Il traffico di esseri umani è un crimine
che si sviluppa nel quadro dell'emigrazione illegale, un fenomeno presente a
tutte le latitudini e che, in base a studi, coinvolge il 3% della popolazione
del mondo.
Si tratta dello spostamento di persone provenienti da paesi meno sviluppati
verso i più progrediti, in cui la quasi totalità dei suoi protagonisti cerca
migliori condizioni economiche.
L'emigrazione da Cuba verso gli Stati Uniti, generata anche da interessi
economici e dai ricongiungimenti familiari,
è stata segnata, in
particolare, dalla manipolazione politica dei suoi flussi, ordita generalmente
tra Washington e Florida.
Tale trattamento è il risultato del fatto che l'emigrazione che ha origine a
Cuba ha caratteristiche particolari per gli Stati Uniti. A questo proposito il
dottor Antonio Aja, uno specialista in materia di emigrazione, ha detto in
un'intervista concessa al nostro giornale: "A differenza degli altri paesi,
l'Isola invia migranti verso il suo perenne avversario, il che converte questa
migrazione in oggetto di manipolazione politica, allo stesso tempo
strumento di sovversione e di pressione sulla Rivoluzione".
Aja ha aggiunto che il governo degli Stati Uniti fomenta ufficialmente
l'emigrazione illegale di cubani verso il suo territorio attraverso
l'applicazione della
Ley de Ajuste Cubano
(1966), che ammette e legalizzazione automaticamente qualsiasi cittadino cubano
arrivato in questo paese, non importa da dove o che cosa ha fatto per
raggiungerlo, mentre contemporaneamente non adempie alla concessione dei 20000
visti concordati con la nazione dei Caraibi.
In tale scenario, i gruppi mafiosi di origine cubana, per la maggior parte con
sede in Florida, approfittano di queste facilitazioni esclusive per convertire
gli isolani in vittime di un milionario ed illecito affare, altamente pericoloso
per le irresponsabili condizioni di navigazione a cui si espongono le persone e
la minaccia che comporta per la sicurezza e gli interessi dei paesi colpiti.
Seguendo le orme della mafia
Sul
modo in cui il traffico illegale di cubani si
porta a termine
e il modo di affrontarlo, il tenente colonnello Miguel Torres Gutierrez, capo
delle Operazioni della Direzione delle Truppe di Frontiera del Ministero degli
Interni (MININT ndt), spiega che per raggiungere i loro scopi i trafficanti operano con
veloci motoscafi equipaggiati con perfino quattro potenti motori fuoribordo, in
grado di viaggiare ad una velocità di 60 nodi (100 km/h), che riparati dal buio
della notte si approssimano alla costa cubana - di oltre 5500 chilometri di
estensione - per raccogliere il loro carico umano.
I trafficanti arrestati a Cuba hanno riferito che per le loro operazioni
trascorrono due o tre giorni di lenta navigazione
attraverso le acque del Messico simulando viaggi per pesca o svago, per dopo
spostarsi su Cuba, effettuare la raccolta e ritirarsi, rapidamente e
sovraccarichi, fino ai punti di appoggio, situati in acque internazionali, dove
si riforniscono di combustibile, trasferiscono i trasportati su yacht e
forniscono indumenti e mezzi che gli consentano, una volta a terra, di
passare per turisti. Ciò riflette l'impiego, in questo affare, di una gran
quantità di risorse, molte persone e mezzi, ciò che lo rende più evidente.
In non poche occasioni vittime della tratta e trafficanti navigano con diverso
destino e per l'eccesso di persone a bordo, la mancanza di sicurezza, il buio
della notte e la fuga precipitosa nel mezzo della loro illegale attività, vi è
una conclusione fatale, con la dolorosa perdita di vite umane. In incidenti con
barche ribaltate, incagliate e che sono affondate, i trafficanti hanno posto
fine alla vita di cubani, tra cui donne e bambini.
La più recentemente nota di queste tragedie è accaduta lo scorso 6 aprile,
quando affondò una barca; ci furono cinque nuovi scomparsi. Il 22
dicembre 2007 era naufragata un'altra barca, sovraccarica e senza salvagente,
con un saldo di due vittime e gravi rischi per altri 11 emigranti - bambini
compresi - di cui nove hanno dovuto tornare a terra nuotando per un chilometro
dal punto dove la barca è affondata. Altri fatti si sono verificati da allora.
Le truppe guardia frontiera, dice il tenente colonnello Torres, hanno rafforzato
la loro lotta contro il crimine del traffico di cubani e affrontano, sia sulla
costa che nelle nostre acque territoriali, questa violazione del territorio
nazionale. "Abbiamo operativi che agiscono su entrambe le coste dell'Isola e
varie unità di superficie pattugliano le acque. Ciò ha permesso far fallire
numerose operazioni, col sequestro dei mezzi e cattura del suo equipaggio. Altri
si danno alla fuga quando vengono scoperti".
Finora, nel 2008, a Cuba sono stati catturati 17 barche con i loro equipaggi -
uno di loro è stato ucciso - per la maggior parte cubani residenti negli Stati
Uniti ma anche alcuni messicani - pescatori o padroni delle barche -
contrattati dai trafficanti.
Secondo Torres, quando si rileva che questi criminali sono stati in grado di far
salire a bordo le loro vittime si avvisa direttamente e immediatamente la Marina
messicana o il Servizio di Guardia Coste degli Stati Uniti, a seconda della
rotta di allontanamento dalle nostre acque.
I trafficanti elevano la complessità delle loro operazioni, cercando di evitare
il rilevamento, spiega il Capo delle Operazioni, e talvolta, una volta scoperti,
diventano aggressivi e ci sono stati incidenti, uno dei quali ha causato danni
al mezzo navale che stava operando e lesioni a uno dei nostri effettivi. Tale
comportamento aggrava il crimine, ha concluso.
Per dichiarazioni di detenuti ai quali abbiamo avuto accesso, il prezzo che
ricevono queste mafie varia da 10000 a 13000 dollari e, talvolta, può essere più
elevato - pagato in Florida dai parenti delle vittime.
I trafficanti 'assicurano' il loro carico umano prelevato da Cuba in case
chiamate di deposito o di sicurezza, situate nella città messicana di Cancun. Da
lì, telefonano in Florida in modo tale che le vittime parlino coi loro
familiari, un modo per garantire l'ottenimento dei loro sporchi onorari, in
un'azione che riproduce il più raffinato stile de Il Padrino, di Mario Puzzo.
Talvolta, nelle loro operazioni, arruolano anche persone senza parenti
negli Stati Uniti che possano pagare per il loro tenebroso passaggio. Questi,
nel migliore dei casi, sono costretti a lavorare obbligatoriamente per i
trafficanti, o semplicemente li lasciano a vagare per le strade di Cancun
totalmente indifesi, trasformandoli in poveri e privi di documenti.
Leggi più severe
In
un'intervista concessa sul tema, la Dr.Osiris Martinez
Lopez, capo della Direzione dei Processi Penali della Procura Generale
della Repubblica, ha spiegato che non vi è alcun dubbio che il traffico di
esseri umani è un crimine, riconosciuto e punito, da anni, dai codici
penali di vari paesi, tra essi la Spagna e nazioni della nostra regione,
tra cui Panama e Costa Rica, dal momento che attenta contro vari beni
giuridici.
Secondo altre fonti consultate, anche la legislazione statunitense prevede
pesanti sanzioni per i responsabili di questo crimine. Ma dalle
informazioni diffuse, è noto che le sanzioni applicate dai tribunali sono
benevole e scarso il numero dei sanzionati, se si tiene conto del fatto
che, secondo i comunicati stampa, le dichiarazioni degli imputati e le
denunce dei parenti delle vittime, è principalmente in questo paese
dove tale azioni, in molte occasioni, si gestiscono, organizzano, iniziano
e si lucra da questo illegale e mortifero servizio.
Martinez Lopez precisa che per Cuba questa tipicità ha una
maggiore connotazione, giacché oltre al suo intrinseco carattere criminale e
disumano, perché può portare alla morte di bambini, donne e giovani, il
traffico di cubani fa parte di una emigrazione illegale incoraggiata dalla
politica aggressiva degli Stati Uniti contro la Rivoluzione, col fine di
violare la nostra sovranità, la stabilità interna e la sicurezza
nazionale.
Inoltre, noi siamo un paese circondato da coste, con centinaia di baie,
che costituisce uno scenario che richiede uno straordinario sforzo per
mantenere il controllo della nostra frontiera marittima. Ma "non possiamo
permettere che questa sia utilizzata nello sporco affare del traffico di
esseri umani, giacché noi dobbiamo proteggere i nostri cittadini e la
nostra sovranità" ha detto.
La Dr.Martinez Lopez ha precisato che la norma base della legge
cubana recita: "Chi organizza o promuove col fine di lucro,
l'ingresso nel territorio nazionale perché le persone emigrino verso altri
paesi" incorre in sanzioni da 7 a 15 anni di carcere. "Se s'incorre nella
violenza, si mette in pericolo la vita delle persone o s'include minori di
14 anni, deve essere condannato da 20 a 30 anni di reclusione o privazione
perpetua della libertà".
Organizzazione contro la
criminalità
In conformità con la volontà dello Stato cubano, il MININT
affronta risolutamente le manifestazioni di crimini legati al l'emigrazione
illegale, ha detto il colonnello Gustavo Milián Rivero, capo del Dipartimento di
Divulgazione del Ministero degli Interni, affrontando questo problema.
A più riprese, egli ha detto, il nostro Governo ha denunciato la Ley de Ajuste
Cubano come stimolo deliberato alle pratiche delittuose associate
all'emigrazione illegale, che ora adotta modelli organizzativi più sofisticati
nella tratta di esseri umani.
Dal punto di vista interno, ha aggiunto Milián, "abbiamo attuato una serie di
misure che hanno elevato l'efficacia nella repressione di questo crimine, come
l'uso efficiente di nuovi mezzi e risorse, e realizzato un maggiore e migliore
coordinamento tra i vari organi del MININT coinvolti nel confronto, così come di
questi con le altre entità statali. Come risultato di questo agire sono stati
sventati molti tentativi di traffico, tanto sul litorale costiero come nelle
nostre acque territoriali, i cui colpevoli sono stati assicurati alla
giustizia".
Tuttavia, si tratta di un principio noto che affrontare il problema migratorio è
sempre responsabilità condivisa delle nazioni ricettrici, di emissione e di
transito. Su questo aspetto, il colonnello Milián ritiene di grande importanza
che le autorità dei paesi utilizzati dai trafficanti trattino questo delitto
con tutta responsabilità ed evitino la sua manipolazione per fini politici.
"Poiché coinvolgere essenzialmente i territori del Messico e Stati Uniti, il reato
della tratta di cubani genera nuove tensioni nella zona, già di per sé
incrementate dal traffico di droga, mettendo in pericolo la navigazione, il
turismo e la sicurezza dei nostri paesi" ha espresso Milián .
Le tre nazioni condividono le stesse acque e sono colpite da questo crimine
internazionale e, pertanto deve essere affrontato in maniera integrale, da tutti
i punti di vista, sia nei siti di origine dei trafficanti come agendo su
organizzatori, capi ed esecutori nei loro luoghi di residenza e punti di
partenza. "Se si affronta risolutamente e non vi è alcuna impunità ne mercato
per i trafficanti, il traffico di esseri umani non prolifererà" ha detto.
Il Capo assicura che, con il decisivo sostegno del popolo, specialmente nelle
zone costiere, il suo organismo si sforza di dare una risposta effettiva
nell'affrontare questo crimine, e già raccoglie risultati incoraggianti. "I
trafficanti non troveranno a Cuba né tolleranza, né un pezzo di costa dove non
si affronti il loro commercio del crimine" ha ammonito.
Intanto in Messico un
commando armato ha sequestrato 33 cubani mentre erano trasferiti dalle
autorità verso un centro per l’immigrazione nello Stato di Chiapas, per la
loro eventuale deportazione.
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