci sono ancora, legalmente, delle strade da seguire.
Al di sopra degli stratagemmi legali del governo degli USA per dilatare
l'ingiusta prigione dei nostri Cinque Fratelli, non sorprende la decisione della
sentenza, al contrario, ci riafferma molto di più la necessità di continuare
lottando senza riposo per denunciare questa colossale ingiustizia.
Un'altra volta si mette a nudo il cinismo del governo nordamericano, che nella
stessa giornata di ieri, in un'altra città degli USA, continuò la sua farsa per
proteggere il criminale Luis Posada
Carriles, che gode di totale libertà, invece di qualificarlo come terrorista
per i suoi crimini contro l'umanità ed estradarlo in Venezuela, il cui governo
lo reclama da 3 anni per essere latitante da questo paese.
Gerardo, non si è sorpreso della decisione: questo è lo stesso sistema di
giustizia che ha imprigionato da più di 20 anni Mumia, Leonard Peltier, ed i
prigionieri politici portoricani”, ci ha detto questa mattina. “Sconteremo gli
anni che siano necessari, 30, 40, quelli che saranno, finché rimane almeno uno
di voi resistendo, anche noi continueremo a resistere, fino a che si faccia
giustizia”.
Gerardo ci chiede che trasmettiamo a tutti la sua fiducia: “a tutti quelli che
chiedano, ditegli che sto bene, con molta forza e sempre avanti”.
Insieme a tutti i nostri amici, comitati e fratelli del mondo richiamiamo a
raddoppiare l’appello per loro, mobilitandoci a partire da domani 6 giugno, in
tutte le maniere possibili, come lo faranno negli USA, Europa ed America Latina,
di fronte alle sedi del governo terrorista degli USA, che mantiene in prigione i
nostri Cinque Fratelli.
SOLO LA SOLIDARIETÀ, LA DENUNCIA COSTANTE E LA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE
OTTERRANNO LA LIBERTÀ DEI CINQUE
Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque
5
giugno '08 - www.radiocittaperta.it
Comunicato dei
giuristi democratici sulla
nuova sentenza
relativa ai Cinque
La
sentenza pubblicata ieri, mercoledì 4 giugno 2008,
dalla Corte d’appello dell’Undicesimo circuito di Atlanta, sul caso dei cinque
agenti cubani arrestati dieci anni fa, costituisce una pagina invero triste
della storia giudiziaria e della civiltà giuridica degli Stati Uniti d’America.
Infatti i giudici hanno sostanzialmente confermato la validità delle condanne
pronunciate sette anni fa dalla Corte d’assise di Miami e in particolare quella
di “cospirazione per commettere omicidio” nei confronti di Geraldo Hernandez e
quelle di “cospirazione per commettere spionaggio” nei confronti degli altri
quattro imputati.
I giuristi democratici riaffermano che tali condanne sono prive di ogni
fondamento giuridico per la mancanza palese degli elementi previsti dalle
fattispecie di reato e per quella del nesso di causalità fra le condotte degli
imputati e gli eventi. Un solo evento si è in effetti verificato, quanto
all’accusa di cospirazione per commettere omicidio, ed è stato l’abbattimento
di due aerei dell’organizzazione “Hermanos para el rescate”, che sorvolavano il
territorio cubano per l’ennesima volta, dopo ripetuti avvertimenti delle
autorità cubane e l’emissione di un avviso da parte dell’amministrazione
statunitense dell’Aviazione che invitava a non effettuare tali voli. Ma si
tratta di un atto di Stato, suscettibile semmai di reclamo nelle sedi
internazionali e che costituisce legittimo esercizio della sovranità
territoriale e del diritto alla difesa del territorio nazionale da parte dello
Stato cubano. Riaffermiamo altresì l’assoluta insussistenza del reato di
cospirazione per commettere spionaggio, dato che i Cinque non sono stati trovati
in possesso di alcuna documentazione riservata avente in alcun modo riferimento
alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
I Cinque sono stati quindi condannati perché intendevano attuare la prevenzione
delle attività terroristiche programmate, organizzate ed eseguite contro Cuba a
partire dal territorio degli Stati Uniti. Si tratta di un processo politico che
ha compiuto una profonda e grave distorsione dello strumento giuridico, al solo
fine di ribadire la storica avversione dei governi statunitensi nei confronti
dell’esperienza cubana e dell’autodeterminazione del popolo cubano, che tali
governi hanno sempre inteso soffocare con ogni mezzo lecito ed illecito.
Pur di fronte a tale scandalosa sentenza vogliamo quindi riaffermare a nostra
volta l’auspicio che sia data una soluzione politica al caso, con l’immediata
restituzione della libertà ai Cinque e l’avvio di una nuova fase delle relazioni
fra Cuba e Stati Uniti, che siano finalmente basate sul
principio del reciproco rispetto e di una pacifica ed ordinata convivenza fra
gli Stati, in conformità ai principi enunciati dalla Carta delle Nazioni Unite.
Roma, 5 giugno 2008
Associazione italiana dei
giuristi democratici
5
giugno '08 - G.Villini www.radiocittaperta.it
Corte di Atlanta conferma sentenza
tombale contro i 5 agenti cubani
Una
Corte federale d'appello ha nuovamente confermato le
condanne dei cinque agenti dell'intelligence cubana accusati di spionaggio
negli Stati Uniti ma ha annullato la sentenza per tre di loro tra cui c'erano
due ergastoli.
Un collegio di tre giudici dell'undicesima Corte d'Appello di Atlanta, ha
rimandato questi casi a un giudice federale di Miami per una nuova sentenza
basata su ulteriori elementi emersi in giudizio mercoledì che riportano come i
cinque non avessero raccolto informazioni "top secret". È la terza volta che il
caso viene discusso in un'aula di tribunale.
La seduta plenaria dell'undicesimo distretto della corte aveva già confermato le
condanne dei "Cinque Cubani" nell'agosto
2006. Aveva respinto la richiesta che il loro processo federale fosse
spostato a Miami per via della diffusa opposizione al governo comunista cubano
tra gli statunitensi-cubani della città.
Nella sentenza d'appello, emessa mercoledì, i cinque hanno contestato il rifiuto
del giudice di togliere le prove delle ricerche condotte sotto il Foreign
Intelligence Surveillance Act, immunità sovrana, procedure d'indagine, selezione
dei giurati e mancanza di prove per giustificare le loro condanne.
William H. Pryor , giudice della corte dell'undicesimo distretto di Atlanta ha
scritto:"Riteniamo che le ragioni per la soppressione di prove, immunità
sovrana, procedure d'indagine, selezione dei giurati e il processo siano prive
di fondamento, e che ci siano prove sufficienti per motivare ogni condanna"
L'ultima decisione include la condanna all'ergastolo per Gerardo Hernandez,
condannato per concorso in omicidio per la morte di quattro piloti a Miami
abbattuti dai jet cubani nel 1996. Due giudici sono stati favorevoli e uno
contrario nel confermare l'ergastolo per Hernandez.
I quattro piloti uccisi comandavano aerei appartenenti all' organizzazione
Brothers to the Rescue, che lanciavano sull'isola volantini di propaganda
democratica.
Hernandez e gli altri, Ruben Campa, noto come Fernando Gonzalez, Rene Gonzalez,
Luis Medina, ovvero Ramon Labanino e Antonio Guerrero erano membri del gruppo
Wasp Network dei servizi segreti cubani.
Il collegio dei giudici ha annullato gli ergastoli inflitti a Medina e Guerrero.
Inoltre, ha annullato la condanna di Campa a 19 anni accogliendo quindi le
contestazioni degli imputati che denunciavano l'iniquità delle loro condanne dal
momento che essi non avevano né raccolto, né trasmesso informazioni "top
secret".
I giudici hanno accolto le richieste di Campa nel valutare la sua condanna
troppo aspra visto che egli non ricopre un ruolo dirigenziale nel network.
I cinque hanno riconosciuto di essere agenti cubani, ma hanno dichiarato che non
stavano svolgendo attività di spionaggio a danni degli Stati Uniti.
Hanno aggiunto che controllavano i gruppi di
esiliati che si sono stabiliti negli USA e che organizzano azioni terroristiche
contro il governo di Castro.
Dopo un processo durato sei mesi, essi sono stati condannati nel 2001 per aver
agito sul suolo statunitense come agenti dei servizi segreti di Cuba non
registrati e per complotto di spionaggio per aver tentato di infiltrarsi nelle
basi militari degli Stati Uniti.
Un collegio di tre giudici dell'undicesimo distretto di Atlanta ha revocato le
condanne emesse nel 2005,
suggerendo un cambiamento di sede.
Questa sentenza, però è stata poi annullata.
Gloria La Riva, coordinatrice del Comitato Nazionale per la liberazione dei
cinque cubani ha denunciato la decisione di confermare le condanne con
la seguente dichiarazione "è uno schiaffo in piena faccia alla verità. I cinque
non si sono macchiati di nessun crimine. Stavano tentando di salvare vite umane
bloccando il terrorismo. Non sono mai stati in possesso di armi. Non hanno mai
fatto del male al popolo statunitense."
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