Rafael Correa: “Rafforziamo la Rivoluzione Cittadina!”
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11 agosto '09 - www.granma.cu (PL)
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Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha iniziato il suo nuovo mandato costituzionale, fino al 2013, ed ha espresso la volontà d’approfondire la Rivoluzione Cittadina e dare la priorità ai benefici per i poveri, per i giovani e per gli indigeni.
Correa ha pronunciato un vibrante ed estemporaneo discorso al termine della cerimonia di protocollo nel salone dell'Assemblea Nazionale, alla presenza dei Capi di Stato che hanno partecipato al Vertice dell'Unione delle Nazioni Sud-Americane (UNASUR) e dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nostra America (ALBA).
Correa, di 46 anni, con 31 mesi come governante dopo un forte trionfo popolare nelle elezioni del novembre del 2006, ha inizia nella stessa data del Bicentenario dell'Indipendenza dell'Ecuador, una nuova tappa di quattro anni, guadagnata nelle urne nell’aprile scorso.
Riferendosi alla politica internazionale del suo governo, Correa ha sottolineato l'appoggio dell'Assemblea Generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) alla deroga dell'infame risoluzione che aveva escluso Cuba nel 1962, ed ha chiesto al presidente cubano Raul Castro di trasmettere un abbraccio al leader Fidel Castro ed al popolo dell'Isola.
Ha confermato l'esigenza che gli usurpatori del potere in Honduras siano espulsi e giudicati, permettendo il ritorno al potere del legittimo presidente costituzionale, Manuel Zelaya, presente alla cerimonia.
“Pochi giorni fa ha abbandonato il suolo ecuadoriano l'ultimo soldato straniero che si trovava nel nostro territorio, ha segnalato Correa, riferendosi alla ex base statunitense di Manta, ed in questo modo, ha aggiunto, recuperiamo la sovranità territoriale che governi schiavi avevano ceduto nel passato”.
Ha criticato duramente la decisione colombiana di permettere l'installazione nel suo territorio di sette basi militari con soldati degli Stati Uniti ed ha aggiunto che spera che questo passo non stimoli la politica ostile del governo di Bogotà “Le basi non servono certo per combattere il narcotraffico, ma i governi progressisti della regione”, ha commentato.
“Questo è un fatto che colpisce tutti i paesi dell'area”, ha sottolineato, ed ha affermato che “i problemi del narcotraffico e della narcopolitica non sono presenti in Ecuador, ma in Colombia, paese che trascura le sue frontiera dove ci sono solo tre mila militari ed obbliga l’Ecuador a mobilitare 10000 soldati per difendere la sua sovranità”.
In un altro momento del discorso ha ricordato la lunga e triste notte neoliberista del suo paese ed ha detto che: Oggi possiamo considerarci liberati dalla schiavitù nel lavoro, ma dobbiamo modificare il concetto di salario minimo conquello quello di salario giusto e degno”.
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