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N O T I Z I E d a l

 

G O L P E

 

da: www.itanica.org/modules.php?name=News&file=article&sid=887

di Giorgio Trucchi 25/04/2010

 

 

Honduras: consultazione popolare per

installare un'Assemblea Costituente

 

La Resistenza riprende il cammino verso l'Assemblea Costituente

La campagna si propone di raccogliere più di un milione di firme

 

 

Migliaia di honduregni si sono mobilitati in tutto il paese per iniziare il processo di raccolta firme, che si concluderà il prossimo 28 giugno, primo anniversario del colpo di Stato. L'obiettivo è di dimostrare all'attuale governo ed ai poteri di fatto che hanno diretto il golpe, che la popolazione esige la rifondazione dell'Honduras attraverso una nuova Costituzione.

 

Sono oramai trascorsi dieci mesi dal giorno in sui al popolo honduregno è stata violentemente repressa l'aspirazione di potere decidere il proprio destino.

 

La mattina del 28 giugno 2009, la gente si era svegliata presto e stava preparandosi per andare a votare. Una Consultazione Popolare promossa dai movimenti sociali e popolari e dal governo del presidente Manuel Zelaya, in cui si sarebbe deciso se collocare una quarta urna durante le elezioni di novembre dello stesso anno. Una urna in più per votare la creazione di una Assemblea Costituente.

 

I poteri di fatto che controllano la politica e l'economia del paese, collusi con le forze di repressione dello Stato e i loro alleati internazionali, hanno represso nel sangue tali aspirazioni ed hanno esiliato il Presidente legittimo dell'Honduras.

 

Ciò che però non avevano previsto era la reazione della popolazione e gli effetti che il colpo di Stato ha avuto sulle diverse organizzazioni popolari e sulla gente in generale. Un effetto "boomerang" che ha consolidato una lotta di resistenza che dura già da 300 giorni.

 

Ora, il Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, chiama nuovamente il popolo honduregno ad esigere una rifondazione del paese, attraverso una Costituente popolare e democratica.

 

Di fronte a questa nuova sfida, il Fnrp ha convocato una mobilitazione in tutto il paese che ha coinvolto decine de migliaia di persone

 

"Oggi, 20 aprile, iniziamo la campagna di Consultazione Popolare, che ha l'obiettivo di raccogliere firme che attestino la volontà della popolazione di installare un'Assemblea Nazionale Costituente.

 

Stiamo inoltre chiedendo il ritorno senza condizioni imposte del padre Andrés Tamayo e dell'ex presidente Manuel Zelaya", ha detto alla Lista Informativa "Nicaragua y más" il membro del coordinamento nazionale del Fnrp, Juan Barahona.

 

Barahona ha anche spiegato che la raccolta firme si concluderà il prossimo 28 giugno, primo anniversario del colpo di Stato, e che l'obiettivo minimo del Fnrp è la raccolta di almeno un milione di firme.

 

"L'Assemblea Costituente è una necessità inevitabile ed il popolo honduregno l'esige. I vari coordinamenti dipartimentali, municipali e locali del Fnrp s'incaricheranno di promuovere la Consultazione Popolare in tutto il paese, in coordinazione con la struttura nazionale", ha aggiunto il leader della Resistenza.

 

Durante la marcia che si è realizzata a Tegucigalpa, migliaia di persone hanno firmato la Dichiarazione Sovrana per la Costituente e per più di tre ore hanno bloccato l'uscita Sud della capitale, paralizzando il traffico nazionale ed internazionale.

 

"Quello che inizia oggi è un processo che ci permette di rifondare la nostra nazione - ha spiegato il leader dei liberali in resistenza, Rasel Tomé -.

 

Hanno voluto imporre un colpo di Stato per frenare il processo di cambiamento in atto, ma si sono sbagliati. Il popolo honduregno ha continuato a resistere in modo pacifico e si è unito, creando il Fnrp, probabilmente la piattaforma politica e sociale più importante che il nostro paese abbia mai avuto", ha detto Tomé.

 

Dopo più di tre ore e con l'arrivo dei corpi speciali della Polizia, i manifestanti hanno deciso di muoversi e marciare verso l'aeroporto internazionale, riconcentrandosi nella ribattezzata Piazza Isis Obed Murillo, primo martire della Resistenza honduregna.

 

"Nei giorni scorsi, l'ex presidente Rafael Callejas ha detto che non riusciremo mai ad ottenere un'Assemblea Costituente, perché non abbiamo il sostegno della popolazione.

 

Gli stiamo dimostrando - ha detto Juan Barahona concludendo l'attività - che la maggioranza degli honduregni lotta per questo obiettivo. Mostreremo all'oligarchia che ciò che hanno promosso il 28 giugno 2009 non ha fatto altro che posporre di alcuni mesi la decisione del popolo.

 

La nostra lotta non si può frenare in nessun modo e continueremo a lavorare per struttura la Resistenza in tutto il paese", ha concluso Barahona.

 

Traduzione a cura di Adelina Bottero

di Juan Almendares (*) Rebanadas de Realidad - Tegucigalpa, 25/04/2010

 

 

Perché assassinare la parola?

 

 

 

Non potranno mai occultare la verità sulla tortura ed il crimine contro il popolo.

 

Quando il discorso orale o scritto del popolo minaccia l'oligarchia, fedele servitrice del bieco colonialismo del potere mondiale, i dirigenti e sostenitori popolari sono perseguitati, torturati ed assassinati.

 

Il razzismo è caratterizzato dallo sterminio storico progressivo di ogni parola della cultura ribelle dei popoli nativi ed afro-discendenti dell'America Latina.

 

Non bastò assassinare l'eroe Lempira; era necessario sterminare la lingua lenca. Eppure lo spirito della parola è vivo nel Comitato di Organizzazioni Indigene e Popolari dell’Honduras (COPINH).

 

A San Francisco di Opalaca ed in tutte le comunità lenca del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP) di Intibucá e Lempira, la gente si oppone alla distruzione dei boschi ed alla costruzione di prigioni per i fiumi o dighe di sbarramento.

 

Il Ku Kux Klan honduregno ha incendiato la radio Faluma Bimeto (Radio Coco Dulce) per mettere a tacere le voci e i tamburi della cultura garífuna. Ciò nonostante il coraggio di questa lingua si esprime con più forza e più vita attraverso OFRANEH (Organizzazione Fraterna Nera dell’Honduras).

 

Il 28 giugno 2009 si è compiuto in Honduras il colpo di stato militare, la cui genesi corrisponde agli interessi multinazionali militari, fondamentalistici religiosi ed ideologici neoliberisti della globalizzazione, che vincola il capitale commerciale, produttivo e finanziario al potere locale.

 

E’ stata imbavagliata la libertà d’espressione popolare che era, e continua ad essere, a favore dell'installazione dell'Assemblea Nazionale Costituente e della trasformazione della Costituzione della Repubblica, chiudendo la Quarta Urna, scacciando il Presidente Manuel Zelaya ed esercitando ogni tipo di violenza contro il popolo organizzato nel Fronte Nazionale di Resistenza Popolare.

 

La vita e la cultura contadina delle comunità di Guadalupe Carney, del Movimento Unificato Contadino dell'Aguán (MUCA) e di Zacate Grande sono continuamente sottoposte al terrorismo dell'oligarchia armata di sicari, poliziotti e militari.

 

Sette giornalisti sono stati assassinati in marzo ed aprile del primo decennio del XXI secolo: Joseph Hernández, David Meza, Nahúm Palacios, Bayardo Mairena, Manuel Juárez, Luis Antonio Chévez e Georgino Orellana.

 

Il modello criminale geostrategico del complesso militare e minerario agroindustriale ricorre dove la parola è più pericolosa e dove il potere infame agisce in nome dell’“umanesimo cristiano” e della democrazia, per difendere la voracità d’accumulazione del capitale.

 

In Terreros, municipio di El Porvenir, è stata minacciata la parola di due giornalisti: Carlos Amador, dirigente del Comitato Ambientale della Valle di Siria e José Bernabé Hernández, entrambi attivisti, il primo contro le miniere ed il secondo per la protezione dei boschi.

 

Il periodico Voselsoberano è stato intralciato attraverso il blocco cibernetico. Il controllo della comunicazione, al pari di tutte le entità strategiche come l’energia elettrica, termica e l’acqua, sono sotto il controllo dei gerarchi militari che parteciparono al golpe.

 

Anche la parola è stata sequestrata. Il compagno Óscar Flores, coraggioso ed onesto, è stato torturato dai suoi sequestratori. Parte dell'interrogatorio cui è stato sottoposto riguardava minacce contro tutta la dirigenza del Sindacato dei Lavoratori dell'UNAH (SITRAUNAH).

 

Il progetto di terrorizzare la classe lavoratrice dell'UNAH (Università Nazionale Autonoma dell’Honduras) ha lo scopo specifico di mettere in pericolo i diritti fondamentali di tutta la classe lavoratrice. Coincide col piano di violazione dello statuto sindacale e di licenziamento in massa dei lavoratori, coltivato dalle autorità universitarie.

 

Il fondamentalismo religioso, alleato dell'oligarchia e braccio ideologico e politico delle forze del COMMA, ha espulso e privato della nazionalità il sacerdote Andrés Tamayo (Premio Goldamn); ha minacciato Padre Fausto Milla ed il Monsignor Luis Santos.

 

Ismael Moreno (Padre Melo), saldo pensatore e seguace del Gesù dei Poveri, è stato minacciato di morte per il suo impegno etico con la causa degli umili; come Gerardo Chévez, giornalista di Radio Progreso.

 

La parola e il contenuto del discorso del potere si contraddistinguono per lusinga, calunnia, inganno e terrorismo mediatico. I suoi servitori assaporano quotidianamente la prelibatezza della corruzione; mentre il popolo patisce la fame ed il terrore della violenza.

 

A fronte di questa situazione, eleviamo la voce della dignità dinanzi ai crimini che stanno avvenendo in Honduras in nome della democrazia, del dialogo e dell’“umanesimo cristiano”.

 

L'unità di tutte le forze storiche solidali locali, nazionali ed internazionali è la condizione essenziale, affinché il popolo eserciti i suoi diritti e quelli della Grande Madre Patria: la Nostra America.

 

(*) Membro della resistenza contro il colpo di stato militare in Honduras, ex rettore dell'Università Nazionale Autonoma dell’Honduras, difensore dei diritti umani e presidente del Movimento Madre Terra.

 

di Jérome Duval su www.michelcollon.info del 20/04/2010

Traduzione dal francese per l’Ernesto online a cura di Massimo Marcori

 

 

Honduras: Il colpo di Stato

legittimato dagli Stati Uniti



In seguito alle elezioni del 29 novembre 2009 segnate da una forte astensione e inficiate di frode, Porfirio (Pepe) Lobo avvia la successione di una dittatura che ha estromesso con la forza il presidente legittimo Manuel Zelaya, il 27 gennaio 2010. Così, Porfirio Lobo entra al supremo magistero in un paese in cui gran parte degli elettori non lo riconoscono. La resistenza ha il merito di aver svegliato la coscienza politica di un gran numero di cittadini che pensano che questo passaggio di poteri non serva che a legittimare i golpisti allo scopo di incoraggiare altri rovesci di governi progressisti nella regione.


La collusione tra la dittatura militare e Porfirio Lobo non potrebbe essere più chiara. A titolo d’esempio, costui preferì restare in Honduras e rimandare il suo viaggio negli Stati Uniti, dove aveva l’abitudine di recarsi per il suo compleanno, allo scopo di assistere all’omaggio delle Forze armate in onore dei suoi 62 anni, il 22 dicembre 2009. Ricordiamo che le forze armate sono direttamente implicate nel colpo di stato e Porfirio Lobo aspetterà il 26 febbraio per sostituire il generale Romero Vasquez Velàsquez, capo delle forze armate.


Anche dopo aver ufficialmente lasciato il potere, Roberto Micheletti, sostenuto dall’Opus Dei, riceve gli elogi del cardinale Oscar Rodriguez: “Oggi è un giorno speciale per rendere grazie a Dio, con la vergine Maria, per il nostro Honduras, per la libertà, la sovranità e l’indipendenza che don Roberto Micheletti ha saputo difendere con le forze armate e al fianco delle migliaia di honduregni che vogliono contribuire a risolvere e non a creare problemi”, proclamò durante una messa celebrata il 3 febbraio 2010, alla presenza del nuovo capo di stato Porfirio Lobo.1


Alla vigilia dell’accesso di Lobo al Palazzo Presidenziale il 27 gennaio scorso, il parlamento votava l’amnistia per ogni persona implicata nella oscura storia della dittatura. Il presidente Manuel Zelaya rovesciato dai golpisti, lascia l’ambasciata del Brasile a Tegucigalpa, dove aveva trovato rifugio per più di quattro mesi, per raggiungere la Repubblica Dominicana.


Occorre dire che l’elezione organizzata sotto il regno del sanguinario dittatore è stata riconosciuta da Hillary Clinton. Con Hugo Llòrens, ambasciatore statunitense sempre in sede, essa si è complimentata il 9 dicembre con Porfirio Lobo, vincitore contestato delle urne.2 Già solo qualche giorno dopo le elezioni, Hugo Llòrens gli ha telefonato per augurargli buona fortuna assicurandogli che gli Stati Uniti lavoreranno con lui per il bene dei due paesi; “Le nostre relazioni saranno molto forti”, conclude.


Obama, la cui campagna è stata in gran parte finanziata dalla grande banca di investimenti Goldman Sachs (la medesima che è accusata di aver falsificato i conti del debito greco), non smarrisce il senso degli affari e il 29 gennaio, due giorni dopo l’investitura di Porfirio Lobo e la partenza in esilio politico di Manuel Zelaya, gli Stati Uniti annunciano la ripresa del loro aiuto finanziario di 30 milioni di dollari l’anno all’Honduras. “L’isolamento dell’Honduras non è una buona cosa. A Washington, cerchiamo già il modo di riprendere la nostra assistenza economica”, spiegava allora l’ambasciatore Hugo Llòrens.


Il 10 febbraio, è la volta della Banca Mondiale di riprendere il servizio e di annunciare una ripresa dell’aiuto all’Honduras con un prestito di 390 milioni di dollari. Juan José Daboub, direttore generale della banca, che firma con Porfirio Lobo la riapertura dei crediti, afferma: “Per la Banca centrale, è importante annunciare che siamo qui per continuare ad aiutare il popolo honduregno, in particolare i più vulnerabili”.3 Che ipocrisia quando si sa per certo che questi nuovi prestiti non faranno che appesantire un debito che pesa già enormemente sulla popolazione di questo piccolo paese povero molto indebitato (iscritto nell’iniziativa PPTE).


Infine, il 5 marzo, il FMI riconosce ufficialmente il governo di Porfirio Lobo e riapre la linea di credito momentaneamente sospesa: 160 milioni di dollari sono così sbloccati e, per riprendere la famosa espressione di John Perkins, una missione composta “da assassini finanziari” dell’istituzione si prepara già a recarsi sul posto. Vi lasciamo indovinare il seguito….L’Unione Europea, ispirata dagli stessi interessi neoliberali dice di voler rilanciare i negoziati con l’America Centrale.4 Lo conferma la visita in America Centrale di Juan Pablo De Laiglesia, responsabile per l’America Latina, in vista di un accordo associativo tra l’UE e la regione.


Questa visita avviene una settimana dopo il ritorno al loro posto dei due ambasciatori spagnolo e francese (l’ambasciatore spagnolo che era stato richiamato tre giorni dopo il colpo di stato, ha ripreso il suo posto a Tegucigalpa il 4 febbraio). De Laiglesia ne approfitterà per invitare Lobo a Madrid in occasione del vertice UE- America Latina e Caraibi nel maggio prossimo. L’importantissimo contro-vertice che si prepara in questa occasione nella capitale spagnola con rappresentanti dei movimenti sociali dei due continenti, non mancherà di denunciare questo presidente illegittimo, erede della dittatura.


Secondo Juan Barahona del FNRP (Frente Nacional de Resistencia Popular), la “Commissione della Verità” proposta dal governo e inclusa negli accordi Tegucigalpa/San José per indagare sui crimini commessi durante la dittatura “non ha senso”, essa serve a “lavare” il colpo di Stato al fine di assicurare l’appoggio della comunità internazionale. “Essi fanno le cose al contrario: prima dichiarano liberi da ogni peccato i golpisti e adesso vogliono formare la Commissione della Verità; la Commissione può dire ciò che vuole, ma questo rapporto non ha senso”, dice.5


Parodia della storia, Lobo, peraltro uno degli istigatori del colpo di Stato, lancia in tutta impunità un mandato di arresto internazionale nei confronti dell’ex presidente Zelaya e di cinque membri della sua squadra di governo per atti di supposta corruzione.


Tuttavia, la lotta determinata della resistenza prosegue e il CADTM (Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo) tiene a ringraziare vivamente le cittadine e i cittadini solidali, come quelle e quelli che tramite il CADTM Grenoble la sostengono finanziariamente. Dobbiamo proseguire le mobilitazioni affinché i nostri governi e l’UE non riconoscano questo governo illegittimo, ed esigere che un’inchiesta indipendente si organizzi immediatamente per giudicare i numerosi crimini commessi sotto la dittatura di Micheletti e che proseguono sotto il governo Lobo.



NOTE

[1] “Hoy es un dia especial para darle gracias a Dios, por medio de la virgen Maria, por nuestra Honduras, por la libertad, la soberania e independencia que don Roberto Micheletti supo defender con las Fuerzas Armadas y junto a miles de hondurenos que deseamos ser parte de las soluciones y no de los problemas”.

[2] El Pais, 30 novembre 2009: www.elpais.com/articulo/internacional/EE/UU/reconoce/Lobo/nuevo/presidente/Honduras/elpepuint/20091130elpepuint_16/Tes

[3] “Para el Banco Central, es importante anunciar que estamos aqui para continuar ayundando al pueblo hondureno, specialmente a los màs vulnerables”.

[4]www.laprensahn.com/Negocios/Ediciones/2009/12/09/Noticias/La-UE-pide-retornar-negociacion-con-CA

[5] “estàn haciendo las cosas al revés: primero declaran libres de decado a los golpistas y ahora quieren formar la Comision de la Verdad; la Comision puede decir lo que quieta, pero ese informe ya no tiene ningun sentido”

 

www.granma.cu

 

 

Honduregni marciano per

un’Assemblea Costituente

 

(21.04 PL) — Migliaia di honduregni hanno marciato in diverse parti del paese per esigere la convocazione in un’Assemblea Nazionale Costituente che riformi la carta magna e garantisca i diritti fondamentali di tutti i cittadini.

Nei dintorni della capitale, circa tre mila persone hanno bloccato la strada verso il sud esortando la popolazione a firmare una dichiarazione a favore della modifica della legge fondamentale, vigente dal 1982.

Le manifestazioni, convocate dal Fronte Nazionale della Resistenza Popolare (FNRP), si sono estese anche ad altri dipartimenti.

Il FNRP spera di raccogliere un milione 200 mila firme per esigere una “costituzione che garantisca i diritti collettivi ed individuali degli honduregni, democratizzando in maniera partecipativa la vita politica, economica, culturale e sociale del paese”.

L’attuale carta magna contiene sette articoli “zoccolo duro” che non possono essere modificati, cosa che rende impossibile realizzare le trasformazioni profonde per sradicare la povertà e la disuguaglianza, hanno segnalato dirigenti del Fronte.

Durante le marce di oggi, i manifestanti hanno domandato anche garanzie per il ritorno ad Honduras di Manuel Zelaya, presidente rovesciato per il colpo di Stato del 28 giugno dal 2009.

Zelaya è stato sequestrato e portato con la forza in Costa Rica lo stesso giorno nel quale avrebbe celebrato un’inchiesta popolare intorno ad una futura Assemblea Nazionale Costituzionale.

 

www.granma.cu

 

 

L’Honduras occulterà per 10 anni

le indagini sul colpo di Stato

 

20.04 - Le indagini che realizzerà la Commissione della Verità sul Colpo di Stato registrato il 28 giugno del 2009 in Honduras contro il presidente Manuel Zelaya saranno rese pubbliche solo tra 10 anni.

La Commissione della Verità è stata stabilita con l’Accordo di Tegucigalpa-San José, firmato nella capitale il 30 ottobre tra i negoziatori del presidente rovesciato ed i membri del Governo de facto di Roberto Micheletti.

Le sue competenze sono di indagare sulle cause del colpo di Stato e le sue conseguenze e “il rapporto sarà pronto in otto mesi”, ha precisato Stein.

Il coordinatore della Commissione della Verità, l’ex Vice Presidente del Guatemala, Eduardo Stein, ha rivelato che all’interno di tale rapporto, ci saranno alcuni punti confidenziali che si pubblicheranno solo tra 10 anni.

Questo meccanismo è simile a quello usato dall’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA) degli Stati Uniti per nascondere le sue operazioni in tutto il mondo.

Uno di quei casi è il noto “Iran-Contras” “l’Operazione Condor”, che ha permesso la repressione in Latino America e l’omicidio a Washington del Ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier.

La Commissione della Verità che comincerà a lavorare il 4 maggio, è composta da Stein, da Michael Kergin, diplomatico canadese di carriera, che ha lavorato come ambasciatore negli Stati Uniti e a Cuba.

Così come per María Amabilla Zavala Valladares, ex Ministra del Peru, e per gli honduregni Julieta Castellanos, rettore dell’Università Nazionale Autonoma (UNAH), Jorge Omar Casco, ex rettore dell’UNAH e Sergio Membreño Cedillo.

 

www.granma.cu (pl)

 

 

Popolo honduregno marcia

in appoggio a contadini

 

Tegucigalpa, 16.04 - Il popolo honduregno è stato protagonista di una marcia per appoggiare il Movimento Unificato Contadino dell'Aguan (MUCA) e per esigere la consegna immediata di 11 mila ettari di terre, punto plasmato in un recente accordo concordato col governo. Mezzi di stampa riferiscono che la manifestazione è stata convocata ieri dal Fronte di Resistenza Popolare dell'Honduras, creato a seguito del colpo di Stato contro il presidente costituzionale, Josè Manuel Zelaya, il 28 giugno 2009.  
 
Il percorso si è avviato nella Piazza Colprosumah, all'est di Tegucigalpa, ed ha incluso un raduno di fronte alla Casa Presidenziale ed alla sede del Congresso Nazionale dell'Honduras.  
 
Dopo 14 ore di negoziazioni, il governo honduregno ed il MUCA sono giunte questo mercoledì ad un accordo preliminare, che prevede di consegnare al movimento contadino tre mila ettari di terra seminati di palma africana e tre mila senza coltivare.  
 
Il patto autorizza, inoltre, la consegna ai contadini di altre cinque mila ettari in un anno, a condizione che “non sia mai garanzia di commercializzazione, né vendute in nessuna circostanza”, come esprime il verbale di compromesso.  
 
Allo stesso modo, le autorità hanno promeso di ritirare le migliaia di membri dell'esercito e della polizia dispiegati da sei giorni nel Valle dell'Aguan, che sono stati sul punto di sfrattare in maniera violenta tre mila famiglie.  
 
Il MUCA, integrato da 28 gruppi, esigeva la devoluzione di 20 mila ettari, di cui si sono impadroniti in maniera fraudolenta tre poderosi proprietari terrieri più di un decennio fa.  
 
La decisione del governo ha luogo dopo un'intensa campagna nazionale ed internazionale di denunce sulla crescente militarizzazione nella zona.  

 

www.granma.cu

Inaugurata una base navale
USA in Honduras

 

I governi degli Stati Uniti e Honduras hanno inaugurato una base navale nel nordorientale dipartimento di Gracias a Dios, alla frontiera con il Nicaragua, con l’annunciato proposito di combattere il narcotraffico.

L’ambasciatore statunitense, Hugo Llorens, ha detto durante la cerimonia che il suo paese ha investito due milioni di dollari nelle costruzioni ed ha donato quattro imbarcazioni, ed inoltre ha facilitato consulenti.

Llorens ha detto che la base conta su un edificio multifunzionale e di un centro di operazioni che contribuisce all’aumento della capacità per ospitare più personale, e di un molo per l’ancoraggio dei motoscafi di pattuglia.

Questa installazione dispone di una presenza strategica e tattica, per controllare il passaggio della droga in tutta la costa nordest dell’Honduras.

La base è coordinata dalla Forza Navale dell’Honduras con assessori del Comando Sud dell’esercito degli Stati Uniti, hanno informato i portavoce ufficiali.

Gli Stati Uniti contano anche sulla base aerea Coronel Soto Cano, a Palmerota, nel centrale dipartimento di Comayagua, dove possono atterrare aerei di grande portata, garzie alla lunghezza della pista.

In questa installazione è stato condotto inizialmente l’ex presidente Manuel Zelaya, dopo il suo allontanamento forzato, eseguito dalle Forze Armate, il 28 giugno dell’anno scorso.

Durante la cerimonia, l’attuale presidente, Porfirio Lobo, ha chiesto Llorens di portare i suoi ringraziamenti al presidente degli USA, Barack Obama, per la magnifica base: “Un passo importante nella lotta contro il narcotraffico”, ha detto.

Il dipartimento Gracias a Dios, noto anche come La Mosquitia honduregna, è il più povero del paese.

 

www.cubadebate.cu

 

 

Comunicato urgente del COFADEH

 

 

12.04 - Con urgenza il Comitato dei familiari dei detenuti e desaparecidos in Honduras, Cofadeh, si indirizza alla comunità nazionale ed internazionale per esprimere la nostra profonda preoccupazione di fronte alla comunicazione ufficiale di governo  emanata attraverso la rete nazionale, che in tono intimidatorio. - simile a quella usata da porta voci ufficiali durante le catene radio e la televisione dopo il golpe politico-militare del giugno 2009 - il cosiddetto "Governo di Riconciliazione e Unità Nazionale” ha utilizzato questa sera le frequenze private e statali di radio e televisione per ricordare, più volte, le sanzioni penali per la fabbricazione , immagazzinamento, trasporto, uso, ingresso, acquisto o  fornitura di armi, esplosivi e materiali da guerra o di combattimento, mettendo in evidenza i fucili AK47, fucili mitragliatori, pistole e chimbas (armi di fabbricazione casalinga).

 

Il sorprendente annuncio in catena viene rilasciato in un momento in cui sono stati riportati dalla popolazione vari movimenti di truppa militare e di circa 2500 poliziotti verso la zona del Bajo Aguán, dove attualmente il Movimento Unificato dei Contadini del  Aguán (MUCA) discute con la sua base una proposta degli impresari René Morales (Nicaragua), Canales (El Salvador) e Miguel Facussé Barjum (palestinese); la stessa che ha fatto sua il "governo" presieduto da Porfirio Lobo Sosa.

 

Il comunicato ufficiale non allude direttamente al conflitto agrario dell’Aguan, ma è ovvio che coincide con gli avvertimenti da parte del "ministro" della sicurezza, Oscar Alvarez, durante l'ultima sessione di negoziazione del conflitto alla Casa Presidenziale, lo scorso lunedì, quando ripeteva che la Polizia Nazionale non poteva rifiutare l'esecuzione dell’ordine di sfratto emesso dai giudici della zona prima del possesso della terra da parte del MUCA.

 

Allertiamo la comunità internazionale che, mentre il signor Lobo Sosa fa sforzi politici, nella capitale, per trovare soluzioni alla crisi agraria e chiede il riconoscimento regionale a Managua e in Guatemala, il suo governo, allo stesso tempo, lancia la truppa militare e la polizia verso la zona, come misura di pressione e ricatto per oltre 3500 famiglie contadine che discutono se accettare o respingere le offerte ufficiali per porre fine alla disputa con i tre, citati prima, impresari.

 

Il comunicato sulle armi, in termini reali, è un atto di accusa alle forze sociali e politiche che rifiutano la criminalizzazione dei conflitti in Honduras, un comportamento tipico della segreteria della sicurezza interna, che opera in collaborazione con le Forze Armate dell'Honduras,  chiaro riflesso dell’assenza di controllo del governo civile negli affari di stato.

 

Dei fatti e degli autori, non dimentico né perdono

Comitato dei familiari dei detenuti e desaparecidos in Honduras, COFADEH

Tegucigalpa, M.D.C., 09 de abril de 2010

 

www.granma.cu

Altre nove persone assassinate in Honduras

12.04 - La repressione in Honduras continua ed almeno nove persone sono state uccise sparando loro in una zona povera di Tegucigalpa, ha informato la Polizia Nazionale.

 

Un portavoce della policía ha detto alla stampa che sette erano uomini e due donne.

 

Il massacro è avvenuto nella colonia Cantarero López, a  nordovest della capitale honduregna, un quartiere che le autorità definiscono “molto pericoloso”.

 

Le fonti hanno sostenuto che non si conoscono le circostanze e lo svolgimento del crimine, e gli abitanti del luogo non hanno voluto dare informazioni alla polizia.

 

Senza dubbio alcuni media locali hanno informato che il fatto è stato commesso da un gruppo di uomini con passamontagna ed uniformi simili a quelle della Direzione  Nazionale d’Investigazione Criminale.

Le due donne sono state uccise all’interno di una casa e gli uomini, in una strada vicina alla scuola del quartiere, hanno indicato ancora i media locali.

 

www.resistenze.org da www.gualanaka.blogspot.com di Giorgio Trucchi

Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org
 

 

Bajo Aguán: una polveriera sul punto di esplodere

 

 

Dirigenti contadini del MUCA denunciano l'inconsistenza della proposta del governo e la collusione con i latifondisti produttori di Palma Africana

 

Il grave conflitto agrario che si trascina da decenni nella zona del Bajo Aguán, nella zona nord-orientale dell'Honduras, ha registrato una preoccupante impennata dopo il colpo di Stato del 28 giugno 2009 (Leggi "Palma insanguinata" http://www.itanica.org/modules.php?name=News&file=article&sid=849)

 

Secondo i membri del Movimento contadino unificato dell'Aguán, Muca, agli inizi degli anni 60 venne promulgata la Legge di Riforma Agraria, mediante la quale venne concesso a migliaia di famiglie contadine in situazione di estrema povertà il diritto di possesso su grandi estensioni di terre pubbliche e private.

 

Durante gli anni 70, lo Stato assegnò ad imprese contadine i diritti su migliaia di ettari di terra coltivati a palma africana, nella regione conosciuta come la Valle dell'Aguán. Nonostante ciò, all'inizio degli anni 90, il Congresso approvò la Legge per la Modernizzazione e lo Sviluppo del Settore Agricolo, con la quale cercava di spogliare le imprese contadine dei loro diritti su circa 20 mila ettari delle migliori terre, favorendo latifondisti locali e stranieri.

 

Sempre secondo il Muca, questa manovra permise la vendita degli attivi di 40 imprese contadine a favore dei latifondisti Miguel Facussé Barjum, René Morales - di origine nicaraguense e fratello dell'attuale vicepresidente della Repubblica, Jaime Morales Carazo - e Reynaldo Canales.

 

Un processo di acquisizione di terre caratterizzato da molte irregolarità, le quali vennero studiate a fondo dai membri delle cooperative, scoprendo che l'atto di compravendita stabiliva che i compratori avrebbero utilizzato le terre per la coltivazione e produzione, ma che la proprietà sarebbe rimasta nelle mani dello Stato per usi di Riforma Agraria.

 

Nel 2001 le organizzazioni contadine iniziarono un processo di reclamo delle terre e dopo un lungo processo, lo Stato riconobbe ai latifondisti il diritto di uso in concessione. Tale diritto è ormai scaduto dal 2005 e secondo questi accordi, le terre sarebbero dovute ritornare allo Stato, cosa che non è mai accaduta.

 

Dopo una lunga stagione di proteste, manifestazioni, occupazioni di terre e vie d'accesso alle piantagioni di palma africana, nel 2009 iniziarono le negoziazioni, durante le quali il Muca presentò una proposta di accordo per risolvere il conflitto.

 

Due settimane prima del colpo di Stato, le parti (Istituto nazionale agrario, latifondisti e organizzazioni contadine) firmarono un accordo, avallato dal presidente Manuel Zelaya Rosales, il sindaco di Tocoa ed il governatore del dipartimento di Colón, con il quale decisero di creare una commissione tripartita per rivedere l'intero procedimento legale usato per l'acquisizione delle terre da parte dei latifondisti.

 

Ma il colpo di Stato bloccò qualsiasi processo di negoziazione ed i latifondisti ne approfittarono per fare tabula rasa degli accordi, forti del loro potere di controllo sui nuovi assetti politici post golpe.

 

Fu così che lo scorso 9 dicembre 2009, il Muca decise che era il momento di passare all'azione ed iniziò una gigantesca operazione di recupero delle terre, provocando la reazione violenta dei corpi di sicurezza privati dei latifondisti e dei corpi repressivi dello Stato, questi ultimi "autorizzati" da vari ordini giudiziali di sgombero.

 

I mesi di gennaio e febbraio 2010 sono stati caratterizzati da violenti scontri che hanno lasciato sul terreno dell'Aguán morti e feriti, ai quali si sono aggiunte violente campagne mediatiche lanciate dai principali mezzi informativi contro le organizzazioni del Muca.

 

Per nessuno è un segreto che i principali giornali, radio e canali televisivi siano saldamente in mano ai potenti settori dell'impresa privata e alle famiglie che controllano la politica e l'economia del paese.

 

Un dialogo ridicolo

 

Lo scorso 24 marzo, il Muca ha finalmente ricevuto una proposta del governo per risolvere il grave conflitto agrario.

 

Tuttavia, le proposte del governo e dell'Istituto nazionale agrario, Ina, non sembrano puntare al riconoscimento dei diritti delle organizzazioni contadine su migliaia di ettari di terra usurpate dai potenti latifondisti, né a riprendere le negoziazioni iniziate durante il governo Zelaya.

 

Secondo Rudy Hernández, membro del Muca, "Il governo pretende una risposta immediata alla proposta, mentre noi dobbiamo analizzarla e discuterla con la base perché ci sono molti punti poco chiari".

 

Il testo della proposta non menziona, ad esempio, l'accordo firmato pochi giorni prima del colpo di Stato e nemmeno spiega l'ubicazione esatta delle terre - circa due ettari per famiglia - che lo Stato acquisirebbe per poi darle ai membri del Muca e che sono proprietà della Società Agricola Cressida dell'Aguán S.A., impresa controllata dallo stesso Miguel Facussé.

 

E se ciò fosse poco, nella proposta si vorrebbe convincere i contadini a firmare un accordo di coinvestimento con le aziende che processano i semi della palma africana, anche in questo caso di proprietà di Miguel Facussé e René Morales - Società Agricola Cressida dell'Aguán S.A. ed Impresa Agropalma S.A. -, obbligandoli a vendere loro e solo a loro, la produzione.

 

Inoltre, i membri del Muca dovranno assumere il debito con lo Stato per l'acquisto della terra.

 

Paradossalmente, il governo di Porfirio Lobo non solo starebbe riconoscendo il diritto di proprietà dei latifondisti su migliaia di ettari di terra, gettando nella spazzatura gli accordi firmati prima del colpo di Stato, ma addirittura vorrebbe incrementare i loro affari comprando loro la terra e obbligando i contadini a vendere loro la produzione di semi.

 

Una volta processati, i semi verranno trasformati in vari prodotti (margarina, oli vegetali, sapone, ecc) e commercializzati a livello nazionale ed internazionali da corporazioni e multinazionali - Consorzio Dinant e Unilever - molto spesso di proprietà degli stessi latifondisti o delle potenti famiglie honduregne.

 

Un giro d'affari impressionante, che riguarda anche la produzione di agrocombustibili, che dà l'idea della portata dello scontro in atto.

 

Dialogo e minacce non è dialogo

 

Nonostante l'inizio del dialogo, la violenza nell'Aguán non si è arrestata.

 

Il 1 marzo, il quotidiano La Prensa, di proprietà dell'imprenditore Jorge Canahuati, ha pubblicato un reportage in cui si accusava il Muca di organizzare una guerriglia armata nelle terre recuperate. Da quel momento è iniziata una costante campagna mediatica contro il movimento contadino e sono state spostate truppe dell'esercito e della polizia nella zona.

 

Il 14 marzo, è stato brutalmente assassinato il giornalista di Canale 5 di Tocoa, Nahun Palacios, il quale aveva ripetutamente denunciato la violenza dei corpi repressivi contro i membri del Muca.

 

Il 1 aprile, il giovane Miguel Alonso Oliva, di 22 anni, membro del Muca, è stato ucciso con vari colpi di fucile R15 alla schiena dalle guardie private di René Morales, durante il tentativo di recupero di terre appartenenti alla ex cooperativa "25 Aprile".

 

Secondo il Muca e varie organizzazioni nazionali ed internazionali, tra cui Fian Honduras e il Comitato dei famigliari di detenuti scomparsi in Honduras, Cofadeh, l'esercito e la polizia starebbero per lanciare una feroce offensiva - chiamata "Operazione Tuono" - per sgomberare le migliaia di famiglie che hanno recuperato le loro terre.

 

Il Fronte nazionale di resistenza popolare, Fnrp, ha denunciato che "continua il clima di inquietudine creato dall'oligarchia terriera e dal regime di fatto, usando gli apparati di sicurezza dello Stato che collaborano attivamente con gruppi paramilitari, minacciando costantemente la vita delle famiglie contadine che esigono il loro diritto di potere lavorare la terra".

 

Secondo Rudy Hernández, lo stesso Porfirio Lobo avrebbe minacciato lo sgombero. "Ci ha detto che se è necessario, non lo penserà due volte a mobilitare tutti i battaglioni dell'Honduras per dissolverci.

 

Noi rifiutiamo questa campagna mediatica e questa strategia del terrore. Non abbiamo paura perché sappiamo che stiamo facendo la cosa giusta. Stiamo difendendo il diritto che ha ogni essere umano di potere avere accesso alla terra", ha concluso Hernández.

 

www.resistenze.org a voselsoberano.com Traduzione a cura di da Adelina Bottero

 

 

DNIC : starebbe preparando circa 130 fascicoli

contro membri della Resistenza

 

 

 

08.04 - La DNIC, Direzione Nazionale d’Investigazione Criminale, starebbe elaborando circa 130 fascicoli contro membri della Resistenza, come nei peggiori momenti degli anni ‘80, col proposito non soltanto di averne a disposizione i profili personali, bensì d’intimorirli smembrando in questo modo la Resistenza in Honduras.

 

Il 10 settembre 2008 due agenti dell’investigazione, che stavano realizzando attività di spionaggio e trafugamento di dati personali, furono catturati da membri del sindacato dei Lavoratori dell'Università Nazionale Autonoma dell’Honduras (SITRAUNAH), all'interno del primo dipartimento degli studi.

 

Agli agenti in incognito furono sequestrate le armi, targhette di regolamento ed un elenco contenente i nomi di 135 dirigenti del movimento sociale honduregno.

 

In quell'elenco appariva cancellato il nome della Segretaria Generale della Confederazione dei Lavoratori dell’Honduras (CTH) Altagracia Fuentes, morta il 23 aprile 2008, crivellata dai colpi sparati da individui incappucciati e fortemente armati, che intercettarono il veicolo su cui stava viaggiando insieme ad altre due persone, anch’esse decedute.

 

Questa volta sarà la stessa DNIC incaricata a redigere fascicoli, e non sarebbe strano venissero appioppati delitti comuni per spedire la gente in prigione, il tutto col fermo proposito di rovinare il Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (FNRP), rispetto al quale il Ministro per la Sicurezza, Óscar Álvarez, ha annunciato che non ha ragione di esistere e pertanto dev’essere smantellato.

 

Tutto ciò servirebbe a nascondere la persecuzione politica contro i membri della Resistenza a fronte della pressione internazionale sul regime di Porfirio Lobo Sosa, affinché cessi le azioni che pregiudicano i diritti umani ed il clima di riconciliazione, che egli tanto proclama per ottenere il proprio riconoscimento.

 

La fonte riservata che ha offerto l'informazione, ha segnalato che il lavoro è già iniziato, la DNIC ci si sta dedicando a tempo pieno, per cercare con tutti i mezzi possibili di far naufragare un progetto popolare, che si è consolidato nonostante la repressione.

 

La repressione a tutti i costi va di pari passo con una consultazione popolare programmata dal FNRP per il prossimo 28 giugno, ad un anno dall'esecuzione del colpo di stato contro il presidente Manuel Zelaya Rosales. Il cammino proseguirà verso un’Assemblea Nazionale Costituente, l'unica forma per ristabilire le istituzioni del paese.

 

 

 

Crisi e silenzio

 

07.04 (AIN) — Defenestrato il governo costituzionale di Manuel Zelaya ed istituita a Tegucigalpa la formula statunitense, la situazione in Honduras è stata zittita in tutti i media imperialisti.

Infatti, quando si controlla l’autoproclamata “stampa libera e occidentale”, si ha l’impressione che in quella nazione centroamericana non sia successo nulla in decenni.

La più recente formula di dominazione sembrerebbe essersi installata definitivamente, ed il dramma che ha riempito ampi spazi e migliaia di ore di trasmissione, è stato virtualmente seppellito.

Sono solo i mezzi alternativi quelli che insistono nell’uccisione dei giornalisti, le azioni criminali di gruppi di destra e le forze repressive, e la politica di resistenza che ancora anima gli honduregni, che si negano a rinunciare ai propri diritti e alla propria volontà.

Tuttavia, a dispetto del virtuale blocco informativo imperiale, le notizie tralasciano la povera economia di questa nazione ancestralmente depauperata da oligarchie ed interessi stranieri.

Una recente notizia indicava che il fraudolento congresso honduregno ha dichiarato lo stato d’emergenza fiscale e finanziaria per un anno, per permettere al non meno illegale governo di Porfirio Lobo di ottenere finanziamenti immediati degli “organismi internazionali di credito”.

Un urgente accordo del legislativo si unisce alla Legge del Budget Generale per il 2010, ed ad un altro decreto che assume nuove misure tributarie per raccogliere fondi a costo di asfissiare tutti i settori economici locali.

Il decreto, denominato “Legge d’Emergenza Fiscale e Finanziaria” è stato inviato al Congresso dal Ministro delle Finanze William Chong, che ha espresso il proposito di instaurare l’allarme fiscale e finanziario per “far fronte alla crisi che attraversa attualmente l’economia del paese”.

Altra conseguenza, di striscio, che ha genesi nel rifiuto e nell’isolamento nel quale è sprofondato l’Honduras dopo la sua azione fascista indotta da Washington e che ha anche causato l’uscita di questa nazione centroamericana dalla sua vantaggiosa presenza nel seno dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America (ALBA).

Sospettosamente, l’accordo d’emergenza sembrerebbe ispirato alle misure neoliberali già note nella nostra regione come i folli tagli della spesa pubblica e la riduzione di prestazioni sociali per allietare “entità finanziarie internazionali” quali il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, misure che Washington applaudirebbe come “sane” iniziative.

 

 

 

Cinque giornalisti assassinati in un mese

in Honduras: dove sono i titoli?

 

 

05.04 - Cinque giornalisti assassinati in Honduras in marzo, 150 esecuzioni extragiudiziali dal colpo di Stato del 28 giugno, tutte attribuite agli organismi di repressione e paramilitari assunti dal regime, non sono sufficienti a richiamare l'attenzione della stampa commerciale del continente, che si scaglia contro Cuba e Venezuela.

 

Mentre, la macchina di propaganda del Dipartimento di Stato sostenuta dalle agenzie internazionali, le catene internazionali della stampa commerciale e la loro rete di clienti regionali, moltiplica i titoli  contro le nazioni progressiva e riporta la violenza in Honduras fuori del suo contesto politico; la resistenza honduregna richiede a gran voce manifestazioni di solidarietà internazionale di fronte alle esecuzioni commesse giornalmente dall'apparato repressivo articolato dai golpisti.

 

Nei giorni scorsi, tanto il Fronte Nazionale della Resistenza Popolare. (FNRP) come il Collettivo di Artisti in Resistenza  e altre organizzazioni hanno emesso condanne dell’escalation di violenza scatenata dal governo di "Pepe" Lobo con un enorme saldo tra morti e  feriti.

 

La stampa dell'Honduras è stata la prima vittima dell'ondata di omicidi delle ultime settimane. Il 1 marzo è stato colpito il giornalista Joseph Hernandez e ferita la collega Carol Cabrera, il 10 è stato assassinato David Enrique Meza, lunedì 15 Nahum Palacios Arteaga, mentre Jose Bayardo Mairena e Manuel de Jesus Juarez sono stati giustiziati venerdì 27 marzo.

 

Un altro giornalista,  José Alemán, ha dovuto abbandonare precipitosamente il paese dopo che uomini armati hanno tentato di assassinarlo in piena strada dopo aver sparato contro casa sua. Per colmo, gli agenti di una stazione di polizia, dove ha cercato rifugio gli hanno detto che non erano in grado di garantire la sua sicurezza.

 

I gruppi di resistenza hanno denunciato il segretario alla sicurezza, Oscar Alvarez, responsabile del sistema di repressione ereditato dal regime dittatoriale di Roberto Micheletti, che rimane in piena attività.

 

Poco dopo l'assalto alla Casa Presidenziale da parte dei golpisti, il 28 giugno 2009, quando il presidente Manuel Zelaya fu sorpreso in casa sua e espulso dal paese, con la complicità degli Stati Uniti, diversi mezzi di comunicazione, tra cui Radio Globo e Canale 36 furono chiusi in selvaggi raid.

 

D'altra parte, i proprietari dei principali mezzi di comunicazione facevano parte del complotto. Non solo hanno dato, a Micheletti, un sostegno assoluto, ma il rappresentante principale di questa stampa di ultra destra, Jorge Canahuati, ha pagato di tasca propria la campagna di pressione che si è allora sviluppata, in Washington, a favore della dittatura.

 

In quanto agli auto-proclamati "difensori della stampa", come Reporter senza frontiere, il Comitato per la Protezione dei Giornalisti, la Società Interamericana della Stampa osservano una discrezione diametralmente opposto all'atteggiamento costantemente aggressivo e politicizzato dimostrato contro Cuba e Venezuela, che solo conferma il loro rapporto con l'apparato di intelligence degli Stati Uniti.

 

Richiama l'attenzione come da parte di queste organizzazioni, che si beneficiano di una copertura integrale da parte delle grandi agenzie di stampa, si eviti, a tutti i costi, politicizzare le loro discrete richieste d’investigazioni dirette alle stesse autorità dell'Honduras che, secondo la resistenza popolare, generano il massacro.

 

Per la Piattaforma per i diritti umani, si tratta di una "strategia del terrore, immobilizzazione e persecuzione  contro gli oppositori al colpo di Stato e il governo de facto" di fronte a cui si chiede "l'intervento della comunità internazionale e degli organismi internazionali dei diritti umani perché l'attuale regime fermi questa ondata di criminalità e indaghi sulle morti” delle vittime.

 

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Per evitare il crollo del suo regime golpista, Micheletti e i suoi complici sono ricorsi a criminali come Billy Joya creatore, con i suoi consiglieri nord americani de "I Cobra", commando d'elite addestrati per uccidere, e membro veterano del Battaglione 3-16 creato dalla CIA, che ha perseguitati, torturato e fatto scomparire centinaia di honduregni nella guerra sporca degli anni ottanta.

 

Joya ha lavorato agli ordini dell'ambasciatore ed ufficiale CIA John Negroponte che ha diretto la Contra del Nicaragua dall’Ambasciata USA a Tegucigalpa.

 

Coinvolto nel coordinamento del colpo di stato del giugno scorso, John Negroponte, sta attualmente lavorando come consulente della Segretaria di Stato, Hillary Clinton.

 

A Miami, dove si trova la colonia degli ex leader corrotti, torturatori e assassini più grande del continente, il silenzio mediatico è quasi assoluto, come quello de politici, che appena pochi mesi si recavano a Tegucigalpa per lodare Micheletti.

 

Nessuna inchiesta riguardo le aggressioni contro i giornalisti, dal colpo di Stato, ha portato all'arresto di un solo sospetto.

 

 

04-04-10 ricevuto da: copinh@copinh.org traduzione a cura di Adelina Bottero

 

 

Stop ai piani di guerra e tortura contro i contadini dell’Aguàn

Aprile insanguinato 2010 - Operazione Tuono

 

 

Stimati amici ed amiche della Comunità Nazionale ed Internazionale e delle Organizzazioni dei Diritti Umani.

 

Sto inviando un comunicato urgente dei contadini dell’Aguàn, luogo in cui è imminente l'invasione da parte delle forze di esercito, polizia, sicari, torturatori e guardie private delle imprese di agrocombustibili, ed a rischio la vita di 7000 persone, con possibile massacro di donne incinte, bambini, bambine, anziani e giovani contadini. E’ in atto una vera e propria caccia all’uomo da parte delle forze repressive dello stato, a danno dei dirigenti del Movimento Unificato Contadino dell’Aguàn (MUCA) e del dirigente del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare

 

Wilfredo Paz Reyes - Tegucigalpa, 2 aprile 2010

 

ALLERTA... Contadini dell’Aguàn, nell’Honduras settentrionale, subiranno repressione nelle prossime ore.

 

Il Movimento Unificato Contadino dell’Aguàn denuncia al popolo honduregno ed alle organizzazioni nazionali ed internazionali dei diritti umani:

 

1. L'assassinio del nostro compagno contadino Miguel Angel Alonso fa parte della nuova strategia di sterminio del MUCA, da parte dei proprietari terrieri Miguel Facusse, Reinaldo Canales e René Morales, con la partecipazione dell'esercito, della polizia nazionale preventiva e della base navale di Puerto Castilla.

 

2. Gruppi di paramilitari, militari, e poliziotti sono addestrati presso il 4° battaglione di fanteria della Ceiba, Atlántida, sotto il comando di Billy Joya, nelle installazioni dell’impresa d’esportazioni dell'Atlantico nella comunità di Quebrada de Agua, municipio di Tocoa, e negli insediamenti del 15° battaglione presso la comunità di Rio Claro, municipio di Trujillo, dipartimento di Colòn.

 

3. A partire da martedì 6 aprile interverranno militarmente in maniera violenta e sanguinosa, repressione denominata Operazione Tuono. Prevedibile la militarizzazione delle terre che occupiamo attualmente, con la collocazione di mine distruttive e trappole, l’applicazione di misure quali l’arresto e l'assassinio di dirigenti del MUCA e del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare, nonché la detenzione in massa di contadini e contadine.

 

4. La polizia e l'esercito di Colòn operano con veicoli dei latifondisti con targhe private, armati di AK47, con passamontagna, e insieme ai paramilitari effettuano quotidianamente operazioni contro il MUCA.

 

5. Riteniamo responsabili gli imprenditori proprietari terrieri, l'esercito nazionale, la polizia nazionale preventiva e l'attuale governo per le morti che sono già avvenute e per il sangue innocente che potrà scorrere nello svolgimento dell'operazione tuono.

 

PER LA TERRA, PER LA PATRIA, PER I NOSTRI FIGLI,

CONTINUEREMO LA LOTTA FINO ALLA VITTORIA

 

Tocoa, Colòn, Honduras  -  2 aprile 2010

 

MOVIMENTO UNIFICATO CONTADINO DELL’AGUAN

 

notizie di marzo 2010