Porto
il saluto a questo Convegno Internazionale da
parte di molti intellettuali, docenti universitari e artisti progressisti e
democratici italiani che insieme ai movimenti di solidarietà per la Liberazione
dei Cinque e delle radio e delle riviste di movimento, in Italia e in tutto il
mondo si stanno battendo per questa nobile causa che ha una rilevanza
internazionale.
In tutti questi lunghi anni di ingiusta detenzione dei Cinque eroi cubani sia in
Italia sia a livello internazionale abbiamo posto la questione della loro
liberazione nell’aspetto giuridico, politico, della solidarietà e della difesa
dei diritti umani ; abbiamo posto la questione della doppia morale del Governo
Stati Uniti sul terrorismo e della loro interferenza su tutti nei processi di
autodeterminazione popolare in America Latina e nelle altre parti del mondo ;
sul mancato rispetto del diritto internazionale e della sovranità politica e
territoriale (come anche negli ultimi giorni è avvenuto con le forti violazioni
messe in atto dal Governo della Colombia); abbiamo sottolineato fortemente la
violazione dei diritti umani, per le atroci condizioni di detenzione dei Cinque,
anche in relazione alle violenze esercitate in un campo di sterminio come quello
di Guantanamo ; abbiamo evidenziato la completa mancanza di osservanza dei
diritti civili più elementari esercitata contro i familiari dei Cinque agenti
cubani. Per fare tutto ciò in tutti i paesi abbiamo promosso sit in ,
manifestazioni, eventi internazionali, congressi, incontri, abbiamo scritto
libri, riviste e centinaia di articoli.
Ma tutto questo non è bastato perchè i Cinque patrioti cubani sono ancora in
carcere, e non serve certo, a nostra giustificazione, dire che le grandi
mobilitazioni non sono state sufficienti ed incisive perchè il Governo e gli
apparati degli Stati Uniti sono forti, hanno una grande capacità di
comunicazione e di informazione e diffondendo continue menzogne e campagne
diffamatorie contro Cuba e contro i Cinque fratelli.
E’ riduttivo fare sempre riferimento alla grande forza del nemico imperialista
e nasconderci che, nonostante il nostro grande attivismo e capacità di
mobilitazione, anche tutti noi a livello internazionale abbiamo avuto un grande
limite.
E questo grande limite sta nel fatto che le grandi campagne di mobilitazione e
comunicazione non hanno raggiunto la società civile, ampi settori dell’opinione
pubblica ; cioè sono stati presenti nelle attività i circuiti dei militanti e
degli attivisti vicini in generale alla causa e alla rivoluzione cubana ma poco
si è fatto per coinvolgere realmente e attivamente settori dei movimenti dei
lavoratori, di studenti , di cittadini, insomma di persone che pur non essendo
militanti possono essere coinvolti in questa grande battaglia politica, civile e
umanitaria, utilizzando un linguaggio con forme e delle modalità che siano
percepibili e comprensibili dall’opinione pubblica; si tratta di evidenziare che
questa vicenda riguarda la violazione dei diritti umani di tutti i cittadini e
non deve essere vissuta dall’opinione pubblica come una storia di scontro fra
paesi o istituzioni della sicurezza.
E’ un pò come dire, e scusatemi il riferimento politico nazionale, che la
sinistra radicale italiana ha perso le elezioni perchè la società civile non ha
capito i suoi programmi, e non invece comprendere che è la sinistra che deve
vivere direttamente le trasformazioni sociali e stare attivamente in queste
trasformazioni, dentro le dinamiche della società a partire dai luoghi di
lavoro.
E’ per questo che la battaglia per la libertà dei Cinque deve continuare sul
piano giuridico come ben stanno facendo gli avvocati e giuristi, sul piano
politico istituzionale coinvolgendo al massimo i parlamenti e gli organismi
internazionali, sul piano culturale continuando a svolgere una funzione diretta
di informazione da parte di riviste, radio e televisioni ( come in Italia finora
hanno fatto meritoriamente riviste come Nuestra America , Latinoamerica,
televisioni come Teleambiente, radio come Radio Città Aperta e altre) e sul
piano delle associazioni e dei movimenti di solidarietà con tutte le attività
militanti che ogni struttura reputa opportuna ed adeguate alla situazione.
Ma tutto ciò deve essere assolutamente accompagnato da un attività
politico-sociale, umanitaria, informativa che deve coinvolgere ampi settori
dell’opinione pubblica rapportandosi ai luoghi di lavoro, nei mercati, nei
quartieri , nelle scuole, nelle università facendo del caso dei Cinque un
capitolo importante di cultura e di esplicazione delle modalità in cui si
esercita il diritto internazionale.
Tutto ciò sarà possibile a livello internazionale se si procede con uno spirito
unitario, con creatività, con un linguaggio immediato e da tutti percepibile ,
con un contatto diretto dei vari settori della società civile, rinunciando ad
ogni categoria di autorappresentazione e trasformando il protagonismo delle
singole strutture in un sano protagonismo collettivo che sappia diffondersi nel
sociale.
Infine appoggio completamente il progetto di promuovere
nella ricorrenza dei dieci anni dell’ingiusta detenzione dei Cinque,
una manifestazione centrale per il
12.9.08 a New York e
contemporaneamente delle manifestazioni centrali unitarie
in tutti i paesi, tutto ciò si accompagnerà alle
tante iniziative che ogni struttura di movimento e associazione potrà a sua
volta sviluppare.
* Direttore della rivista "Nuestra
America". Sintesi dell’intervento tenuto alla
Conferenza internazionale di Parigi sulla vicenda dei Cinque Patrioti cubani
prigionieri negli Stati Uniti.
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