7 ottobre '08 - R.A.Falcon www.granma.cubaweb.cu

 

Colpo al blocco

negli Stati Uniti

 

 

 

Nel mezzo dei più devastanti disastri naturali che Cuba abbia vissuto negli ultimi 50 anni e quando varie voci famose negli Stati Uniti chiedono un cambio di politica della Casa Bianca verso l'arcipelago cubano, la Segretaria di Stato Condoleezza Rice si mostra ai media per dire che "non è ora tempo di togliere l'embargo (il blocco)".

 

Ma in questo come in altre questioni l'amministrazione Bush sta volgendo le spalle al popolo nord americano. Nella stessa misura in cui cresce l'impopolarità di questo governo (il peggiore della storia) lo fa anche la cifra di cittadini statunitensi che respingono l'irrazionale politica verso Cuba.

Un'inchiesta di Zogby International e Dialogo Interamericano, che ha avuto luogo tra il 23 e 25 settembre e rivelata la settimana scorsa, ha constatato che la maggioranza dei 4752 elettori statunitensi interpellati in tutto il paese, appoggiano una revisione delle relazioni con Cuba (60%), mentre l'84% degli intervistati identificati con il Partito Democratico hanno convenuto sulla necessità di un cambiamento. Questo è anche stato espresso da circa il 60% dei cosiddetti indipendenti e dal 35% dei simpatizzanti del Partito Repubblicano.

 

Una parte significativa dei partecipanti al sondaggio (62%) si é anche pronunciato per consentire alle imprese nord americane di fare affari con l'isola. Il 68% ritiene inoltre che si debbano autorizzare i viaggi a Cuba di cittadini statunitensi.

Questi dati mostrano una crescita significativa, tra i nord americani, del desiderio di una migliore relazione tra gli Stati Uniti e Cuba. Nel luglio 2007, un analogo sondaggio di Zogby, indicava che poco più della metà degli intervistati (56%) pensava che si dovevano eliminare le restrizioni.

Allo stesso tempo, il 1 ° ottobre, un giudice federale della Florida frenava gli impeti revanchisti e viscerali della mafia di Miami, sospendendo temporaneamente una legge statale, approvata al Congresso della Florida su proposta del rappresentante David Rivera (lo stesso che disse che sarebbe andato in guerra in Iraq ma che stanno aspettando tuttora) che cerca di impedire i già limitati viaggi, nel loro paese, dei cubani residenti negli Stati Uniti.

Con il pretesto che enti della Florida dovrebbero evitare contatti con i paesi considerati "sponsor del terrorismo" da parte del Dipartimento di Stato, la chiamata Florida Travel Act prevede garanzie, fino a 250000 dollari, e tasse alle agenzie di viaggi che forniscano passaggi o inviano pacchi a Cuba da questo stato del sud degli Stati Uniti. Tale denaro servirebbe per finanziare le indagini sulle attività delle stesse agenzie di viaggio.

Contro tale macabra legge hanno manifestato le compagnie "charter", le agenzie di viaggio e vari settori sociali di Miami, in particolare quelli raggruppati in Alleanza Martana, che hanno organizzato otto proteste in tale contea contro il divieto di viaggiare.

La decisione del giudice Gold apre la strada a quello che potrebbe essere un lungo processo giudiziario nei tribunali federali. Le forze dell'estrema destra andranno alla rivincita  nel loro tentativo di rafforzare i legacci  del blocco genocida, che ha causato danni diretti per più di 93000 milioni di dollari. Ma questi settori, con potere politico, si vanno contrapponendo con i desideri della maggioranza dei nord americani che vuole cambiare la storia delle relazioni del suo paese con la piccola nazione vicina.