Raúl ha reso omaggio a Maceo

e agli internazionalisti

7 dicembre '09 -  Leticia Martínez Hernández www.granma.cu

Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Secondo Segretario del Partito e Presidente della Repubblica di Cuba, ha presieduto l’omaggio del popolo di Cuba al Maggiore generale Antonio Maceo Grajales, ed al suo aiutante, il Capitano  Panchito Gómez Toro; ai più di duemila internazionalisti che in un giorno come ieri, 7 di dicembre di venti anni fa, ritornarono nella Patria amata per ricevere degna sepoltura.

 

Nel luogo in cui riposano i resti di Maceo e Panchito sono state poste corone di fiori da Raúl, da dirigenti del Partito e del Governo, dai capi principali delle FAR, da pionieri, cadetti, Camilitos e combattenti della Rivoluzione.

 

Inoltre sono state poste corone di fiori nei luoghi dove si custodiscono le ceneri del leader comunista Blas Roca Calderío e di Juan Fajardo Vega, l’ultimo mambí delle guerre di liberazione del XIX secolo.

 

Nella cerimonia militare ed a nome delle nuove generazioni, ha parlato il pioniere Reinaldo Izquierdo, vincitore del Concorso "Amici delle FAR”, le Forze Armate Rivoluzionarie, che ha ratificato l’impegno dei bambini e dei giovani  con il destino della Patria e la decisione di seguire l’esempio degli Eroi come il Titano di Bronzo, Panchito ed i nostri internazionalisti, che vanno ricordati senza piangere.

 

Il generale di corpo d’Esercito Álvaro López Miera, membro del Burò Politico, Eroe della Repubblica di Cuba, vice ministro capo dello Stato Maggiore Generale delle FAR, distinto per il suo coraggio nel compimento di varie missioni internazionaliste in Africa, ha ricordato il Maceo militare, l’intelligente stratega, il capo prestigioso, l’uomo sagace ed instancabile che partecipò a più 800 azioni di combattimento che marcarono il suo corpo con 26 ferite.

 

Di quei giorni di dicembre del 1989 López Miera  ha ricordato come la Patria grata ha accolto nel suo seno i suoi figli migliori e come tutto il popolo andò in strada per rendere omaggio a coloro che avevano offerto la propria vita  in terre lontane, ed ha anche ricordato le parole di Fidel, pronunciate in quel 7 dicembre, nello storico Cacahual: “Scegliere questa data per la sepoltura dei resti dei nostri eroici combattenti internazionalisti morti in diversi paesi del mondo, soprattutto in Africa da dove provenivano  gli antenati di Maceo e una parte sostanziale del nostro sangue, il 7 dicembre si trasformerà in un giorno di memoria per tutti i cubani che hanno dato la vita, con solo in difesa della Patria, ma di tutta l’umanità, In questo modo il patriottismo e l’internazionalismo, due dei valori più belli che l’uomo ha saputo creare, si uniranno per sempre nella storia di Cuba”.

 

 

Antonio Maceo e Francisco Gómez Toro:

due Eroi al di là dei confini di Cuba
 

Commemorati anche l’anniversario dell’Operazione Tributo; la nascita di Frank País e la creazione dell’Associazione dei Combattenti della Rivoluzione 

7 dicembre '09 - www.granma.cu

Quando il 7 dicembre del 1896, il Maggiore Generale Antonio Maceo Grajales esalò il suo ultimo respiro nell’allora poco nota fattoria Bobadilla, a San Pedro, Punta Brava, non solo Cuba perdeva il Luogotenente Generale dell’Esercito Liberatore, il secondo capo, ma anche il rivoluzionario integro che con coraggio lottò per quasi tre decenni per l’indipendenza della Patria.

 

Fu quel mulatto umile che a 23 anni si sommò alla guerra d’indipendenza  iniziata da Carlos Manuel de Céspedes nella tenuta e fabbrica di zucchero  la Demajagua.

 

Straordinario alunno di Massimo Gómez,  Maceo divenne un eccellente quadro di comando ma la sua dimensione politica lasciò il segno nella storia cubana en quando, di fronte all’onerosa pace del Zanjón, si alzo con  gagliarda intransigenza a Baraguá.

 

Con quella virile attitudine, apprezzata da José Martí come "la gloria della nostra storia", lui e gli uomini che lo seguirono, riaffermarono l’amore all’ indipendenza e alla giustizia sociale, salvarono l’onore e la dignità dei cubani e glorificarono la Patria. 

 

Il Titano di Bronzo sapeva che per affrontare il potere spagnolo era indispensabile l’unità politica e morale delle forze rivoluzionarie, e per questo il veterano guerriero corse presto al richiamo di Martí.

 

Sorpreso nell’accampamento di transito di San Pedro, e accettato il combattimento in condizioni assolutamente svantaggiose,  morì con una pallottola nel mascellare inferiore. 

 

L’Eroe di mille battaglie, l’uomo che in venti occasioni era stato ferito, spesso gravemente, la cui forza fisica gli permetteva di sellare di nuovo il suo cavallo e machete alla mano continuare a colpire gli avversari, morì così in battaglia.    

 

Francisco Gómez Toro, Panchito, che non partecipava al combattimento perchè era ferito, corse accanto al cadavere di Maceo per morire a lato del suo generale. 

 

I vincoli indissolubili di un’unione che durava dalla sua prima infanzia, tra  suo padre, Maximo Gómez, e Maceo, lo portarono ad immolarsi vicino al corpo senza vita del capo mambí.  

 

Aveva 20 anni e lo uccisero con un colpo di machete nella nuca.

 

Maceo fu il solo capo la cui visione politica dopo la morte di José Martì avrebbe potuto impedire  la truffa della vittoria, perchè comprendeva perfettamente il pericolo, con gli Stati Uniti che bramavano Cuba, e di fronte alle tendenze annessioniste che prendevano forza in alcuni settori, aveva dichiarato: “Non mi sembra vantaggioso per l’avvenire di Cuba l’intervento nordamericano. Credo che sia utile lo sforzo dei cubani che lavoriamo per una Patria indipendente, sforzo che racchiude il segreto del nostro definitivo trionfo”.

 

Questo pensiero onora oggi anche coloro che commemoriamo in questo 75 anniversario della nascita di un altro giovane eroico, che fu Frank País, ed il XX Anniversario dell’Operazione Tributo, la definitiva sepoltura nella terra di Cuba dei morti nelle missioni internazionaliste ed il 16º Anniversario della creazione dell’Associazione dei Combattenti della Rivoluzione Cubana.

 

L’omaggio italiano al Generale Antonio Maceo e Francisco Gómez Toro

 

Al Generale Antonio Maceo,

dei diritti di Cuba

Vindice eroico insuperato

e all’aiutante Francisco Gómez

fiore gagliardo di gioventù,

immolato all’ideale della Patria

Gli Italiani.

Roma XXI aprile MCMV 

 

Queste parole si leggono sulla targa  scolpita dall’italiano onorevole Ettore Ferrari, che raffigura la Roma del popolo, la classica, autrice e maestra di diritto e libertà, che saluta e glorifica l’epopea cubana, tra i suoi Eroi più caratteristici. Il valoroso condottiero degli oppressi che ha illuminato le due rivoluzioni con le sue prodezze di  sublime audacia, ed il giovane che con l’entusiasmo del suo sacrificio ha rappresentato tutta la poetica abnegazione delle nuove generazioni dell’Isola, e perchè l’espressione del nostro affetto che è impegnò di fraternità tra i due popoli, dalla capitale d’Italia vada alla capitale di Cuba e costituisca il più alto e solenne auspicio, è stata sottoscritta la Sacra Data del 2658º Anniversario del Giorno Natale del Città Eterna. 

 

La consegna della Targa sarà effettuata in occasione del 3º Anniversario della proclamazione dell’indipendenza cubana.  

 

Antonio Maceo fu commemorato nell’Università di Roma: “A nome dei popoli che combattono a Cuba contro il dispotismo la gioventù latina si scopre davanti all’Eroe...” fu detto.  

 

I Deputati del Parlamento italiano Salvatore Barzilai, Federico Gattorno, Adele Albani Tondi, Federico Zuccai, Emilio Nissolino, Felice Albani,  Ettore Ferrari e Ferruccio Tolomei  facevano parte del Comitato  Italiano per la Libertà di Cuba. Il deputato liberale Bovio fece un discorso  memorabile, un’apoteosi di Antonio Maceo  eg il 14 aprile del 1898 fu inaugurata la Bandiera del Circolo Antonio Maceo, di Roma.  

La targa italiana oggi, a distanza di 113 anni dalla morte del Titano di Bronzo e del suo eroico e giovanissimo aiutante, è posta davanti al monumento che è la loro tomba, nel complesso del Cacahual, alla periferia della capitale.

 

 

Raúl Castro ha presieduto la cerimonia per l’anniversario dell’Operazione Tributo

 

 

Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, secondo segretario del Partito Comunista di Cuba (PCC) e Presidente della Repubblica di Cuba ha presieduto oggi, lunedì 7 dicembre, la cerimonia per il 20º anniversario dell’Operazione Tributo.

 

Il presidente di Cuba ha posto una corona di fiori nel Mausoleo di El Cacahual, luogo dove riposano i resti mortali del Maggiore Generale dell’Esercito di Liberazione  Antonio Maceo, e del suo giovanissimo aiutante Francisco Gómez Toro - Panchito – che si fece uccidere al fianco del cadavere del suo generale, in occasione della commemorazione  a 113 anni della loro morte in battaglia.

 

 

Antonio Maceo Grajales ed Ernesto Guevara de la Serna

Esempi per sempre
Il 14 giugno è un giorno di ribellione eroismo e omaggio. In questo giorno sono nati due uomini i cui pensieri e le cui azioni hanno superato ogni frontiera nella lotta per la libertà e la sovranità: Antonio Maceo Grajales ed Ernesto Guevara de la Serna. 

 

Il Maceo di Lescay

 

13 giugno 2009 -  M.Rojas www.granma.cu

 

Il Maceo di Lescay

Venti anni fa, in un giorno del 1998, Raúl Castro e Vilma Espín, accompagnati Esteban Lazo, entrarono nello studio dello scultore di Santiago, Alberto Lescay Merencio, con il proposito di vedere la miniatura della Piazza Antonio Maceo, della Città Eroe.

 

Ci furono domande, ma nè l’artista, nè altri ricordano commenti sull’opera monumentale che Lescay stava eseguendo. La miniatura del monumento anche se minuscola impressiono tutti e l’opera fu eseguita.

 

Cuba, dalla sua inaugurazione ebbe un monumento degno del Titano di Bronzo, eretto nella sua città natale.

 

Due anni dopo quella visita, Alberto Lescay consegnò personalmente a Fidel, come donazione, i suoi onorari per i diritti d’autore dell’opera  magistrale.

 

“Non poteva avvenire altrimenti: quell’assegno mi bruciava le mani. Il monumento per me e per i miei collaboratori, ma soprattutto per me, è un monumento a Santiago, al popolo della città e a tutta Cuba”, ricordava Lescay poche settimane fa, emozionato perchè un vietnamita, l’ambasciatore Vu Chi Cong, lo ha voluto conoscere dopo che aveva visitato la Piazza e fotografato Antonio Maceo da tutti gli angoli, con tutte le luci, turbato di fronte alla forza della scultura. 

 

“Da qualsiasi  luogo lo si ammira, vediamo Maceo come un essere vivo, attuale, che chiama alla battaglia con la mano e sembra che lo stia facendo oggi, chiamandoci tutti”, ha detto Cong all’artista e ed ha annunciato che scriverà un articolo per una rivista del Vietnam, con le foto che ha scattato sul richiamo di Maceo che con il suo gesto ci dice Avanti!, ha detto Lescay ha cercato per il fratello vietnamita un libro straordinario ed introvabile che raccoglie il processo della creazione della scultura e del monumento nel suo insieme, pubblicato anni fa grazie ad amici solidali.

 

La Piazza  vicina all’entrata della Carretera Central, e di fronte al Teatro Heredia, è sempre aperta ai passanti che passano in silenzio e rispettosamente vicino alla scultura e sembra, guardandoli, che stiano conversando con il Titano di Bronzo.

 

Quel ragazzo, Lescay nato a Loma de Martens, e che nel 1959 aveva nove anni, ha studiata nelle nostre scuole d’arte e nell’Accademia Repin di Leningrado (in Russia) dove ha sviluppato la sua vocazione artistica come scultore e pittore.

 

Il 14 giugno, giorno in cui nacque Maceo, è una buona occasione per pensare nei valori che ha inculcato l’Eroe e per avvicinarci al bronzo artistico di tanta forza e bellezza, fissato dallo scultore.