Il
francese Salim Lamrani professore, scrittore e giornalista francese,
addetto ai corsi nell'Università René Descartes Paris V è considerato come uno
dei migliori specialisti delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti. Ha dato
conferenze con Noam Chomsky, Ignacio Ramonet, Michael Avery o François Houtard.
Ascoltarlo è quasi un obbligo.
I cicloni
Gustav ed Ike
hanno colpito i
Caraibi alla fine dell'estate. Le informazioni dicono che Cuba è devastata e che
la situazione della popolazione somiglia a quella che ha sofferto durante il
periodo speciale, prima del 1994.
Il paese è stato devastato. Più di 450.000 abitazioni sono risultate colpite con
diversa gravità. La maggior parte dei raccolti sono risultati distrutti e varie
centinaia di migliaia di animali di razza sono morti, cosa che può creare una
grave crisi alimentare nella nazione. Più di 700.000 tonnellate di alimenti sono
stati eliminati. I supermercati dell'Isola soffrono un grave problema di
rifornimento. Le autorità cubane valutano le perdite in 5000 milioni di dollari.
-
Come considera la
posizione presa dagli Stati Uniti in relazione con l'aiuto umanitario? E quella
del resto della comunità internazionale?
- La
solidarietà internazionale
è
stata immediata benché
insufficiente. Paesi come Venezuela, Russia, Spagna, Cina, Perù, Bolivia,
Argentina e Brasile, tra gli altri, hanno offerto un aiuto umanitario di
emergenza incondizionata a Cuba che è arrivato rapidamente. Ma Washington ha
proposto un aiuto umanitario di solo 100.000 dollari a Cuba, imponendo due
condizioni. Da un lato, L'Avana doveva accettare l'ispezione di un gruppo di
esperti statunitensi per valutare i danni e le necessità, come se i cubani
fossero incapaci di procedere a questo tipo di valutazione. D'altra parte,
l'aiuto sarebbe stato distribuito, esclusivamente, per mezzo di organizzazioni
non governative, cioè le entità di estrema destra della Florida, ferocemente
opposte al governo rivoluzionario. L'offerta statunitense era ipocrita, un
insulto. Washington è l'unico paese che ha condizionato il suo aiuto. Inoltre,
non può considerarsi con serietà. Timor Est, minuscolo arcipelago del Pacifico,
ha offerto un aiuto cinque volte più elevato. Allo stesso modo, la Casa Bianca
ha concesso un aiuto 200 volte maggiore ad Haiti, mentre il paese conta con una
popolazione due volte inferiore a quella di Cuba ed i danni materiali, benché
considerabili, sono stati minori di quelli di Cuba.
-
Che cosa possiamo
fare noi, cittadini comuni?
- Tutti possiamo aiutare mandando denaro a Cuba. La solidarietà internazionale
deve essere più poderosa degli uragani. Nel bonifico deve indicarsi con
chiarezza come beneficiaria la Banca Finanziaria Internazionale S. A. (L'Avana),
esprimendo nel concetto Aiuto Umanitario Per i Danni Causati dall'Uragano. Banca
Finanziaria Internazionale, succursale di 1° e 18, Miramar, Nº. di conto:
0300000003347323, codice swift bancario: BFICCUHH.
The New York Times ha fatto un appello al governo statunitense per sospendere il
bloqueo, in questo caso. C’è di più, affermava in un editoriale che “Il bloqueo
contro Cuba è una delle peggiori politiche mai concepite”.
Le sanzioni degli Stati Uniti sono il principale ostacolo per lo sviluppo
economico di Cuba ed il benessere della popolazione cubana. Colpiscono i settori
più vulnerabili della società. Tutti gli anni si suppone per la nazione un costo
superiore ai danni causati dal ciclone Gustav. Nell'anno 2007, il bloqueo
economico è costato 3700 milioni di dollari al paese.
Inoltre, le sanzioni hanno un carattere extraterritoriale, cioè, che si
applicano in altri paesi come Austria, Norvegia, Inghilterra o Messico, in
flagrante violazione del Diritto Internazionale.
- Facciamo un
esercizio di immaginazione: Come starebbe ora Cuba se non esistessero le leggi
Torricelli e Helms-Burton?
- Cuba potrebbe costruire 100000 case in più tutti gli anni. Risolverebbe il
problema alimentare, come il problema del trasporto, e migliorerebbe
sostanzialmente il livello di vita sull'Isola. I cubani degli USA potrebbero
viaggiare regolarmente al loro paese e non solo 14 giorni ogni tre anni come
succede attualmente. Potrebbero inviare soldi senza nessuna restrizione, come è
il caso per i messicani, argentini e tutte le altre minoranze che vivono lì. Il
livello di vita cubano che attualmente è il più alto del Terzo Mondo, sarebbe
ancora più alto ed il tema dell'opposizione smetterebbe di essere un commercio
lucroso.
- Molti parlano che il
vero bloqueo è dentro l'isola, nel suo governo.
- Questo discorso retorico non ha fondamento. Nessuno
può negare il carattere anacronistico, crudele ed inumano delle sanzioni
economiche contro Cuba. Nel 2007,
184 paesi
si sono pronunciati contro il bloqueo.
-
Ma non c'è un
bloqueo interno?
- È assolutamente impossibile imporre qualunque bloqueo politico al popolo di
Cuba. I cubani sono insensibili alle minacce ed all'intimidazione, siano esterne
o interne. Cuba si è liberata dal colonialismo spagnolo con una guerra di
indipendenza che è stata la più lunga e la più sanguinante dell'America Latina.
Poi si è liberata da Machado, da Batista e dal neocolonialismo statunitense in
una guerra di liberazione che gli è costata 20000 vite. Nel 1962, i cubani sono
stati disposti a sparire dalla faccia della terra piuttosto che perdere la loro
indipendenza. Il popolo di Cuba non tollererebbe mai un regime dispotico. Si
ribellerebbe con le armi, come ha fatto tante volte nella sua storia. Se il
popolo cubano non avesse appoggiato Fidel Castro con un’opprimente maggioranza,
lui non avrebbe mai potuto governare. Lo stesso adesso con Raul. Attualmente,
ovviamente che ci sono punti di vista differenti a Cuba ma tutti si iscrivono in
una cornice ben precisa: la difesa della sovranità e l'indipendenza nazionale.
- Qual è, in questi
momenti, la posizione dell'Unione Europea rispetto a Cuba? E quella dello Stato
spagnolo?
- Di tutti i paesi europei, la Spagna è il paese che ha la posizione più
costruttiva, razionale ed indipendente. Zapatero ha compreso che bisogna
trattare Cuba alla pari, rispettando la sua sovranità e senza immischiarsi nei
suoi temi interni. Nel giugno del 2008, l'Unione Europea ha deciso di togliere
le sanzioni politiche e diplomatiche imposte dal 2003. Un passo corretto, ma è
anche imprescindibile eliminare la Posizione Comune del 1996 per arrivare a
stabilire delle relazioni ugualitarie con Cuba.
- Lei ha criticato
apertamente i dossier di Amnesty
International (AI) o Reporter Senza Frontiere (RSF)
su Cuba. Che interesse hanno nel mentire?
- Non si possono paragonare le due organizzazioni. AI è un'organizzazione seria,
benché non esente da contraddizioni. Per esempio, qualifica persone che hanno
ricevuto denaro da una potenza straniera – e lo riconosce senza ambiguità – come
carcerati di coscienza. In quanto a RSF, i suoi vincoli economici con uffici
schermo della CIA, qualcosa che la stessa entità riconosce, la spogliano di
qualunque credibilità. RSF difende l'agenda politica di Washington.
- Tutto quello che
succede a Cuba si giudica con un importanza molto alta, per esempio il tema dei
diritti umani (DDHH): perché una piccola isola di soli 11 milioni di abitanti è
tanto importante nella politica internazionale?
- Se avessero una vera preoccupazione per i DDHH, le priorità in America Latina
sarebbero Colombia, Messico, Salvador o Brasile. In realtà quello che li
disturba è il sistema politico, economico e sociale dell'Isola.
- Sono significativi i
cambiamenti accaduti dall'arrivo di Raul alla presidenza? Qual è il ruolo di
Fidel? La storia l'assolverà?
- Non ci sono stati cambiamenti significativi con Raul. Non si tratta di una
transizione bensì di un processo di continuità. Il socialismo è irreversibile a
Cuba. I veri cambiamenti a Cuba sono accaduti nel 1959 e l'isola si trova in
evoluzione costante da quella data. I cubani non ritorneranno ad un'economia di
mercato, ma continueranno sforzandosi nella costruzione di un socialismo
moderno, più giusto e più razionale, cioè un socialismo con meno proibizioni,
come ha segnalato Mariela Castro, la figlia di Raul.
Fidel è una figura storica e morale a Cuba. Il suo ruolo è piuttosto quello di
un consulente per la straordinaria esperienza che ha. È un soldato delle idee
come si qualifica lui stesso. Ognuno può avere un'opinione differente su Fidel
ma quello che è innegabile è che è un rivoluzionario autentico che ha voluto
fare giustizia, che ha voluto costruire una società migliore, che ha dato a Cuba
un'apertura alare straordinaria nell'ambito internazionale, che si è mantenuto
fedele alle sue idee, principi e convinzioni e che è una persona sommamente
rispettata ed ammirata non solo a Cuba ma bensì in tutto il Terzo Mondo. Perfino
i suoi nemici lo rispettano.
- La Russia sembra
cercare un nuovo luogo di potere nel mondo. Cuba fa parte della sua strategia?
- In realtà, è poco probabile che L'Avana accetti qualunque
nuova cooperazione militare col Cremlino
per
varie ragioni. Ai cubani non sono piaciute le dichiarazioni russe relative ad
una nuova collaborazione militare senza essere stati consultati. Inoltre, il
governo rivoluzionario sa per certo che l'installazione di un arsenale bellico
straniero nel suo territorio esacerberebbe solo le tensioni con Washington.
-
Che cosa possiamo
sperare se Barack Obama si trasforma in presidente degli Stati Uniti?
- Senza luogo a dubbi è il candidato che ha avuto il discorso più costruttivo
rispetto a Cuba. Ha detto che toglierebbe immediatamente le restrizioni imposte
nel 2004 relative ai viaggi ed agli invii di denaro. Disgraziatamente, non credo
che gli statunitensi siano preparati per avere un presidente negro.
- Secondo la sua
opinione, Washington, Parigi, Londra o Madrid sono più democratiche de L'Avana?
Di che democrazia parliamo?
- Basta consultare le relazioni di Amnesty International ed il mio ultimo libro
“Doppia Morale. Cuba, l'Unione Europea ed i diritti umani” per convincersi
altrimenti.
- Celia Hart
Santamaria, che è scomparsa alcune settimane fa, mi ha detto che per lei il
futuro della Rivoluzione cubana si stava giocando sulle strade di Caracas, lei
cosa ne pensa? Che cosa pensa delle alleanze originate dall'ALBA?
- Celia era un'intellettuale di una gran lucidità. Che riposi in pace. È la
verità che l'alleanza strategica tra Venezuela e Cuba è importante. Solo
l'unione panamericana può liberare i latinoamericani dell'influenza degli Stati
Uniti. Nonostante, reitero la mia convinzione: il processo rivoluzionario cubano
è irreversibile.
* l’autore è un giornalista della
testata Galicia Hoxe
traduzione di Ida Garberi
|