7 giugno '08 -  www.granma.cubaweb.cu

 

IL MESSAGGIO DI RENE' GONZALEZ SEHWERERT
 

 

A tutti quelli che ci vogliono bene:

 

 

Di nuovo si scarica su di noi e sui nostri cari la bassezza di coloro che pretendono, utilizzando questo caso, soddisfare i loro istinti di vendetta contro la nostra Patria.

 

Quando si tratta di santificare il terrorismo e i crimini contro il popolo di Cuba,  giudici, pubblici ministeri e ufficiali dell’ordine non incontrano limiti per mentire, mal interpretare, confabulare e ridersi delle leggi che dicono di rappresentare. Poche volte si pone così in luce la finzione dei tre poteri dello Stato, come quando si convoca la difesa a oltranza dei loro meschini interessi comuni, e per questi sacrificano la propria dignità.

 

Questo è il modello di giustizia che pretendono imporre con il pretesto di riscattarci per la libertà e la democrazia. 

 

Povera Cuba se una simile corte di malviventi un giorno recupera le redini, si auto nomina agente dell’ordine o fa suo il ministero pubblico!

 

Ai nostri familiari, il cui amore ci sostiene e il cui ricordo alimenta i nostri spiriti, le cui parole ci incoraggiano, la cui sofferenza ci lacera ma ci impegna: giungano le nostre espressioni di ottimismo, la sicurezza che resisteremo e i nostri sentimenti d’infinto amore.

 

Ai nostri amici di tutto il mondo che ci riempiono di speranza, che ci illuminano con il loro affetto e che offrono più calore di quello che è possibile corrispondere: vada il nostro più profondo sentimento di gratitudine e ammirazione.

 

Al nostro eroico e nobile popolo della cui storia siamo depositari, la cui valentia di resistenza ci incita e la cui integrità fisica e felicità abbiamo difeso: vada l’avvertenza del Che, reiterata dalle viscere del mostro:

 

“Non si può concedere la minima fiducia all’imperialismo, nemmeno un pochino così”!

 

Serrare le fila  e difendere la Rivoluzione è la sola risposta degna a questa canagliata. Contate si di noi

 

Hasta la Victoria Sempre”.

 

 

6 giugno '08 -  www.prensa-latina.it

IL MESSAGGIO DI GERARDO
 

Resisteremo sino a che

si farà giustizia

 

 

Il compagno Gerardo Hernández, venuto a conoscenza della decisione della Corte d’Appello d’Atlanta, che ha ratificato la sentenza di due ergastoli più 15 anni, ha telefonato a Alicia Jrapko.

 

Questo è il messaggio riferito dall’attivista:

 

"Mi ha appena telefonato Gerardo, che conosce già la decisone della Corte. Mi ha detto di non essere sorpreso perchè questo è il sistema di giustizia che mantiene recluso da 20 anni Mumia, Leonard Peltier e i prigionieri politici di Puerto Rico...

Sopporteremo tutti gli anni che ci vorranno,30 o 40 o quel che sarà e sino a quando uno di voi fuori resisterà, anche noi resisteremo, sino a che si faccia giustizia!

Mi ha detto di riferire a tutti quelli che chiedono di lui che sta bene, si sente molto forte e guarda sempre avanti".

 

 

 

 

13 giugno '08 -  www.italia-cuba.it

 

Comunicato dell’Associazione Nazionale di Amicizia

Italia-Cuba sulla sentenza della Corte di Appello di Atlanta



L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba condanna fermamente la nuova sentenza contro i Cinque patrioti cubani emessa nei giorni scorsi dalla Corte di Appello di Atlanta.

Con questo pronunciamento emerge, con ancora più chiarezza, che gli Stati Uniti non combattono il terrorismo internazionale in tutte le sue forme. Infatti, quello che colpisce Cuba non viene minimamente perseguito dall’Amministrazione statunitense e, anzi, vi è una vasta documentazione che ne dimostra connivenze, protezione e sostegno.

Il processo evidentemente politico in atto negli Stati Uniti contro i Cinque eroi cubani - che controllavano le attività della mafia cubana di Miami per prevenire attacchi terroristici contro Cuba, organizzati dagli stessi mafiosi della Florida - è semplicemente vergognoso.


Anche il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della Commissione dell’ONU per i Diritti Umani, nel suo Parere n° 19/2005 aveva stigmatizzato che la privazione della libertà di questi cinque cubani "è in violazione dell'articolo 14 della Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici".

L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, condanna tutte le forme di terrorismo e ribadisce la propria solidarietà ai Cinque Eroi ingiustamente detenuti nelle carceri statunitensi, ai loro familiari, al popolo e al Governo cubano.


Fa appello al Governo e al Parlamento italiani e all’Unione Europea affinché si adoperino per far cessare negli Stati Uniti le azioni lesive sia del diritto internazionale sia dello stesso diritto statunitense.


La Segreteria Nazionale
 

 

 

6 giugno '08 -  www.prensa-latina.it

 

Comunicato sulla decisione della

 

Corte di Appello di Atlanta

 

 

Nella giornata di ieri, 4 giugno, la Corte di Appello dell'Undicesimo Circuito di Atlanta ha fatto conoscere il suo verdetto sul ricorso in appello presentato dalla difesa dei Cinque cubani.  


In un scritto di 99 pagine, e per decisione unanime, i tre giudici riaffermarono le accuse di colpevolezza contro i Cinque Patrioti Cubani ed annullarono le sentenze di tre di loro, che dovranno essere giudicati nuovamente. Hanno confermato le sentenze di René Gonzalez: 15 anni di prigione e Gerardo Hernandez: due ergastoli più 15 anni.  


Su Gerardo, la decisione del pannello non fu unanime, ma 2-1. La giudice Kravitch ha affermato in 16 pagine che il governo non presentò le prove sufficienti per accusare Gerardo di cospirazione per commettere assassinio.  


I casi di Ramon Labañino: ergastolo più 18 anni, Fernando González: 19 anni, ed Antonio Guerrero: ergastolo più 10 anni, furono inviati nuovamente alla giudice Joan Lenard del Tribunale della Florida, perché proceda con delle nuove sentenze.  


La Lenard dovrà convocare un'udienza per emettere le nuove sentenze. Questa è la stessa giudice che impose le gravi ed ingiuste condanne ai Cinque nel 2001.    


La corte di Atlana si pronunciò affermando che gli argomenti della difesa non avevano forza. Ci stupiscono i termini politici usati nella sentenza della Corte, lontani dalle istanze legali e favorendo il governo.  


La sentenza dei giudici lascia aperte varie contraddizioni tra le opinioni di due di loro ed il parere  redatto e firmato dal giudice Pryor. Un giudice ultraconservatore che ottenne la sua nomina grazie all'attuale candidato repubblicano McCain, nonostante l'opposizione del Senato.  


Gli avvocati della difesa: Weinglass, MacKenna, Horowitz, affermarono che continueranno la battaglia legale iniziata nel dicembre del 2001, quando furono ingiustamente condannati. Ci sono ancora, legalmente, delle strade da seguire.   


Al di sopra degli stratagemmi legali del governo degli USA per dilatare l'ingiusta prigione dei nostri Cinque Fratelli, non sorprende la decisione della sentenza, al contrario, ci riafferma molto di più la necessità di continuare lottando senza riposo per denunciare questa colossale ingiustizia.   


Un'altra volta si mette a nudo il cinismo del governo nordamericano, che nella stessa giornata di ieri, in un'altra città degli USA, continuò la sua farsa per proteggere il criminale Luis Posada Carriles, che gode di totale libertà, invece di qualificarlo come terrorista per i suoi crimini contro l'umanità ed estradarlo in Venezuela, il cui governo lo reclama da 3 anni per essere latitante da questo paese.  


Gerardo, non si è sorpreso della decisione: questo è lo stesso sistema di giustizia che ha imprigionato da più di 20 anni Mumia, Leonard Peltier, ed i prigionieri politici portoricani”, ci ha detto questa mattina. “Sconteremo gli anni che siano necessari, 30, 40, quelli che saranno, finché rimane almeno uno di voi resistendo, anche noi continueremo a resistere, fino a che si faccia giustizia”.   


Gerardo ci chiede che trasmettiamo a tutti la sua fiducia: “a tutti quelli che chiedano, ditegli che sto bene, con molta forza e sempre avanti”.  


Insieme a tutti i nostri amici, comitati e fratelli del mondo richiamiamo a raddoppiare l’appello per loro, mobilitandoci a partire da domani 6 giugno, in tutte le maniere possibili, come lo faranno negli USA, Europa ed America Latina, di fronte alle sedi del governo terrorista degli USA, che mantiene in prigione i nostri Cinque Fratelli.  
 
SOLO LA SOLIDARIETÀ, LA DENUNCIA COSTANTE E LA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE OTTERRANNO LA LIBERTÀ DEI CINQUE  
 
Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque

 

 

5 giugno '08 -  www.radiocittaperta.it

 

Comunicato dei giuristi democratici sulla

 

nuova sentenza relativa ai Cinque

 

La sentenza pubblicata ieri, mercoledì 4 giugno 2008, dalla Corte d’appello dell’Undicesimo circuito di Atlanta, sul caso dei cinque agenti cubani arrestati dieci anni fa, costituisce una pagina invero triste della storia giudiziaria e della civiltà giuridica degli Stati Uniti d’America.

Infatti i giudici hanno sostanzialmente confermato la validità delle condanne pronunciate sette anni fa dalla Corte d’assise di Miami e in particolare quella di “cospirazione per commettere omicidio” nei confronti di Geraldo Hernandez e quelle di “cospirazione per commettere spionaggio” nei confronti degli altri quattro imputati.

I giuristi democratici riaffermano che tali condanne sono prive di ogni fondamento giuridico per la mancanza palese degli elementi previsti dalle fattispecie di reato e per quella del nesso di causalità fra le condotte degli imputati e gli eventi. Un solo evento si è in effetti verificato, quanto all’accusa di cospirazione per commettere omicidio,  ed è stato l’abbattimento di due aerei dell’organizzazione “Hermanos para el rescate”, che sorvolavano il territorio cubano per l’ennesima volta, dopo ripetuti avvertimenti delle autorità cubane e l’emissione di un avviso da parte dell’amministrazione statunitense dell’Aviazione che invitava a non effettuare tali voli. Ma si tratta di un atto di Stato, suscettibile semmai di reclamo nelle sedi internazionali e che costituisce legittimo esercizio della sovranità territoriale e del diritto alla difesa del territorio nazionale da parte dello Stato cubano. Riaffermiamo altresì l’assoluta insussistenza del reato di cospirazione per commettere spionaggio, dato che i Cinque non sono stati trovati in possesso di alcuna documentazione riservata avente in alcun modo riferimento alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

I Cinque sono stati quindi condannati perché intendevano attuare la prevenzione delle attività terroristiche programmate, organizzate ed eseguite contro Cuba a partire dal territorio degli Stati Uniti. Si  tratta di un processo politico che ha compiuto una profonda e grave distorsione dello strumento giuridico, al solo fine di ribadire la storica avversione dei governi statunitensi nei confronti dell’esperienza cubana e dell’autodeterminazione del popolo cubano, che tali governi hanno sempre inteso soffocare con ogni mezzo lecito ed illecito.

Pur di fronte a tale scandalosa sentenza vogliamo quindi riaffermare a nostra volta l’auspicio che sia data una soluzione politica al caso, con l’immediata restituzione della libertà ai Cinque e l’avvio di una nuova fase delle relazioni fra Cuba e Stati Uniti, che siano finalmente basate sul
principio del reciproco rispetto e di una pacifica ed ordinata convivenza fra gli Stati, in conformità ai principi enunciati dalla Carta delle Nazioni Unite.
 

Roma, 5 giugno 2008

Associazione italiana dei giuristi democratici

 

 

5 giugno '08 -  G.Villini www.radiocittaperta.it

 

 

Corte di Atlanta conferma sentenza

 

tombale contro i 5 agenti cubani
 


Una Corte federale d'appello ha nuovamente confermato le condanne dei cinque agenti dell'intelligence cubana accusati di spionaggio negli Stati Uniti ma ha annullato la sentenza per tre di loro tra cui c'erano due ergastoli.


Un collegio di tre giudici dell'undicesima Corte d'Appello di Atlanta, ha rimandato questi casi a un giudice federale di Miami per una nuova sentenza basata su ulteriori elementi emersi in giudizio mercoledì che riportano come i cinque non avessero raccolto informazioni "top secret". È la terza volta che il caso viene discusso in un'aula di tribunale.


La seduta plenaria dell'undicesimo distretto della corte aveva già confermato le condanne dei "Cinque Cubani" nell'agosto 2006. Aveva respinto la richiesta che il loro processo federale fosse spostato a Miami per via della diffusa opposizione al governo comunista cubano tra gli statunitensi-cubani della città.


Nella sentenza d'appello, emessa mercoledì, i cinque hanno contestato il rifiuto del giudice di togliere le prove delle ricerche condotte  sotto il Foreign Intelligence Surveillance Act, immunità sovrana, procedure d'indagine, selezione dei giurati e mancanza di prove per giustificare le loro condanne.


William H. Pryor , giudice della corte dell'undicesimo distretto di Atlanta ha scritto:"Riteniamo che le ragioni per la soppressione di prove, immunità sovrana, procedure d'indagine, selezione dei giurati e il processo siano prive di fondamento, e che ci siano prove sufficienti per motivare ogni condanna"


L'ultima decisione include la condanna all'ergastolo per Gerardo Hernandez, condannato per concorso in omicidio per la morte di quattro piloti a Miami abbattuti dai jet cubani nel 1996. Due giudici sono stati favorevoli e uno contrario nel confermare l'ergastolo per Hernandez.


I quattro piloti uccisi comandavano aerei appartenenti all' organizzazione Brothers to the Rescue, che lanciavano sull'isola volantini di propaganda democratica.


Hernandez e gli altri, Ruben Campa, noto come Fernando Gonzalez, Rene Gonzalez, Luis Medina, ovvero Ramon Labanino e Antonio Guerrero erano membri del gruppo Wasp Network dei servizi segreti cubani.


Il collegio dei giudici ha annullato gli ergastoli inflitti a Medina e Guerrero. Inoltre, ha annullato la condanna di Campa a 19 anni accogliendo quindi le contestazioni degli imputati che denunciavano l'iniquità delle loro condanne dal momento che essi non avevano né raccolto, né trasmesso informazioni "top secret".


I giudici hanno accolto le richieste di Campa nel valutare la sua condanna troppo aspra visto che egli non ricopre un ruolo dirigenziale nel network.


I cinque hanno riconosciuto di essere agenti cubani, ma hanno dichiarato che non stavano svolgendo attività di spionaggio a danni degli Stati Uniti.
 

Hanno aggiunto che controllavano i gruppi di esiliati che si sono stabiliti negli USA e che organizzano azioni terroristiche contro il governo di Castro.

Dopo un processo durato sei mesi, essi sono stati condannati nel 2001 per aver agito sul suolo statunitense come agenti dei servizi segreti di Cuba non registrati e per complotto di spionaggio per aver tentato di infiltrarsi nelle basi militari degli Stati Uniti.

Un collegio di tre giudici dell'undicesimo distretto di Atlanta ha revocato le condanne emesse nel 2005, suggerendo un cambiamento di sede.

 

Questa sentenza, però è stata poi annullata.


Gloria La Riva, coordinatrice del Comitato Nazionale per la liberazione dei cinque cubani ha denunciato la decisione di confermare le condanne con la seguente dichiarazione "è uno schiaffo in piena faccia alla verità. I cinque non si sono macchiati di nessun crimine. Stavano tentando di salvare vite umane bloccando il terrorismo. Non sono mai stati in possesso di armi. Non hanno mai fatto del male al popolo statunitense."