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Il Presidente Obama ha annunciato un accordo che non esiste
Intervento di Bruno Rodríguez Parrilla, nella sessione finale del Vertice sul Clima delle Nazioni Unite, a Copenaghen, in Danimarca, il 18 dicembre del 2009.
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Copenaghen, Danimarca 18 dicembre '08
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Signor Presidente:
Quattro ore fa il presidente Obama ha annunciato un accordo che non esiste, senza il rispetto dovuto alla comunità internazionale e comportandosi come un capo imperiale.
Il documento che secondo Lei - e lo ha detto varie volte, non esisteva - appare adesso Signor Presidente. Tutti abbiamo visto versioni che circolano in maniera surrettizia e che si discutono in piccoli conciliaboli segreti, al di fuori delle sale in cui la comunità internazionale, attraverso i suoi rappresentanti, negozia in maniera trasparente.
Risulta, Signor Presidente, che quel documento che non esisteva, ora esiste. Lamento profondamente la maniera in cui Lei ha condotto questa Conferenza.
Le posso anticipare che la delegazione della Repubblica di cuba ha deciso di non accettare il progetto di dichiarazione che Lei presenta.
Non desidero consultazioni addizionali in nessuna cornice o formato e quindi dichiaro che in questa conferenza non esiste consenso su questo documento.
Sommo la mia voce a quella dei rappresentanti di Tuvalu, Venezuela e Bolivia.
Cuba considera estremamente insufficiente ed inammissibile il testo di questo progetto apocrifo. La meta di 2º centigradi è inaccettabile e provocherebbe conseguenze catastrofiche incalcolabili, in particolare per i piccoli Stati insulari e significherebbe un grave impatto per numerose specie della biodiversità.
Il documento che Lei disgraziatamente presenta non contiene alcun impegno sulla riduzione delle emissioni dei gas con effetto serra.
Conosco la versione precedente che a sua volta, attraverso procedimenti discutibili e clandestini, fu negoziata in gruppetti serrati che parlavano di una riduzione del 50% per l’anno 2.050; ho con me queste versioni precedenti che varrebbe la pena offrire ai mezzi della stampa ed ai rappresentanti della società civile, rendendole pubbliche in questa sala.
Il documento che lei presenta ora omette precisamente le già magre e insufficienti frasi chiave che il precedente conteneva. Questo documento non garantisce in alcun modo l’adozione di misure minime che permettano d’evitare una gravissima catastrofe per il pianeta e la specie umana.
Il testo di questo documento per Cuba è incompatibile con il criterio scientifico universalmente riconosciuto, che considera urgente e indispensabile assicurare livelli di riduzione di almeno il 45% delle emissioni per l’anno 2020 e non inferiori al 80% - 90% di riduzione per il 2050.
Questo vergognoso documento che Lei porta ora, è anche un’omissione ambigua in relazione agli impegni specifici di riduzione delle emissioni da parte dei paesi sviluppati, responsabili del riscaldamento globale, per il livello storico e attuale delle loro emissioni, ed è a loro che corrisponde applicare riduzioni in maniera immediata. A questo ruolo non è stata dedicata una sola parola d’impegno da parte dei paesi sviluppati.
La delegazione di Cuba reitera inoltre la sua convinzione che la riduzione delle emissioni di carbonio dei paesi del Sud non va formulata in maniera che ostacoli l’esercizio del diritto allo sviluppo, concetto dimenticato in questo straccetto di documento.
Tutti i piani sulla continuazione dei negoziati per stabilire in futuro accordi di riduzione delle emissioni, devono includete inevitabilmente il concetto della vigenza del Protocollo di Kioto, e che questi accordi saranno parte di un secondo periodo d’impegno di detto Protocollo.
Il suo ruolo, Signor Presidente è l’atto di morte del Protocollo di Kioto, che la mia delegazione non accetta.
La delegazione cubana desidera porre l’accento sull’importanza del principio delle responsabilità comuni ma differenziate, come concetto centrale del futuro processo di negoziato. Il suo documento non dice nemmeno una parola di questo.
Questo progetto di dichiarazione omette l’impegno concreto di finanziamenti e trasferimenti di tecnologie verso i paesi in via di sviluppo, come parte del compimento degli obblighi contratti dai Paesi sviluppati, sotto la Convenzione cornice delle Nazioni Unite sul Cambio Climatico.
Il documento si limita all’idea che i paesi sviluppati partecipino ad una chiamata mobilitazione di risorse che, si dice, possono essere pubbliche o private, bilaterali o multilaterali o provenire anche da fonti alternative.
I paesi ricchi che impongono i loro interessi mediante il suo documento, Signor Presidente, evadono qualsiasi impegno concreto.
La delegazione di Cuba reitera la sua protesta per le gravi violazioni dei procedimenti che sono avvenute nella conduzione antidemocratica del processo di questa Conferenza, soprattutto mediante l’utilizzazione dei formati di dibattito e dei negoziati arbitrari, d’esclusione e discriminatori.
Quello che Lei chiama, Signor Presidente, “un gruppo di leaders rappresentativi”, per me è una volgare violazione del principio d’uguaglianza sovrana che è consacrata nella Carta delle Nazioni Unite; è un meccanismo che tenta d’imporre decisioni alla comunità internazionale e manipolare l’opinione pubblica. La formulazione non trasparente dei progetti di documento è stata una costante in questa Conferenza.
Devo esprimere, Signor Presidente, la mia protesta e la mia preoccupazione per la restrizione dell’accesso alle Organizzazioni non Governative a questa Conferenza. La delegazione di Cuba aderisce alla posizione presa dagli Stati membri dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America, in particolare nei discorsi dei presidenti Hugo Chávez ed Evo Morales.
Signor Presidente, le sollecito formalmente che questa dichiarazione sia raccolta nella relazione finale sui lavori di questa deplorevole e vergognosa 15ª Conferenza delle parti.
Molte grazie
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