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LIBERTÀ PER I CINQUE EROI

 

 

USA: una politica poco seria

 

afferma il colonnello Wilkerson

 

 

15 dicembre 2010 - Deisy Francis Mexidor* www.granma.cu

 

 

 

Nuove evidenze vengono alla luce riguardo alle aggressioni criminali avviate contro Cuba da mercenari d’origine centroamericana nella decade degli anni ‘90, finanziate od organizzate da terroristi e gruppi anticubani, che ricevono protezione negli Stati Uniti. L’arresto in luglio scorso del salvadoregno Francisco Chavez Abarca all’aeroporto venezuelano di Maiquetia e il suo posteriore trasferimento a Cuba a L’Avana corrispondendo all’allerta rossa dell’INTERPOL, evidenziano i fili di una connessione che cercò di creare il caos e occasionò la morte del turista italiano Fabio Di Celmo nel 1997.

Questo  ricorda all’amministrazione statunitense che uno dei suoi  assassini  protetti,
Posada Carriles, profugo della giustizia del Venezuela, è  marcato tra i principali responsabili di queste azioni.

Se Francisco Chavez Abarca sta dicendo la verità, sarà la fine di Posada Carriles, ha indicato in dichiarazioni esclusive a Prensa Latina Lawrence Wilkerson, colonnello pensionato dell’Esercito nordamericano, che è stato capo del gabinetto del segretario di Stato Colin Powell tra il 2002 e il 2005.

E’ nato nel giugno del 1945 in Carolina del Sud. Si autodefinisce “come soldato e cittadino, ma innanzi tutto come cittadino”.

Veterano della guerra di Vietnam e di estradizione Repubblicana, Wilkerson ha sentenziato che queste, sarebbero ragioni sufficienti perché Posada Carriles potesse “essere estradato o processato negli Stati Uniti per tutti i suoi crimini”.

Nell’attualità Posada è stato appena richiesto da un tribunale nordamericano per cause minori dal punto di vista migratorio e la sua vita trascorre nella città di Miami, da dove non ha smesso di incitare a fare azioni terroriste contro Cuba.

Nel frattempo, la richiesta della sua estradizione è un giusto reclamo del governo della Repubblica Bolivariana di Venezuela cha esiste da cinque anni, un diritto che, curiosamente, nello stesso modo corrisponderebbe a L’Avana.

Forse molti ignorano che tra gli Stati Uniti e Cuba esistono anche due accordi di estradizione, uno firmato nel 1904 e l’altro nel 1926, anche se l’isola in questo caso ha dichiarato pubblicamente di invocare questo diritto a favore del Venezuela.

Nonostante, così presto come il 7 gennaio 1959, a pochi giorni dal trionfo rivoluzionario, le autorità cubane hanno chiesto a quelle statunitensi l’estradizione di conosciuti assassini e torturatori della sconfitta dittatura di Fulgencio Batista, che al fuggire sono andati a finire in quel territorio.

Il sud della Florida è diventato a partire da quel momento e fino ad oggi la tana preferita di criminali perseguitati, perché lì, gli si garantisce impunità. La Casa Bianca non ha mai rispettato gli accordi  firmati.

È a Miami dove i Posada Carriles e gli
Orlando Bosch, artificieri dell’esplosione di un aereo civile cubano nel 1976, continuano ad avere rifugio.

“Secondo me questi uomini sono così terroristi come tanti altri che vengono qualificati così nel resto del mondo. Loro terrorizzarono e ammazzarono civili innocenti con uno scopo politico”, afferma Wilkerson.

Tuttavia, gli Stati Uniti, il paese più aggressore, di nuovo quest’anno ha inserito Cuba, il paese più aggredito in una lista senza credito su supposti patrocinatori del terrorismo internazionale.

L’ex capo del gabinetto di Powel, facendo riferimento a questo tema ha indicato che è “un altro indicatore rispetto  alla politica estera poco seria di successivi governi statunitensi”

Dice che durante il tempo in cui esercitò la sua responsabilità nel governo ha potuto  “vedere diversi dossier sui diritti umani, corruzione o stati patrocinatori del terrorismo, che si facevano e venivano pubblicati tanto per ragioni politiche come per quelle che venivano spiegate nell’introduzione di questi testi”.

Ha precisato che spesso non si trattava realmente di motivi politici, ma era una forma di soddisfare i gruppi speciali d’interesse per i politici.

“Penso che l’inserimento di Cuba nella lista del terrorismo è un esempio evidente di questo tipo di dossier”.

Più avanti ha aggiunto: “ in diverse occasioni mi sono sentito abbastanza vergognato a causa di certi dossier che faceva il mio paese nei quali non includeva sé stesso come violentatore. Quell’atteggiamento mi è sempre sembrato ipocrita e arrogante”.

A proposito, dati offerti dal ricercatore Josè Luis Mendez indicano che durante 40 anni, tra il 1960 e il 2000, sono stati sequestrati a Cuba e trasferiti negli Stati Uniti, 49 aeri, 37 dei quali erano civili.

In conclusione, si sono registrati 54 atti di pirateria, mentre che dal numero di aeronavi rubati solo 16 di 49, il 34%, è stato restituito all’Isola.

 
PRECEDENTI  INQUIETANTI

 
Essendo interrogato sulla situazione di Gerardo Hernandez, Ramon Labañino, Antonio Guerrero, Fernando Gonzalez e Renè Gonzalez, prigionieri politici in carceri federali statunitensi,  Lawrence Wilkerson ha manifestato il suo appoggio con la battaglia per la loro scarcerazione.

Ha spiegato che aveva sentito “parlare per la prima volta sull’indole dei loro delitti, il loro giudizio, le sentenze rigorosissime che gli sono state imposte e le azioni del tribunale di Atlanta” in una conferenza all’Howard University di Washington, DC.

Dall’allora continuò motivato per “il caso come credo che deva esserlo ogni nordamericano che si interessi per la giustizia. Alla fine, qualunque di noi potrebbe essere anche vittima di un’ingiustizia del genere”, ha sottolineato.

La causa dei Cinque, come sono conosciuti internazionalmente questi lottatori antiterroristi ha creato precedenti inquietanti” ha puntualizzato l’ex ufficiale del Pentagono.

La storia della giustizia degli Stati Uniti è marcata da diversi fatti dolorosi nei quali ha primeggiato qualsiasi cosa tranne la giustizia, per esempio la decisione del Tribunale Supremo nel caso di Dred Scott, nei confronti della schiavitù”.

 

Il caso Dred Scott fu una denuncia, che incise la storia degli Stati Uniti, risolta ingiustamente dalla Corte Suprema nel 1857. Dred Scott (1795-1858) avevo un causa aperta difendendo il suo diritto di uomo libero. La Corte Suprema sentenziò contro di lui, cercando d’approfittare del caso per imporre la schiavitù in tutto il territorio dell’Unione e creando un serio problema tra gli abolizionisti, con conseguenze molto gravi. In nome del tribunale, Scott fu  arrestato con la motivazione che, essendo di razza negra non era considerato cittadino degli Stati Uniti e quindi non aveva nessun diritto federale.

Nel caso dei Cinque Cubani il semplice fatto di non concedere lo spostamento della sede per il processo giudiziale costituisce una flagrante violazione”, ha sottolineato.

Ha inoltre riferito che il pagamento segreto “a giornalisti e ad altri agenti” per garantire una matrice d’opinione contro i Cinque ha mostrato un atteggiamento delittuoso da parte di diversi funzionari del governo degli Stati Uniti”.

Ad altre domande ha risposto: “ ho lavorato durante 35 anni per il governo degli Stati Uniti come funzionario e soldato, vuol dire che so quanto sono capaci di fare nei confronti della tolleranza di giudizi ingiusti”.

“E so anche che se i cittadini preoccupati, informati e intelligenti non protestano contro l’ingiustizia, questa avrà la meglio e si riprodurrà. Non sono così ingenuo come per credere che possa venire eliminata totalmente”, ha commentato Wilkerson.

Più avanti ha aggiunto che ricorda sempre le parole del magistrato Holmes (Oliver Wendell Holmes, Jr.) quando ha detto che la legge deve imperare nella sala del tribunale, la giustizia la lasciamo a un’autorità superiore.

“Però nei nostri tribunali deve imperare la legge e nel caso dei Cinque Cubani non c’è stata la legge, ma gli interessi speciali e i politici che li proteggono”, ha enfatizzato.

Sul presidente Barack Obama ha detto di sentirsi “ profondamente deluso”, anche se “ho fatto campagna e gli ho dato il mio voto”. Secondo Wilkerson, il capo della Casa Bianca “ fino adesso ha fatto vedere  che scarseggia di valore politico e morale per prendere decisioni”.

“È presente la mancanza di energia per impedire che il governo di Tel Aviv continui costruendo basi (nei territori palestinesi occupati), c’è  incapacità per conversare con i leader d’Iran ed è anche  la sua subordinazione ai generali nella guerra di Afghanistan”.

“Non è nemmeno riuscito a ritornare alla politica del governo di William Clinton riguardo i rapporti con Cuba, ciò che è anche increscioso”, ha sottolineato.

Per Wilkerson “un presidente impegnato nel fare il corretto e non in rieleggersi potrebbe certamente liberare i Cinque Cubani; alla fine hanno già compiuto più del sufficiente per l’unico atto illegale che hanno commesso: fare gli agenti stranieri in terra nordamericana”.

Nel valutare le condizioni per una possibile soluzione  di questo caso medita: “non credo che né adesso, né mai ci sia a Washington il valore politico necessario per  cambiare la sentenza dei tribunali o per esigere un nuovo giudizio permettendo alla Corte Suprema di ascoltare il caso e determinare su ciò che certamente sono state decisioni sbagliate delle istanze inferiori”.

“Penso che l’unica cosa attuabile sarebbe un quid pro quo politico. In questo senso, mi piacerebbe che si producesse lo scambio dei Cinque cubani o almeno un’importante riduzione delle loro condanne come parte di questo scambio.

Di ciò che Wilkerson è sicuro è che il meglio sarebbe riuscire a liberare Gerardo, Ramon, Antonio, Fernando e René, perché “ in qualunque posto dove ci sia un’ingiustizia flagrante la lotta per correggerla sarà sempre giusta”.
 

 



*giornalista di Prensa Latina

 
**Il caso Dred Scott è stata una domanda giudiziale, cruciale nella storia degli Stati Uniti, risolta ingiustamente dalla Corte Suprema nel 1857. Dred Scott   (approssimativamente 1795-1858) si è messo in una lite per il suo diritto ad essere un uomo libero. La Corte Suprema ha sentenziato contro di lui ed ha cercato di approfittare del caso per imporre la schiavitù in tutto il territorio dell’Unione. Il caso ha creato un serio problema tra gli abolizionisti di conseguenze molto gravi. In nome del tribunale, Scott è stato arrestato citando, tra altre ragioni, che per essere di razza negra non era considerato cittadino degli Stati Uniti e perciò non aveva nessun diritto federale.

 

 

LIBERTÀ PER I CINQUE EROI

 

Colonnello dell’Esercito USA a

 

favore della libertà per i Cinque

 

 

10 novembre 2010 - www.granma.cu (ain)

 

 

Il colonnello in pensione dell’Esercito statunitense Lawrence Wikerson ha espresso il suo appoggio alla battaglia per lo scarceramento dei Cinque Eroi cubani, prigionieri politici negli Stati Uniti da 12 anni.

 

In conferenza stampa, l’ex capo del Gabinetto del Segretario statunitense di Stato Colin Powell dal 2002 al 2005, ha raccontato come è venuto a conoscenza della situazione dei Cinque. Ha conosciuto l’indole dei delitti imputati, il loro giudizio, le sentenze draconiane e le azioni del Tribunale d’Appello di Atlanta sugli antiterroristi, in una conferenza nella Howard University, di Washington DC. Da allora – ha affermato – continua a sentirsi motivato dal caso di Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González, e crede che dovrebbero esserlo tutti gli statunitensi interessati nella giustizia.

 

Ha aggiunto che, dopo tutto, qualsiasi statunitense potrebbe essere vittima di una ingiustizia del genere, perché la causa dei Cinque – ha spiegato – ha creato precedenti inquietanti.

 

Ha ricordato che la storia della giurisprudenza degli USA è marcata da vari fatti riprovevoli, nei quali è stato elogiato tutto fuorché la giustizia.

 

Al rispetto, ha fatto l’esempio della decisione del Tribunale Supremo nel caso di Dred Scott che, nel 1795 iniziò una causa per il suo diritto ad essere uomo libero, ma la sentenza preservò la sua schiavitù.

 

Nel caso dei Cinque cubani, la non concessione del cambio di sede per il giudizio, costituisce una flagrante violazione, ha sottolineato.

 

Ha qualificato come criminale il comportamento di alcuni funzionari del Governo degli Stati Uniti, il pagamento segreto a giornalisti e ad altri agenti per garantire un’opinione pubblica contraria agli imputati. Sul Presidente Barack Obama, ha detto che – se fosse impegnato nel fare la cosa giusta – potrebbe certamente liberare i Cinque.