18 settembre '08 -  www.prensa-latina.cu

 

 

 

Messaggio dei Cinque ai partecipanti al

concerto “Cinque stelle ed un canto”

 

 

 

 

 

Pubblichiamo un messaggio inviato dai Cinque cubani ai partecipanti al concerto “Cinque stelle ed un canto” tenutosi a New York sabato scorso nell’ambito della campagna a favore dei Cinque prigionieri politici, che da dieci anni stanno soffrendo sulla loro pelle una grande ingiustizia.

 

“Cari fratelli:   
 
Eravamo adolescenti quando alla nostra patria assediata arrivò il primo abbraccio di Danny Rivera. In quell’epoca i nostri genitori scrivevano una storia eroica e silenziosa di confronto al terrorismo, e quell'abbraccio pieno di amore e melodia è stato come un ponte teso nei Caraibi, grazie al quale i nostri ritmi hanno viaggiato in tutte le direzioni per riaffermare il calore umano, la sensibilità, l'ospitalità e l'identità che ci fanno un solo popolo.   


“Io voglio un paese che rida e che canti” ha detto nostro fratello, e con lui ridiamo e cantiamo, e l'abbiamo continuato a fare benché continuiamo a difenderci perché, disgraziatamente, solo lottando materializzeremo le nostre grida; ma nessuno può ostacolarci, così finché non lo conquistiamo per sempre, seguiremo ad esercitare questo diritto.   


Oggi vi convochiamo a ridere ed a cantare, per denunciare un altro silenzioso capitolo nella lunga storia del terrorismo contro Cuba. Nuovamente prende vita il nostro ponte caraibico e le patrie di Duarte, Betances e Martí; Sara, Sonia e Lucecita; si uniscono in una sola per difendere Cinque dei suoi umili figli.

 

In questo momento di ringraziamento non possiamo smettere di farlo anche a nome dei portoricani, afro-americani, aborigeni ed altri prigionieri politici nordamericani, tutti vittime del sistema vendicativo ed ingiusto del quale questo concerto è una denuncia.   


Finché c'è un'ingiustizia che non è stata emendata non possiamo rinunciare né a ridere, né a cantare, né a continuare a lottare. 

 
Auguriamo un felice concerto ed inviamo un caraibico e rivoluzionario abbraccio.   
 
Gerardo, Ramon, Antonio, Fernando e René”.