Il trionfo,
questo 3 giugno, di Barack Obama
come candidato,
del Partito democratico,
alle presidenziali a molti ha ricordato una scena simile a 40 anni fa. Il 5
giugno 1968, dopo una campagna primaria tanto dura come questa,
quando era già stato dichiarato vincitore, fu
assassinato il senatore Robert F. Kennedy (RFK).
Non sono solo queste le sole similitudini. In entrambe le occasioni
i vincitori portavano come tema principale porre fine alla guerra.
Quella del Vietnam allora, in Iraq oggi. In entrambe le occasioni
gli aspiranti erano
carismatici giovani che suscitavano entusiaste speranza tra la
folla. In entrambe le occasioni sfidavano lo
spettro del complesso militare-industriale, il potere reale.
Le rivelazioni di David Talbot
nel suo libro "Fratelli", unitamente
a foto e filmati nell'Hotel Ambassador, dove è stato ucciso RFK, offrono nuovi elementi di prova per la tesi che la
CIA e la mafia
italiana e cubano-americano parteciparono non solo allo scandaloso
assassinio di John F. Kennedy (JFK), nel 1963, ma anche nell'esplosivo
assassinio di suo fratello RFK, cinque anni dopo. Alcuni testimoni hanno
individuato tre alti funzionari della CIA che occuparono posti
di responsabilità nelle gigantesche operazioni segrete contro Cuba,
durante gli 60 anni, dalla Stazione JM Wave, situata a Miami, la maggiore
Stazione dell'Agenzia (CIA ndt) in quel
epoca. Essi sono George Joannides che
fungeva, in quella crociata, da Capo delle Operazioni di Guerra
Psicologica; David Sanchez Morales, capo delle Operazioni Speciali
e Gordon Campbell, capo delle Operazioni Marittime.
La relazione elaborata all'inizio dello scorso 2007, è il
risultato di tre anni di indagini da parte del regista
Shane O'Sullivan e lo scrittore Talbot, che rivelano che questi alti funzionari
erano stati assegnati, nel 1963, alla guerra segreta contro Cuba, uno dei cui obiettivi
era quello di assassinare l'allora Primo
Ministro Fidel Castro. Le prove sono tornate a proporre
all'attualità la
conclusione raggiunta dal Comitato Speciale dei 12 membri della
Camera dei Rappresentanti guidato da Luigi F. Stoke: gruppi della
CIA e la mafia italiana e cubano parteciparono all'assassinio a
Dallas ed anche al crimine dell'hotel Ambassador nel 1968.
La relazione Shane O'Sullivan, trasmessa dalla BBC Newsnight,
assicura che gli operativi e quattro complici, ancora non identificati, erano lì
presenti momenti prima e dopo l'attentato. Questa presenza è sospetta perché "la
CIA non aveva alcuna competenza nazionale e alcuni degli ufficiali
erano, allora, di sede nel Sud-Est asiatico e non avevano alcun motivo di essere
a Los Angeles".
GEORGE JOANNIDES, IL
GRECO
DEL DOPPIO GIOCO
Il principale agente
CIA presumibilmente individuato negli elementi di prova grafiche é George Joannides, nato ad
Atene nel 1922, che lavorò, nel 1949, per il servizio di
informazione della Ambasciata greca a Washington. Nel 1951 entrò a far
parte della CIA, e dopo il 1959 fu assegnato a Miami alla
Stazione più grande
della Compagnia, a quel tempo, dedicata alla cospirare
contro Cuba, e lavorò in stretta collaborazione con un gruppo
terroristico con sede a New Orleans chiamato Direttorio Rivoluzionario
Studentesco (DRE).
Joannides, nominato da Richard Helms, direttore della CIA, a
rappresentare l'Agenzia nell'inchiesta del Comitato Speciale del
Congresso, realizzata dal 1976 al 1978, ha partecipato, come si é
saputo da documenti di recente declassificati, ai contatti del DRE con Lee
Harvey Oswald, nell'agosto 1963, prima del crimine di
Dallas.
La CIA non rivelò che questo ufficiale aveva svolto un
importante ruolo negli eventi del 1963, in particolare nella
copertura dei
legami dell'Agenzia con Oswald, colui che é stato sospettato della
cospirazione per collegare il "tiratore solitario" con il governo
cubano.
Robert Blakey, capo degli investigatori del Comitato Speciale del
Congresso, montò in collera alla notizia, dopo la morte di Joannides
nel 1990, perché aveva posto fiducia nella collaborazione che detto ufficiale prestava alla Commissione, su
incarico di Richard Helms.
"Ora non ho più fiducia nella collaborazione della
CIA con il Comitato"
dichiarò Blakey e manifestò
che si era incentrato su Oswald, nei mesi passati da questo a New
Orleans prima di andare a Dallas ed in particolare nel suo tentativo
di penetrare il gruppo del DRE, poiché erano questioni cruciali,
tanto nelle indagini della Commissione Warren, nel 1963,
come in quelle del Comitato della Camera nel 1976. Il professore
qualificò
come oltraggioso che la
CIA non avesse informato nessuna delle due
commissioni sulla "relazione finanziaria e di altri collegamenti con
il DRE, un gruppo con cui Oswald sosteneva contatti diretti" ciò che considerò "un'ostruzione
alla giustizia" .
Egli ha fatto riferimento a lamentele da parte del suo staff perché Joannides, lungi dal facilitare la cooperazione,
la ostruiva. Quando
le riferì, la
CIA le attribuì alla giovinezza degli investigatori. "Io
mi
sbagliavo, gli investigatori avevano ragione. Ora credo che il processo
mancava di integrità, proprio a causa di Joannides. Non fummo capaci
di condurre una vera e propria inchiesta sull'Agenzia. Ora
non credo a nulla di tutto ciò che l'Agenzia disse al Comitato. Molti mi hanno detto che la cultura dell'Agenzia è
di
prevaricazione e dissimulazione e che uno non si può fidare di
questa gente. Fine della storia... io ora sono nel campo di coloro
che la pensano così".
MORALES, L'ASSASSINO
PREFERITO
Sanchez David Morales, nativo dell'Arizona, è un altro ufficiale
CIA inspiegabilmente presente, secondo
O¢ Sullivan, nell'Hotel
Ambassador il 5 giugno 1968. Della lunga storia nel lavoro
sporco dell'Agenzia, in cui entrò a far parte nel 1951, l'Indio,
come era conosciuto a causa delle sue origini, cominciò a
spiccare per il suo coinvolgimento nel rovesciamento del Presidente Jacobo Arbenz in Guatemala.
Dopo passò a prestar servizio, tra il 1955
e il 1957, nell' ambasciata USA a Caracas, "dove
consolidò la sua reputazione come assassino No. 1 della
CIA in America Latina. Era l'uomo preferito dell'Agenzia per la
realizzazione del lavoro sporco". Tra il 1958 e il 60
era presso l'Ambasciata USA a L'Avana, dove appoggiò Batista e
combatté Fidel Castro.
Morales è descritto da Tom Clines, anch’egli capo nel JM
Wave, come una leggenda in quasi tutte le operazioni coperte della CIA,
sempre legato ai principali attori di questo gruppo di lavoro sporco, in
particolare Ted Shackley, che fu secondo di George Bush padre per le
operazioni Speciali presso la CIA e David Atlee Phillips, capo delle
operazioni contro Fidel Castro.
O'Sullivan è stato in grado di identificare
Morales a partire da una foto di questo personaggio, presa a Cuba nel
1959, dove era console di facciata. Da allora risale la sua relazione con
Phillips.
Oltre alla leadership nella Stazione JM Wave, che organizzò l'invasione
chiamata Baia dei Porci, secondo Clines, Morales partecipò con
Felix
Rodriguez, nel 1967, alla persecuzione ed assassinio di Che Guevara. Un
alto funzionario della CIA, Edwin Wilson, ha detto che il vero assassino
del Che fu Sanchez David Morales.
In Laos e Vietnam, l'Indio commise innumerevoli omicidi sotto gli ordini
di Ted Shackley e Dave Phillipps, la sanguinosa Operazione Phoenix. Il
libro “The Politics of Heroin: CIA Complicity in the Global Drug Trade”,
di W.McCoy, afferma che Shackley e Clines organizzarono una riunione, nel
1968, tra Santo Trafficante e Vang Pao, per creare un megaoperazione di
traffico di eroina. Morales, Felix Rodriguez e altri cubani veterani della
Brigata 2506, che invase Cuba nel 1961, parteciparono in essa.
Nel 1970 Morales passò a lavorare in Cile dove si dedicò, nell’Operazione
Condor, alla scomparsa di leader politici e dei lavoratori, soprattutto
dopo il rovesciamento e la morte del Presidente Salvador Allende, dove
aiutò Pinochet nella sua campagna contro il presidente e poi nella feroce
repressione. Si vantava di essere stato coinvolto in importanti omicidi,
che contribuiva a pianificare,
per conto della CIA.
In base ai rapporti l’Indio Sanchez
Morales era molto violento, molto aggressivo ed anche i suoi capi ne
avevano paura. Ma i suoi amici dicevano che alla fine temeva un attacco
alla sua vita da parte "della sua stessa gente." Morì di un sospetto
attacco di cuore, giorni prima di testimoniare dinanzi alla Commissione
Ristretta della Camera dei Rappresentanti che indagava l'assassinio del
presidente Kennedy. Anche morirono in circostanze misteriose, prima o dopo
di testimoniare per il Comitato Stokes, altri coinvolti come il capo mafia
John Rosselli, Rip Robertson e l’impresario ed agente William Pawley.
L’Investigatore Gaeton Fonzi ha rivelato che Morales poteva essere stato
l’uomo di aspetto latino che fu visto con Lee Harvey Oswald nella casa di
Silvia Odio a New Orleans, secondo la testimonianza dell’ex agente della
CIA Paul Bethel, che lavorava per Phillips. Fonzi ed altri investigatori
coinvolgono nell’ assassinio anche Carl E. Jenkins, Chichi Quintero,
William Pawley, Roy Hargraves, Edwin Collins, Herminio Díaz, Tony Cuesta,
Eugenio Martinez, Virgilio Gonzalez e Felipe Vidal Santiago.
Uno degli ufficiali della CIA di JM Wave, Bradley D. Ayers,
identificò nei filmati Sanchez Morales, Campbell e Joannides e denunciò che
loro tre e molti della JM Wave ebbero "intima conoscenza operativa con le
circostanze che riguardavano l'assassinio del presidente Kennedy". Citò
inoltre Theodore Shackley, Felix Rodriguez, Thomas Clines, Grayston Lynch,
Rip Robertson, Edward Roderick e Tony Sforza.
In quanto a Gordon Campbell, il corso delle indagini ha
fatto
pensare che, per anni, ha partecipato alle operazioni marittime contro le
coste di Cuba. Si è potuto identificare, con testimoni di queste azioni,
che fosse un qualcuno con un basso profilo pubblico, preferendo agire
"nell’ombra".
Sono ancora senza declassificazione documenti chiave della CIA che,
secondo l'inchiesta della Camera, 20 anni fa, dimostrerebbero la teoria
della cospirazione che tolse la vita al presidente Kennedy. Ora,
45 anni dopo l'assassinio, gli
elementi di prova puntano, anche nel caso di Robert, verso gli stessi
sospettati. Essi confermano che quello fu un
vero e proprio colpo di stato, i cui autori sono ancora protetti dalla
CIA
e dal Presidente Bush, come nel caso di
Posada Carriles.
Per diversi anni, Kennedy sembrò approvare la Relazione Warren e la sua
teoria del tiratore unico nell'assassinio di suo fratello. Ma in privato,
continuò a lavorare assiduamente per far luce sulla morte di suo fratello.
Ma rispondendo alle domande dei partecipanti a una manifestazione annunciò
che se fosse stato eletto avrebbe riaperto l'investigazione sul
controverso verdetto, assunto
dalla Commissione Warren creato da Johnson, che definiva Lee Harvey Oswald
come unico colpevole. Due mesi più tardi, il
5 giugno 1968, ottenne la nomina nel corso della riunione all’Hotel Ambassador di Los Angeles.
Gli assassini decisero di non correre il rischio che raggiungesse la
Presidenza, che tutti pensavano avrebbe vinto facilmente sul suo
concorrente repubblicano, Richard Nixon, già sconfitto da Jonh nel 1960.
Non aspettarono più a lungo e la finirono con lui.
I timori che la storia si ripeta non sono infondati come
neppure innegabili. E'vero che Obama ha affrontato la mafia di Miami e il
potere militare-industriale che sono gli sponsor di Bush. Ma non siamo nel
1963 né nel 1968 quando i Kennedy furono assassinati.
Si ricordi che nel 1933 Franklyn D. Roosevelt ottenne il sostegno del
potere reale con un programma progressista per l’epoca. Non dobbiamo
neppure dimenticare che Obama è stato il candidato con maggiore sostegno
di fondi, che provengono soprattutto dalle grandi imprese, ciò che è di
fondamentale importanza in tutte le elezioni negli Stati Uniti. Alcuni
ritengono che potrebbero avere optato per lui perché sarebbe un candidato
più vulnerabile di Hillary. Ma credo che sarebbe una mossa troppo
rischiosa. Nel 1933 il capitalismo negli Stati Uniti era in crisi e per le
imprese era necessario salvarlo. Qualcosa di simile accade ora.
Nel prossimo novembre, si chiarirà il mistero delle elezioni e qualche
giorno dopo si compieranno 45 anni dall’ assassinio, senza che la CIA sia
stata costretta a declassare i segreti del complotto, come richiesto,
20 anni fa, dal
Comitato Speciale di Stokes. Perché quando George Bush padre –
parte importante nel gruppo di lavoro sporco della CIA - si catapultò,
con Reagan,
dalla direzione dell'Agenzia fino alla Presidenza, la dinastia
famigliare ha inquinato il potere ad un livello di corruzione che la
salvezza del paese deve passare attraverso un reale cambiamento. Che
inizia col liberarsi di questi segreti e di queste mafie americane e
cubane e comprendere quali sono i reali interessi degli Stati Uniti.
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