13 settembre '08 - www.granma.cu |
Nuove prove dell’ingiustizia contro i Cinque Eroi
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Il 4 giugno 2008 il gruppo dei giudici incaricati della Corte d’Appello d’Atlanta ha reso noto un documento che da un lato ratifica i verdetti ingiusti e carenti di fondamenta contro i nostri Cinque patrioti, riconosce che alcune delle sentenze sono illegali ed eccessive e ratifica le sentenze dettate contro due dei Cinque patrioti.
In questo documento della Corte d’Appello d’Atlanta, di fatto e molto chiaramente, si riconosce la falsità di tutto il processo. Riconoscono, e lo dicono varie volte, che in questo caso non ci sono state informazioni segrete trafugate o altro che potesse causare danni agli Stati Uniti d’America.
Questa è la ragione per cui si considerano davvero eccessive le sentenze, come gli ergastoli, imposte ad alcuni di questi nostri compagni.
Ugualmente questo argomento che la difesa sostiene sin dal primo giorno - ed è stato reiterato per dieci anni - prova che tutto il processo non è stato altro che una manipolazione.
Non ci fu nulla relazionato a informazioni segrete, non ci furono danni per gli Stati Uniti e non esisteva motivo nè ragione per detenerli e tanto meno per imporre smisurate condanne a questi Cinque cubani.
Nel caso dei Cinque compagni cubani, 10 anni dopo, un gruppo di giudici del Tribunale d’Appello, finalmente riconosce quello che tutti sappiamo sin dal primo giorno, riconosciuto anche in una dichiarazione pubblica del Dipartimento alla Difesa degli Stati Uniti e del Dipartimento di Giustizia, che “in questo caso nessuno aveva minacciato la sicurezza nazionale del Nordamerica”.
Senza dubbio sono stati condannati con maggior severità dei protagonisti di casi di autentico spionaggio, i più noti e più diffusi negli ultimi anni negli USA dove si conoscono vari casi recenti di persone che sono state dichiarate colpevoli dell’appropriazione di migliaia di documenti segreti del governo nordamericano e che sono state condannate a 10 anni di prigione uno e un altro a un anno e un giorno di prigione, persone alle quali, secondo il governo e il tribunale, “furono sequestrate informazioni segrete che, rese note, avrebbero provocato danni alla sicurezza nazionale degli USA”.
Ci sono altri casi che vale la pena menzionare.
Uno è quello del cittadino iracheno condannato come agente del governo di Saddam Hussein, nel gennaio del 2004, in mezzo alla guerra contro l’Iraq, accusato d’essere un agente del governo più attaccato dalla propaganda nordamericana e, nonostante tutto questo, condannato a soli tre anni e dieci mesi di prigione: è già libero!
Perchè? Perchè il tribunale ha stabilito una differenza. Quest’uomo non si era dedicato a cercare segreti della sicurezza nazionale nordamericana, ma si dedicava a controllare le attività dei gruppi degli esiliati iracheni nemici del governo di Saddam, nella città di Chicago, cioè esattamente quello che facevano i nostri compagni nella città di Miami.
Un tribunale di Chicago è stato capace di riconoscere la differenza tra una cosa e l’altra e gli ha imposto una sanzione incredibilmente minore dei quattro ergastoli e 77 anni che stanno scontando i nostri Cinque compatrioti.
C’è un altro caso, di una persona, un cittadino nordamericano di nazionalità portoricana, che è stato arrestato nel 2002, accusato niente meno d’essere l’agente dell’organizzazione diretta dal signor Osama bin Laden, d’avere combattuto con le armi contro il governo degli Stati Uniti; questo signore è stato condannato a 17 anni di prigione.
Ed è stato condannato indovinate da chi? Dalla Corte Federale del Distretto sud della Florida, di Miami, la stessa che ha imposto le ingiuste e severissime condanne ai nostri compagni.
Ossia, anche a Miami si può ottenere una certa equanimità se l’accusato non è un rivoluzionario cubano!
D’altra parte questo gruppo di giudici, in modo davvero vergognoso e con una votazione divisa due a uno, ha ratificato la detta “Accusa 3”, quella per la quale è stato imposto un secondo ergastolo al compagno Gerardo Hernández.
Va ricordato che in un documento della Procura degli Stati Uniti del maggio 2001, indirizzato alla Corte d’Appello di Atlanta, il Governo degli Stati Uniti affermava che questa accusa non era stata provata e che le prove presentate rendevano impossibile provare la colpevolezza di Gerardo Hernández in relazione ad una presunta cospirazione d’assassinio, ma nonostante questo, i due giudici della Corte d’Appello hanno ratificato che era colpevole di questa accusa.
Gerardo Hernández è l’unica persona, l’unico abitante del questo pianeta, che sta scontando oggi una condanna, cioè due ergastoli, per un presunto delitto del quale non era accusato nel momento della condanna, perchè gli stessi accusatori, scrivendolo, chiesero di ritirare l’accusa e riconobbero la sua inesistenza.
Che cosa prova tutto questo?
Che questo processo dal principio e sino ad oggi non è altro che una delle tante azioni contro il popolo cubano, contro Cuba; è parte della strategia statunitense usare contro il nostro popolo non solo la guerra economica, non solo la campagna di calunnie, di distorsioni e di menzogne, ma anche il terrorismo e, per favorire i suoi terroristi, ancora oggi i giudici non sono stati capaci di fare giustizia.
Per questa ragione dobbiamo moltiplicare gli sforzi per denunciare i fatti e generare solidarietà, esigendo la liberazione dei nostri Cinque Compagni.
Recentemente a città di Panama, con l’auspicio dei nostri fratelli dell’Assemblea Nazionale panamense, si è svolta una importante riunione di parlamentari dell’America Latina e dei Caraibi, che ha emesso un documento di richiamo e un piano d’azione, chiedendo a tutti i Parlamenti e ai parlamentari d’intraprendere una serie d’azioni, per far crescere la solidarietà e sottolineare l’esigenza della liberazione dei Cinque patrioti cubani.
Per i Cinque che si sono sacrificati per tutto il loro popolo, abbiamo il dovere di fare sempre di più e soprattutto di raggiungere lo statunitense comune, la gente onesta e decente che è l maggioranza e coloro ai quali, deliberatamente, è stata occultata la verità di questo caso.
Il nostro grande impegno è far conoscere al mondo intero e al popolo nordamericano questa colossale ingiustizia, le fragranti e sistematiche violazioni dei diritti umani di questi uomini coraggiosi, assolutamente innocenti, dei loro familiari e la tragedia dei loro figli, delle madri, delle mogli...
(Frammento di un intervento di Ricardo Alarcón de Quesada,
presidente dell’Assemblea Nazionale, nello spazio televisivo Tavola Rotonda -
Traduzione Granma Int).
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