ALBA Commemorato in Venezuela il
Bicentenario delle gesta indipendentiste
Raul partecipa al IX Vertice dell’ALBA ed alle cerimonie |
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20 aprile 2010 - J.M.Blandino www.granma.cu
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Il IX Vertice dell’Alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra América (ALBA), terminato la notte di lunedě 19 nel Teatro Teresa Carreńo, alla presenza di migliaia di venezuelani, č stato un eccellente finale delle celebrazioni per il Bicentenario dell’inizio delle gesta indipendentiste in questa terra.
Č stata una bella giornata, che ha fatto vibrare questa capitale di fervore patriottico e solidale, con forti espressioni di appoggio alla Rivoluzione Bolivariana.
Chávez ha presentato all’auditorio tutti i presidenti, inneggiandoli, con i loro popoli, accompagnato dall’entusiasmo del pubblico presente. In varie occasioni ha usato espressioni di Fidel, parlando dei paesi latinoamericani e dei Caraibi.
Il primo a parlare č stato il Presidente Evo Morales, che si č riferito alle lotte dei popoli originali ed al prossimo Vertice che si svolgerŕ in Bolivia in difesa della Terra, oltre alla necessitŕ di promuovere la partecipazione popolare in questa grande battaglia.
Chávez ha poi chiesto a Raul d’intervenire.
Il Presidente cubano ha espresso la sua emozione per stare in Venezuela il 19 aprile, a celebrare l’inizio delle sue gesta d’indipendenza.
A nome del popolo di Cuba e del compagno Fidel, ha trasmesso i suoi migliori auguri per questa memorabile data ed ha posto in risalto il ruolo di Bolivar nell’emancipazione dei popoli americani.
Poi si č riferito all’ALBA come ad un’organizzazione integrazionista di nuovo tipo che continua a avanzare e dare risultati nella formazione di risorse umane, soprattutto nel settore della salute, oltre ai contributi per raggiungere l’indipendenza energetica ed altri importanti compiti economici.
Raul ha ricordato la vittoria di Playa Girón, il 19 aprile del 1961, quando in sole 72 ore, con la guida del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, i combattenti delle FAR e delle Milizie Nazionali Rivoluzionarie sconfissero il contingente invasore organizzato dal governo degli Stati Uniti, ed ha ricordato che quell’aggressione era stata accompagnata da una campagna mediatica di menzogne, come sta accadendo nuovamente oggi.
Raul ha affermato che la Rivoluzione cubana non la potranno mai sconfiggere, né con il blocco né con le menzogne, cosě come i popoli di Venezuela, Bolivia, Ecuador e degli altri paesi dell’ALBA.
Ha ricordato poi il recente colpo di Stato in Honduras e la necessitŕ di stare all’erta. Ha fatto i suoi complimenti al popolo venezuelano per la bella sfilata della mattina.
“Abbiamo solo un’alternativa: unirci, lottare e vincere”, ha dichiarato ed ha concluso con Viva per il Venezuela, Chávez e la Rivoluzione Bolivariana.
Poi il presidente Rafael Correa, dell’Ecuador, si č complimentato con il popolo venezuelano per la bella festa ed ha ringraziato per la possibilitŕ d’essere un testimone.
Chávez, tra canzoni cubane e venezuelane cantate in coro dal pubblico, ha parlato delle importanti conquiste realizzate dai paesi dell’ALBA nelle sfere sociali ed economiche, oltre che delle ampie prospettive per il futuro.
Ha risaltato l’importanza dell’unitŕ dei paesi della regione, che si appoggiano mutuamente con i diversi meccanismi d’integrazione che stanno sorgendo ed ha allarmato sulla necessitŕ di non ritardarne la messa in moto, con decisioni politiche lente e trappole di carattere tecnico.
Ha ringraziato la Riflessione di Fidel ed ha letto dei frammenti che si riferiscono alle conquiste delle lotte bolivariane ed agli auguri per il Bicentenario delle gesta d’indipendenza.
Sono poi intervenuti Ralph Gonsalves, Baldwin Spencer e Roosevelt Skerrit, primi ministri di San Vicente y las Granadinas, Antigua y Barbuda e Dominica, rispettivamente, e quindi il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega.
I Capi di Stato e di Governo dell’ALBA hanno approvato, al termine, il Manifesto del Bicentenario di Caracas, Consolidando la nuova Indipendenza.
OMAGGIO AL LIBERTADOR
La mattina i presidenti dell’ALBA, la presidentessa argentina Cristina Fernández e Leonel Fernández, primo presidente dominicano, con gli altri capi delegazione invitati alla commemorazione per i due secoli dall’inizio delle gesta d’indipendenza, si sono riuniti nel Pantheon Nazionale per rendere omaggio al Libertador Simón Bolívar.
All’entrata dell’edificio, il Primo Altare della Patria venezuelana, li ha ricevuti il Presidente Hugo Chávez Frías accompagnato dal vicepresidente esecutivo Elías Jaua. Nell’interno risuonavano gli accordi di una marcia interpretata dall’Orchestra Sinfonica.
I presidenti si sono sistemati davanti al sarcofago dove giacciono i resti di Bolívar ed hanno ascoltato l’Inno del Venezuela.
Poi č stata posta una corona di fiori in omaggio.
Il Presidente Chávez ha conversato brevemente sull’importanza storica della celebrazione e sulla figura di Simón Bolívar.
GRANDIOSA SFILATA CIVICO MILITARE
Concluso il solenne omaggio al Libertador, le delegazioni invitate sono andate al Paseo de los Próceres, dove dalla mattina era riunito il popolo della capitale per ammirare la grande sfilata civico-militare in onore della data storica. Il sole ha illuminato Caracas ed ha contribuito a far risaltare le celebrazioni.
Il generale di divisione Celso Canelones, capo delle truppe, ha chiesto il permesso al Presidente Chávez per cominciare la parata ed ha informato che vi partecipavano 12000 combattenti della Forza Armata Nazionale Bolivariana, oltre ad una vasta presenza di cittadini di tutto il paese che rappresentavano le diverse manifestazioni culturali della nazione.
Chávez ha salutato il popolo del Venezuela ed ha ricordato che José Martí chiamava Caracas "Culla dell’America". Inoltre ha ringraziato per la loro presenza i presidenti e le delegazioni, ed ha affermato che il Venezuela, unito, con operai, contadini, studenti e soldati, non sarŕ mai piů colonia di nessuno.
Gli atleti bolivariani, con una gran bandiera nazionale, hanno aperto la sfilata che č stata una straordinaria marcia di musica, allegria e colori, con una trentina di gruppi artistici popolari, che hanno mostrato un ampio ventaglio di costumi dei popoli di questa nazione sudamericana, dai popoli originali al vibrante joropo llanero.
Hanno sfilato anche i medici del Battaglione 150, i lavoratori della PDVSA, dell’ industria metallurgica SIDOR, i combattenti delle milizie bolivariane, uomini e donne, operai, contadini e studenti.
Poi sono sfilate le truppe regolari e dl differenti scuole e accademie della Forza Armata Bolvariana, uomini e donne con le loro vistose uniformi, oltre ad un blocco di unitŕ inviate da paesi amici, tra le quali una delle FAR cubane, con 22 cadetti di sei istituzioni docenti militari dell’Isola.
Carri armati e blindati, artiglieria, missili antiaereo... e quando non c’era piů spazio per nuove emozioni, nel cielo sono sfrecciati i moderni aerei da combattimento, mentre di fronte alla tribune č passata al galoppo una impressionante cavalleria, come simbolo di questo eroico popolo che continua a lottare per la libertŕ e l’indipendenza con lo stesso fervore rivoluzionario degli Eroi della storia.
SESSIONE SOLENNE DELLA ASSEMBLEA NAZIONALE
Dopo la sfilata i presidenti hanno raggiunto il Palazzo Federale Legislativo di fronte alla Plaza Bolívar della capitale venezuelana, dove li ha ricevuti Cilia Flores, presidentessa dell’Assemblea Nazionale, con il resto delle principali autoritŕ del principale organo legislativo venezuelano, al suono di frenetici tamburi suonati da artisti popolari.
Moltissimi applausi sono andati a Raul, al saluto inviato al compagno Fidel ed al ricordo della vittoria di Playa Girón.
La sessione solenne si č svolta nell’emiciclo protocollare, che l’Assemblea Nazionale riserva per le celebrazioni di significato storico particolare.
Dopo l’Inno Nazionale del Venezuela ed il saluto della presidentessa agli invitati, lo storiografo Pedro Calzadilla ha esposto una rassegna degli episodi accaduti due secoli fa e li ha paragonati al momento decisivo che vive oggi questa nazione, con tutta l’America Latina.
Poi č stato suonato l’Inno dell’Argentina ed ha parlato la Presidentessa Cristina Fernández de Kirchner, oratrice principale per questa solenne occasione, che ha ringraziato per lo straordinario privilegio e ha fatto riferimento al significato dell’anno 1810, nella storia dell’America Latina, ed ha segnalato il valore universale di concetti come libertŕ, giustizia ed uguaglianza tra gli uomini, e quanto sono avanzati i popoli della regione dalla commemorazione del Primo Centenario, sino ad oggi.
Chávez convoca alla unitŕ latinoamericana
Hugo Rafael Chávez Frías, Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha convocato, da Caracas, i popoli latinoamericani, a realizzare l’unitŕ, all’inizio delle cerimonie per il bicentenario dell’indipendenza del suo paese.
“Oggi siamo qui con la coscienza che solo uniti e unite, dopo 200 anni di battaglie, potremo costruire la Patria Grande”, ha detto il capo dello Stato venezuelano, parlando a 11 Presidenti e Capi di Governo, nel Pantheon Nazionale, dove riposano i resti di Simón Bolívar, El Libertador.
Chávez ha dato il benvenuto ai presidenti Raul Castro Ruz, di Cuba, Daniel Ortega, del Nicaragua, Evo Morales, della Bolivia, ed anche a Leonel Fernández e Cristina Fernández de Kirchner, della Repubblica Dominicana e Argentina, rispettivamente, oltre che a vari primi ministri o capi di governo dei Caraibi.
Dopo la cerimonia ufficiale, in occasione dei 200 anni della proclamazione dell’emancipazione del Venezuela, si č svolta la sfilata militare “Indipendenza e Rivoluzione”, alla quale si č unito anche il presidente ecuadoriano Rafael Correa.
Per tre ore, nel Paseo de los Próceres, hanno sfilato i militari delle Forze Armate Bolivariane, con i rappresentanti delle organizzazioni sociali venezuelane e dei popoli originari.
Poi č iniziato il IX Vertice dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America - ALBA - e nel teatro Teresa Carreńo si sono riunite le delegazioni di Venezuela e Cuba, paesi fondatori di qusto blocco, con quelle del Nicaragua, Ecuador e Bolivia, la Mancomunitŕ di Dominica, San Vicente y las Granadinas e Antígua y Barbuda. Tutti hanno analizzato l’operato dell’ALBA per tracciare nuove rotte d’integrazione.
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