10 luglio  '08 - http://pl-it.prensa-latina.cu 

 

Lettera del presidente

Correa a Ingrid Betancourt

 

 

Presidenza della Repubblica


Quito, 10 luglio 2008

Signora

INGRID BETANCOURT

Francia

Stimata Ingrid:


Abbiamo conosciuto le sue dichiarazioni alla BBC di Londra del 9 luglio, dove espressa il suo appoggio all’attacco perpetrato da parte delle FFAA della Colombia, lo scorso 1°marzo, al mio paese, Ecuador. Ci sorprende e ci dispiace profondamente per queste dichiarazioni che appoggiano e cercano di giustificare un atto illegittimo e illegale che è stato riconosciuto come tale ed è stato rifiutato da tutti i governi di America, incluso dallo stesso Governo di Colombia, che pubblicamente ha chiesto perdono perché fu un attentato contro i principi fondamentali del Diritto Internazionale e del Diritto Interamericano.

Ci dispiace che precisamente lei abbia fatto da eco delle affermazioni delle versioni del governo di Colombia rispetto della supposta mancanza di collaborazione del mio governo, che è stato, al contrario, permanente e costante, e arrivi inoltre ad insinuare che l’Ecuador è il santuario delle FARC, che censuriamo per i suoi metodi, a cui sempre facciamo appello per la liberazione incondizionata ed immediata di tutti gli ostaggi, e contro la cui presenza lottiamo tutti i giorni alla frontiera del nord del nostro paese con alti costi umani, materiali e finanziari.

Abbiamo sofferto con lei per la sua lunga prigionia e siamo stati contenti con lei il giorno della sua liberazione, però devo dirle in modo molto diretto che ci ha ferito che non abbia apprezzato nella sua giusta dimensione gli sforzi che ha fatto Ecuador per la sua liberazione ed ha appoggiato il bombardamento alla nostra patria e la violazione della sua sovranità e della sua integrità territoriale.

Non possiamo capire qual è la colpa degli ecuadoriani nella guerra fratricida che dilania da varie decadi la Colombia, perché lei possa giustificare il bombardamento alla nostra patria. Se si tratta delle infiltrazioni, nonostante i nostri sforzi, della guerriglia nel territorio ecuadoriano, dobbiamo intendere allora che siamo colpevoli della mancanza di protezione delle frontiere del sud della Colombia e di essere i vicini di un paese in una permanente guerra civile.

L’Ecuador ha fatto, e continuerà a fare, tutti gli sforzi, nella cornice del Diritto Interno, del Diritto Interamericano e del Diritto Internazionale, per far fronte agli impatti negativi nel nostro territorio del conflitto colombiano, del quale siamo le vittime e non i colpevoli.

Continueremo ad accogliere con le braccia aperte tutti i colombiani, che arrivano in Ecuador a centinaia di migliaia per cercare la pace e la sicurezza cittadina che non hanno incontrato nella loro patria.

Nonostante nel nostro lavoro umanitario e di solidarietà con il popolo colombiano non abbiamo mai cercato nessun riconoscimento, ci sarebbe però piaciuta un po’ di  gratitudine davanti a tanti sforzi.

Attentamente,

DIO, PATRIA E LIBERTA

Rafael Correa Delgado
PRESIDENTE COSTITUZIONALE DELL’ECUADOR


 
 

Traduzione di Ida Garberi