Non
č la prima volta
Avendo evitato qualunque copertura significativa sulla Bolivia dal momento
dell'elezione di Evo Morales nel dicembre 2005, i media internazionali sono ora
obbligati a rimettersi al passo. Ieri [5 Maggio] nella nazione andina di 9,1
milioni di abitanti si č tenuta una
votazione cruciale che potrebbe spianare la strada alla secessione della
regione di Santa Cruz, ricca di risorse.
Con una sfida all'autoritŕ di Morales piů dell'80% dei votanti ha approvato un
referendum che permetterebbe
maggiori poteri a Santa Cruz, un'area che č responsabile di circa il 30%
del prodotto interno lordo boliviano e in cui vi abita un quarto della
popolazione totale. Morales, che ha respinto come illegale il voto
sull'autonomia, ha chiesto all'opposizione di impegnarsi in un dialogo con il
suo governo.
Fondamentalmente l'imbroglio di Santa Cruz č una battaglia su petrolio e
gas.
L’elite di razza mista delle pianure vuole un controllo piů
locale sulle risorse, mentre Morales, che ha l'appoggio dei popoli indigeni
delle montagne, vuole che le piů ricche regioni orientali contribuiscano di piů
alla parte occidentale povera.
I leader ricchi di Santa Cruz sono particolarmente esasperati dalla bozza di una
nuova costituzione che limiterebbe le grandi proprietŕ terriere. Ripudiando le
riforme costituzionali la gente di Santa Cruz ha votato per dare alla sua
regione un controllo maggiore sulla distribuzione delle terre, cosě come sulle
ricche riserve di petrolio e gas.
Cosa accadrŕ ora?
Il referendum di Santa Cruz ha stabilito un minaccioso precedente: tre altre
province orientali, Tarija, Pando, e Bendi, che anche possiedono grandi
giacimenti di greggio e di gas naturale, hanno affermato che anche loro
voteranno per una maggiore autonomia. Se anche gli elettori di queste regioni si
accingeranno a ripudiare il governo centrale ciň potrebbe dar luogo a uno
scenario da guerra civile volto ad una disgregazione nazionale.
La mano nascosta
dietro la secessione
Come
se le tensioni politiche non fossero abbastanza alte, Morales ha fatto
aumentare ulteriormente le cose quando
ha
accusato gli USA
di appoggiare i secessionisti orientali. Avvertendo che
potrebbe intraprendere “decisioni radicali” contro diplomatici stranieri
coinvolti con la politica boliviana, Morales ha sottolineato: “Non riesco a
capire perché, nel nostro paese, alcuni ambasciatori si dedicano alla politica e
non alla diplomazia. Una cosa del genere non si chiama cooperazione. Si chiama
cospirazione.”
Nel frattempo il vicepresidente Álvaro García ha accUSAto l'ambasciata USA di
finanziare “pubblicazioni, viaggi e seminari” per aiutare l'opposizione a
Morales a sviluppare “resistenza politica ed ideologica” contro
l'amministrazione.
Morales ha delle buone ragioni per essere paranoico. Come documento con un certo
dettaglio nel mio attuale libro “Revolution!
South America and the Rise of the New Left” (Palgrave-Macmillan), l'agenda
socialista di Morales, il nazionalismo cocalero e l'ostilitŕ al neoliberismo
economico non sono affatto riusciti ad ingraziarlo presso l'elite della Beltway
[Washington]. I sempre piů stretti legami del leader boliviano con Venezuela e
Cuba hanno, allo stesso modo, fatto suonare una campanella dell'allarme per i
diplomatici USA.
Con uno sforzo per riportare indietro il cambiamento sociale e politico in
Bolivia, gli USA hanno incanalato milioni di dollari ai gruppi di opposizione
tramite lo USAID e il The National Endowment for Democracy. Per di piů lo USAID
appoggia esplicitamente le richieste della destra per una maggiore autonomia
regionale nelle regioni orientali.
Comunque non č la prima volta che gli USA hanno cercato di incoraggiare i
sentimenti secessionisti all'interno di regioni sudamericane che possiedono
ricche risorse naturali.
Flashback: Venezuela
Nel
1908 gli USA appoggiarono un colpo di stato militare in Venezuela lanciato da
Juan Vicente Gómez. Lo scopo principale di Gómez era stabilire uno Stato forte e
centralizzato. Per ottenere ciň avrebbe dovuto stroncare i sentimenti
secessionisti nello stato occidentale di Zulia.
Gómez, un brutale dittatore, non riuscě bene ad affrontare i problemi politici
nelle regioni occidentali. La Zulia, misurando 63.100 km quadrati, con 178.388
abitanti nel 1908, non era solo grande in termini di vastitŕ territoriale, ma
era anche economicamente importante. Quando Gómez ottenne il potere Zulia aveva
il budget piů consistente tra tutti gli Stati venezuelani. La cittŕ piů grande,
Maracaibo, aveva una popolazione di circa 39.000 abitanti a cavallo del secolo.
La scoperta di grandi depositi di petrolio nel lago Maracaibo complicň
ulteriormente la questione per Gómez. Il presidente USA Warren Harding assegnň
una particolare importanza alla promozione degli interessi petroliferi USA
all'estero, il Dipartimento di Stato era infestato da funzionari compromessi da
conflitti di interesse.
Per esempio William T.S. Doyle, direttore in carica della Shell Oil nel
1919-1920, era ex direttore della divisione per gli affari latino-americani del
dipartimento di Stato. Jordan Stabler, un altro funzionario del Dipartimento di
Stato, andň a lavorare per la Gulf Oil. Francis Loomis, un potente funzionario
del Dipartimento di Stato, in seguito lavorň per la Standard Oil.
Nel dicembre 1921 Gómez ricevette uno shock quando apprese di un piano per
un'invasione militare del Venezuela. Il piano fu sventato quando le autoritŕ
olandesi fermarono una nave in partenza dall'Olanda. La nave era stata
noleggiata per viaggiare sino in Venezuela, apparentemente per essere impegnata
in una “spedizione piratesca”. Ad un'altra nave fu impedita la partenza
dall'Inghilterra. Entrambe le navi, a quanto affermň il British Public Records
Office, erano state finanziate con $ 400.000 da “interessi petroliferi degli
Stati Uniti”, che “stavano ricorrendo ad ogni mezzo per bloccare lo sviluppo di
concessioni britanniche di cui speravano di impadronirsi”.
Sebbene il piano studiato dagli interessi petroliferi americani non arrivň mai a
dare frutti, la crescente presenza petrolifera era una preoccupazione per Santos
Gómez, il governatore dello stato di Zulia. Nel 1923 scrisse personalmente a
Gómez, avvertendo il suo comandante che i lavoratori del petrolio potevano
essere sovvertiti da nemici del regime.
La flotta americana in
Zulia
Ufficialmente la successiva amministrazione repubblicana di Calvin Coolidge
sposň una politica di non intervento negli affari latino-americani. Nondimeno
Gómez agě con decisione per nominare un governatore dello stato di Zulia,
Vincencio Pérez Soto, piů forte e competente. Secondo lo storico Brian McBeth le
voci su compagnie petrolifere che sponsorizzavano la secessione di Zulia
preoccuparono Gómez e convinsero il dittatore della necessitŕ di nominare come
presidente dello Stato un uomo piů forte. Chiaramente la regione di Zulia, ricca
di petrolio, era sempre piů critica. Entro il 1928, infatti, il Venezuela
sarebbe diventato il maggior esportatore mondiale di petrolio.
Negli anni 20 gli interessi economici USA in Zulia crebbero, mentre aziende
petrolifere americane, quali la Standard Oil e la Gulf, si unirono alle loro
controparti britanniche nell'area del lago Maracaibo. Secondo il console USA a
Maracaibo, Alexander Sloan, vi era una diffUSA disaffezione a Maracaibo contro
il governo di Gómez. Sloan disse che i nativi di Zulia, cosě come i residenti di
Maracaibo, “non sentono oggi, né da anni, una grande affezione per il governo
centrale”.
Nel frattempo Pérez Soto si dovette confrontare con notizie sconvolgenti. Il 2
luglio 1926 la USS Niagara arrivň davanti alle coste di Zulia. Il console USA
gli chiese che ai marinai fosse concesso di celebrare il quattro luglio in
Venezuela. Quando un ufficiale dell'aviazione, distaccato alla Niagara, richiese
il permesso di sorvolare Maracaibo in onore del quattro luglio Pérez Soto
divenne sospettoso. Il governatore fu raggiunto da rapporti che affermavano che
la reale ragione per il sorvolo era prendere fotografie aeree della regione.
Pérez Soto impedě lo sbarco dell'equipaggio della Niagara e si rifiutň di
autorizzare il sorvolo.
Scrivendo a Gómez il governatore riferě che gli USA avevano cercato di far
stazionare la Niagara nelle acque venezuelane “come una sorta di sentinella
degli interessi nordamericani in Venezuela”. Pérez Soto allora impiegň la sua
intelligence per ottenere rapporti dettagliati sulle attivitŕ dei marines USA
della Niagara sull'isola di Zapara, collocata all'ingresso delle secche di
Maracaibo.
Pérez Soto scoprě che l'equipaggio della Niagara aveva montato una radio senza
fili con una portata di 2000 miglia. Pérez Soto era particolarmente preoccupato
che i potenti settori della societŕ di Maracaibo potessero cospirare con gli
Stati Uniti per accelerare la secessione della Zulia con lo scopo di separare lo
stato dal resto del Venezuela.
La Repubblica di Zulia
Con lo scopo di diminuire le tensioni con gli interessi stranieri Pérez Soto
assicurň i manager delle compagnie petrolifere che era “ ansioso di discutere
con loro i loro problemi e di fornire loro qualunque aiuto in suo potere”. Pérez
Soto cercň di affermare la sua autoritŕ sulle compagnie petrolifere tramite
mezzi legali e diplomatici. Come disse il console USA, Pérez Soto e i funzionari
locali erano determinati sul fatto che “non dovevano essere tollerate qui
condizioni come quelle che erano esistite a Tampico [Messico], e sono diventati
piů rigidi per far rispettare la disciplina e l'obbedienza alle leggi”. In una
nota a Gómez, Pérez Soto meditň sul fatto che forse le compagnie petrolifere si
sarebbero conformate alla legalitŕ e all'onestŕ — “o forse no, e cercheranno di
distruggermi” tramite i loro rappresentanti a Caracas.
Per molti aspetti Pérez Soto era stato un governatore piů efficace dei suoi
predecessori. Per Gómez, perň, il rischio era che quanto piů fosse diventato
potente Pérez Soto maggiore sarebbe stata la possibilitŕ che il carismatico
politico sarebbe diventato un rivale nei suoi confronti. Dopo aver consolidato
il potere, Gómez dovette affrontare ulteriori fermenti tra i militari, e vi
erano ampie opportunitŕ per Pérez Soto di creare intrighi.
Nel luglio 1928 il colonnello Jose Maria Fossi, un fidato subordinato di Gómez
si rivoltň contro il dittatore, prendendo per alcune ore la cittŕ di La Vela de
Coro. L'insurrezione militare, che richiese che i rivoluzionari fossero
rinforzati da 300 ribelli venezuelani e 90 domenicani che lavoravano a Curacao,
fu schiacciata dalle truppe di Gómez. Fossi successivamente sottolineň che Pérez
Soto lo aveva avvicinato e gli aveva offerto denaro in cambio del suo appoggio
nel fomentare un movimento separatista. Lo scopo finale era formare una nuova
Repubblica che comprendesse gli Stati venezuelani di Zulia e Falcon e la regione
colombiana di Catatumbo. L'iniziativa, aggiunse Fossi, avrebbe avuto l'appoggio
delle compagnie petrolifere del lago Maracaibo.
Mentre tali dichiarazioni devono essere trattate con cautela, le autoritŕ
colombiane erano apparentemente preoccupate di un complotto e il Parlamento di
Bogotá si riuně in sessione segreta per discutere “le mosse degli agenti Yankee
nei dipartimenti di Santander e Goagira che cercavano di provocare un movimento
separatista che, unito allo stato di Zulia, avrebbe formato la Repubblica di
Zulia”. Pérez Soto smentě le voci di un suo coinvolgimento nella secessione di
Zulia come “tradimento contro la madre patria, un disonore immenso”. Perň la
credibilitŕ di Pérez Soto fu ulteriormente danneggiata quando lo stesso Gómez fu
raggiunto da una corrispondenza che suggeriva sforzi per coinvolgere Pérez Soto
nei piani secessionisti della Zulia. McBeth scrive che “importanti petrolieri
con strette connessioni col dipartimento di Stato avevano fatto indagini sulla
idoneitŕ di Pérez Soto come presidente di Zulia”.
Qual č la rilevanza odierna di tutta questa storia? Dobbiamo ricordarci che gli
USA, in primo luogo, aiutarono Gómez ad installarsi al potere e mandarono
navi da guerra USA per aiutare il dittatore ad ottenere il potere nel 1908. Per
di piů lo stesso Gómez era un solido anticomunista. Eppure potenti interessi
negli Stati Uniti ancora non erano soddisfatti delle credenziali
reazionarie di Gómez e cercarono di complottare contro il dittatore. Data la
storia, e difficile sorprendersi che gli USA incoraggino oggi sentimenti
secessionisti in Bolivia, un paese il cui presidente mostra una molto minore
affinitŕ ideologica con Washington rispetto al Gómez dell'inizio del ventesimo
secolo.
* Nikolas Kozloff č autore di
Hugo Chávez: Oil, Politics, and the Challenge to the U.S.
(Palgrave Macmillan, 2006), e
Revolution! South America and the Rise of the New Left (Palgrave Macmillan,
April 2008).
Titolo originale: " U.S. is Promoting Secession in Bolivia "
Fonte: http://www.counterpunch.org/
Link 06.05.2008
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO
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