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L’irresistibile vittoria di Evo
7 dicembre '09 - www.granma.cu (PL)
"Oggi la Bolivia ha dimostrato di nuovo la sua vocazione democratica e che è possibile cambiare”, ha dichiarato il presidente rieletto Evo Morales, del Movimento al Socialismo -MAS- che è stato ratificato nell’incarico con un’ approvazione popolare della sua gestione espressa con più del 63% dei voti.
Nel suo discorso davanti al Palazzo del Governo in Plaza Murillo, davanti a migliaia di emozionati simpatizzanti, Morales ha dichiarato che il trionfo dei boliviani costituisce fondamentalmente un riconoscimento ai governi ed ai popoli anti-imperialisti ed ha ringraziato per questa opportunità di continuare a lavorare per l’uguaglianza e l’unità in Bolivia.
Il presidente, che sarà investito ufficialmente per il periodo 2010-2015 il prossimo 22 gennaio, ha espresso l’impegno di accelerare il processo di cambi sociali che si sta sviluppando in tutta la nazione, assieme al suo vice presidente, Álvaro García Linera, e alla guida d’una possibile maggioranza nel Senato con 25 senatori su 36, come indicano i sondaggi al termine delle votazioni.
L’elezione ha visto una partecipazione di massa della popolazione e l’incredibile totale di 140000 voti dall’estero, costituendo così il primo processo elettorale nella cornice della nuova Costituzione, fomentata da Evo, che dichiara la Bolivia uno Stato multinazionale.
Morales ha chiamato i suoi oppositori: “A lavorare insieme per la Bolivia in un governo che sorge dal popolo ed è per il popolo”, ha precisato.
Un " paceñazo " para Evo Morales |
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4 dicembre '09 - Mario Hubert Garrido www.granma.cu (PL) |
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A sole 48 ore dalle elezioni politiche in Bolivia, la chiusura della campagna elettorale di Evo Morales è diventata una festa che sarà ricordata per molto tempo nella combattiva città di El Alto.
Deputati del governante Movimento al Socialismo (MAS), come Gustavo Torrico, avevano anticipato che la manifestazione sarebbe stata un "paceñazo", sinonimo boliviano di un forte appoggio popolare in una delle località di maggior convocazione per Evo.
La realtà ha superato le aspettative e tutte le concentrazioni precedenti come quella del maggio del 2008, in risposta alle manovre dell’opposizione che voleva portare i tre poteri dello Stato a Sucre, con false motivazioni.
El Alto, dove le inchieste prevedono il 70% dei voti per Morales, è stata nuovamente la piazza integratrice per mezzo milione di boliviani, giunti dai nove Dipartimenti, per ascoltare il loro leader ed il vicepresidente Álvaro García, compagno di formula di Evo nelle prossime elezioni di domenica.
Le bandiere dal MAS, la bandiera nazionale tricolore (rosso gialla e verde) quella delle Ande, la whipala, hanno portato colore nelle circa quattro ore di appassionati discorsi e canzoni, interpretate da noti gruppi, come Llajtamanta y Tupai.
La candidata a prima senatrice a La Paz per il MAS, la giornalista Ana María Romero de Campero, rappresentante della classe media, ha detto che: “Di fronte a Morales ci si deve levare il cappello, per la costante lotta per seminare unità nel paese sudamericano".
Ana Maria Romero ha anticipato che se il Mas vincerà nelle elezioni, si svilupperanno politiche pubbliche, tra le quali la lotta contro la miseria e la difesa dei diritti delle donne.
Pedro Montes, massimo dirigente della Central Obrera Boliviana, ha incitato gli affiliati a votare per il cambio, in un processo che ha un solo nome: Evo Morales.
Il vicepresidente García ha ricordato che nel prossimo anno saranno pilastri politici l’industrializzazione e la costruzione di una Stato di protezione sociale.
Evo Morales, molto emozionato, ha spiegato che quando nel 2055 assunse la presidenza, la sua aspirazione era liberare la Bolivia dall’analfabetismo, impegno realizzato alla fine del 2008.
Il suo sogno ora è integrare la Bolivia, con i suoi nove dipartimenti, alle nazioni vicine con strade e aeroporti internazionali.
“Conteremo sul nuovo satellite di telecomunicazioni Tupac Katari, un diritto umano – ha detto - che potrà raggiungere le zone rurali, i luoghi più lontani, tutti i boliviani!”
Morales ha elogiato la coscienza del popolo, protagonista del cambio, ispirata dalle forze naturali come le nevi del Illampu, Sabaya e il poderoso Illimani.
“Il cambio non è di Evo, non è di Alvaro; e neanche del Partito (MAS), il cambio è del popolo”, ha sottolineato Evo.
“Spero che il voto il MAS ottenga almeno due terzi della futura Assemblea Legislativa Plurinazionale di 166 membri, per dare un impulso alle norme ed alle misure, come la legge delle pensioni, l’assicurazione universale di salute, dell’agricoltura, l’installazione delle autonomie dipartimentali regionali e indigene, tra le tante”, ha detto, ed ha assicurato che l’attuale processo rivoluzionario in Bolivia non potrà fallire “Perchè appartiene al popolo e alle organizzazioni sociali”.
L’opposizione ha terminato la sua campagna elettorale a Santa Cruz, bastione tradizionale nell’oriente boliviano dove l’ex prefetto di Cochabamba, Manfred Reyes Villa, de Plan Progreso para Bolivia (PPB) e l’imprenditore Samuel Doria Medina, di Unidad Nacional(UN) hanno capeggiato dimostrazioni che hanno confermato il loro fallimento nella creazione di un fronte unico, per impedire la rielezione di Morales.
Le ultime inchiesta danno Evo Morales vincitore con almeno il 52% / 60%.
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