I Cinque: voci prestigiose

al riscatto della giustizia

 

18 marzo '09 -  www.granma.cu

 

 

Prestigiosi esperti di diverse parti del mondo hanno apportato le loro considerazioni per contribuire affinché la Corte Suprema di Giustizia ed il governo degli Stati Uniti dispongano d’abbondanti elementi legali, etici e morali che li aiutino a decidere nel caso dei Cinque antiterroristi cubani incarcerati da oltre 10 anni.

 

I 1500 delegati del recente XI Incontro Internazionale di Economisti sulla Globalizzazione ed i Problemi dello Sviluppo, svoltosi all’Avana, hanno sottoscritto una missiva diretta al presidente Barack Obama, illustrandogli la grande ingiustizia commessa nel suo paese contro i valenti lottatori.

 

Gerardo Hernandez, Rene Gonzalez, Ramon Labañino, Antonio Guerrero e Fernando Gonzalez, sotto il precetto del bisogno di difendere la loro patria, svolgevano la missione di informare sulle attività criminali che organizzavano nel sud della Florida contro Cuba e gli stessi Stati Uniti, quando nel settembre del 1998 sono stati arrestati.

 

I firmatari della missiva sono economisti, accademici, politologi, sociologi, congressisti, deputati, senatori e giuristi di 52 paesi, membri di numerose istituzioni ed organizzazioni internazionali, di diversi orientamenti politici e religiosi, che nell’insieme comprendono le valide ragioni per liberare gli ingiustamente detenuti.

 

L’invio della lettera è coinciso con la presentazione alla Corte Suprema di Giustizia degli USA di 12 memoriali di amici della Corte (amicus curiae brief), a sostegno del riesame del caso dei Cinque.

 

La Corte Suprema di Giustizia ammette solitamente appena il 2% dei procedimenti che sono sottoposti alla sua attenzione, con norme tradizionali, pertanto le argomentazioni ricevute potrebbero contribuire alla comprensione dell’importanza dei fatti che sono stati mostrati dalla Difesa lo scorso 30 gennaio.

 

Gli avvalli degli amici della corte includono il prestigio internazionale di 10 Premi Nobel: il Presidente di Timor Leste, Josè Ramos Horta, Adolfo Perez Esquivel, Rigoberta Menchu, Josè Saramago, Wole Soyinka, Zhores Alferov, Nadine Gordimer, Gunter Grass, Dario Fo e Mairead Maguire.

 

Sono stati appoggiati anche da tutto il Senato del Messico, l’Assemblea Nazionale del Panama e Mary Robinson, presidentessa dell’Irlanda (1992-97) ed Alto Commissario dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (1997-2002).

 

A questi si sono uniti centinaia di parlamentari di tutto il mondo, tra cui 75 membri del Parlamento Europeo, 85 della Camera dei Deputati degli Stati Uniti Messicani e 87 della Camera dei Comuni del Parlamento del Regno Unito.

 

Sono stati firmati anche da 9 senatori e 33 deputati del Parlamento dell’Irlanda, 11 membri del Parlamento della Scozia, 17 senatori e 138 deputati del Congresso Nazionale del Brasile, 4 senatori ed 8 deputati del Congresso Nazionale del Cile.

 

La stessa posizione è stata adottata anche da 4 deputati, un senatore ed un ex senatore del Parlamento Federale Belga e da sette membri del Parlamento tedesco (Bundestag).

 

Come prassi, il Governo degli Stati Uniti deve fare la sua presentazione in opposizione prima del 6 aprile, e la Corte Suprema deve decidere se riesamina o meno il caso prima della pausa estiva, in giugno.

 

I magistrati della Corte Suprema avranno a loro disposizione questi sereni ragionamenti di persone prestigiose per avallare una decisione.