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Nè la CIA nè la DEA hanno

potuto con Evo Morales!

 

16 gennaio 2010 - Pedro de la Hoz www.granma.cu

     

 

La resistenza popolare e la capacità del governo per disarticolare i piani orditi dalle autorità nordamericane e dagli oligarchi locali, hanno impedito la caduta del presidente della Bolivia, Evo Morales, nei primi quattro anni del suo mandato.

 

Le prove sono esposte ampiamente nel libro Evo en la mira, CIA y DEA en Bolivia, presentato nella notte di giovedì 14 a Cochabamba, ai piedi della cordigliera delle Ande, da Stella Calloni, scrittrice e giornalista argentina, nota per le sue investigazioni sull’Operazione Condor, sulle multinazionali del terrore capitanate da Washington e le dittature che hanno schiacciato, tra gli anni settanta e gli anni ottanta, il Cono sud.

 

Con la presenza di Evo e di un nutrito pubblico che ha colmato il teatro di Cochabamba, Achá, la Calloni ha dichiarato che da quando ha conosciuto Evo ed ha seguito la sua carriera, lo ha paragonato a quel che visse il presidente Allende in Cile, colui che fu perseguitato dalla CIA che cercava d’impedire la sue elezione, che tentò di ucciderlo varie volte e: “Paragonando queste vite mi sono detta, devo fare un libro”.

 

“Quando si persegue un leader per ucciderlo, si persegue un popolo”, ha sottolineato Stella.

 

Il volume rivela i tentativi della DEA, l’agenzia antidroga degli USA, di screditare e anche assassinare Evo nei suoi giorni del leader sindacale dei cocaleros di Cochabamba, e la cospirazione ordita dalla CIA nell’ambasciata yankee di La Paz, gli elementi più reazionari dell’oriente della Bolivia per assestare un colpo di Stato alla metà del 2008.

 

Un dei cospiratori, oggi in fuga, l’imprenditore Branko Marinkovic, nel settembre scorso era andato negli Stati Uniti per ricevere istruzioni che dovevano accelerare la sedizione.

 

Nel maggio del 2009 la relazione Gollinger–Bigwood ha reso noto che in soli quattro anni l’Agenzia per lo Sviluppo degli USA - USAID - aveva destinato 97 milioni di dollari  per finanziare progetti separatisti e anti-governativi in Bolivia.

 

Il governo aveva sospeso le operazioni della DEA nel novembre del 2008  e due mesi prima aveva dichiarato persona non grata Philip Golberg, ambasciatore  degli Stati Uniti a La Paz, che cospirava apertamente contro lo Stato boliviano.

 

Alla metà del 2009, il movimento sociale dei Cocaleros del Tropico di Cochabamba decise d’espellere la DEA dalla regione.

 

Evo ha valutato il contributo di Stella Calloni, nel chiarire questi ed altri fatti, ed ha dichiarato che: “Io devo la vita alla coscienza del popolo boliviano ed e il popolo che mi ha salvato”.

 

In un altro momento del suo intervento, Evo, che riassumerà ufficialmente il potere il 22 gennaio, dopo la sua elezione con il 64,22% dei voti, ha deplorato il doppio discorso del presidente Baraci Obama  verso l’America Latina.

 

“Ha detto che vuole essere socio ed avere relazioni di mutuo rispetto, ha segnalato ricordando  le parole dell’inquilino della Casa Bianca nel V Vertice delle Americhe a Port Spain, nell’aprile del 2009, e questo non ha nulla a che vedere con l’installazione di basi militari e l’invio di truppe per ammazzare le persone... ha mentito al mondo intero il signor Obama!”