18 giugno '08 - Freddy Perez Cabrera  www.granma.cubaweb.cu
 

 

La Legge assassina

miete nuove vittime

 

 

Ancora una volta la legge assassina di "Ajuste Cubano" e la doppia morale del governo nordamericano provocano la morte di persone innocenti e portano il lutto nelle famiglie cubano. Questa volta, le vittime sono state un bambino di 11 anni, Jorge Luis Núñez Sánchez, residente nella comunità rurale la Sierra del municipio di Encrucijada (Villa Clara), e Yudersi Rosaval Rodrìgues, originaria di Sagua la Grande.

 

I fatti sono accaduti lunedì scorso, quando un gruppo di 20 persone, provenienti dalla provincia di Villa Clara, hanno tento di abbandonare clandestinamente il paese, stimolati dalla legge che stabilisce privilegi per i cubani che riescono a toccare il suolo nordamericano, senza tenere in considerazione l’alto costo di vite umane che questa politica così irrazionale ha provocato in questi anni.

 

L’azione punitiva dei trafficanti è stata maggiore quando sono stati sorpresi dalle nostre autorità sulla precaria imbarcazione dove viaggiavano che persone che avrebbero dovuto trasportare e senza pietà l’hanno affondata per evitare l’arresto, sicuri che le truppe cubane si sarebbero fermate con la caduta delle persone in mare.

 

MI HANNO STRAPPATO MIO

FIGLIO DALLE MANI

 

Vivian Sánchez Cabrera piange sconsolata per la perdita del suo unico figlio. Il peso della coscienza per averlo strappato dalla scuola, dai suoi amici ed averlo esposto ad un pericolo non necessario, senza pensare alle conseguenze di un gesto così irresponsabile, non la lasciano vivere.

 

"Avevo Jorge Luis stretto a me. Durante tutto il tragitto era al centro delle attenzioni di tutto il mondo. Non è stato in silenzio un momento", racconta la madre.

 

"Era al lato mio, nella parte anteriore dell’imbarcazione quando la lancia rapida ci è piombata addosso virandoci. Il salvagente è caduta da una lato ed il bimbo mi è stato strappato dalle braccia. Non l’ho visto più", ricorda commossa Vivian.

 

"Ho perso l’unico che avevo nella vita, ora è tardi per lamentarmi. Dovevo pensarlo bene, prima di commettere questa pazzia", ammette la madre della vittima.

 

LI UCCIDEREMO TUTTI

 

Come racconto Miguel Laureiro Lòpez, uno dei cittadini che ha tentato di abbandonare il paese, l’operazione è stata coordinata con degli scafisti della Florida che si dedicano al traffico di immigranti. Si sarebbero fatti pagare 10mila dollari per persona.

 

"Sabato siamo stati avvisati che il piano si sarebbe svolto tra la notte di domenica e la mattinata di lunedì", spiega Laureiro, che accompagnava Vivian Sánchez Cabrera, la madre del bimbo scomparso.

 

"Eravamo su un isoloto e alle sei del mattino di lunedì 16 è arrivata l’imbarcazione incaricata di trasportare a Miami tre donne, 14 uomini e il bambino che si trovano sulla costa", spiega Miguel, che erano stati trasportati a bordo di una barchetta di legno di 5,60 metri di lunghezza fino ad un punto situato a 16 miglia dalla spiaggia Uvero.

 

Quando si sono accorti che erano stati sorpresi da una lancia delle Truppe Guardia Frontiere, appartenente al Distaccamento di Isabela de Sagua, i due trafficanti hanno tratto di eludere l’inseguimento, investendo la piccola imbarcazione, senza preoccuparsi che all’interno viaggiavano persone indifese che poteva morire affogate.

 

"Li uccideremo tutti", ha gridato uno degli scafisti mentre investivano la piccola barca, ricorda Miguel Laureiro, medico veterinario formato dalla Rivoluzione, che ora si lamenta dell’irresponsabile atteggiamento assunto, che è costato la vita a due persone, inclusa quella di un bambino e le gravi ferite a due donne, uno di loro in pericolo di vita.

 

ALLA SINA RIDONO DI NOI

 

Ramón Díaz Granado si è salvato miracolosamente, mentre stava affogando, grazie all’aiuto di suo nipote. A 65 anni confessa che è stato un errore molto grande da parte sua intraprendere la traversata che, ipoteticamente, avrebbe dovuto condurlo in paradiso.

 

Varie volte aveva visitato la SINA (la Sezione d’Interessi Nord Americani all’Avana) per richiedere il visto, con l’obiettivo di vedere i suoi tre figli che vivono negli Stati Uniti. Tuttavia aveva sempre ricevuto risposte evasive e false promesse da parte dei funzionari che lavorano lì.

 

Nella sua disperazione, Ramón ha accettato la proposta di viaggiare in maniera illegale e ora si lamenta delle conseguenze di un atteggiamento così irresponsabile.

 

"Io consiglio a tutti coloro che si sentono padre o madre di non commettere la pazzia di imbarcare i loro figli in questa avventura. E’ come condannarli ad una morte sicura. Si deve vedere che faccia d’assassini avevano i trafficanti e con che ira hanno investito la nostra barchetta, senza preoccuparsi che tutti potevamo morire affogati", consiglia Díaz Granado, riconoscendo che la maggior parte delle persone è stata messa in salvo dall’atteggiamento sereno e responsabili delle Truppe Guardia Frontiere.

 

"Non hanno perso un attimo per accorrere e metterci in salvo. Hanno portato le donne ferite fino alla costa affinché fossero trasferite in ospedale", riferisce Granado, un uomo che riconosce l’errore commesso e la grandezza del paese che voleva abbandonare, che gli ha salvato la vista senza nessun costo.

 

I trafficanti si comportano come una vera mafia e sono interessati unicamente ai soldi e ad aumentare il traffico di persone, senza preoccuparsi minimamente del pericolo a cui espongono vite innocenti.