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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI |
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Disposti gli arresti domiciliari al generale boliviano che catturò il "Che" Guevara
23 maggio 2010 - www.cubadebate.cu
I media locali hanno riferito che la giudice boliviana Betty Yañíquez ha disposto gli arresti domiciliari ed il divieto di viaggiare, per presunti legami con terroristi, al generale in pensione Gary Prado Salmon, il militare che catturò, nel 1967, il guerrigliero argentino-cubano Ernesto "Che" Guevara.
Yañíquez ha presieduto nella città orientale di Santa Cruz un’udienza per misure cautelari in una caserma della polizia e ha anche ordinato l’arresto domiciliare di altri due accusati di partecipare ad un presunto piano per la secessione della parte orientale del paese, bastione dell’opposizione al presidente boliviano, Evo Morales.
"Mi sembra persino risibile che un generale, con tutta la storia che ho avuto, si vada a porre agli ordini di un mercenario" Prado ha detto al procuratore del caso, Marcelo Soza, secondo i media locali.
Soza accusa il militare in pensione di aver tenuto contatti con ungherese-croato Eduardo Rozsa, segnalato dalle autorità boliviane come capofila di una cellula terroristica che avrebbe promosso la secessione e stava progettando di assassinare Morales.
Rozsa e due complici sono stati uccisi, nell’aprile 2009, in un controverso raid della polizia in un albergo di Santa Cruz.
Prado comandava, l’8 ottobre 1967, il plotone che ha catturato il "Che" nei pressi del villaggio di La Higuera, nella Bolivia sud-orientale, dove il giorno dopo il ribelle fu assassinato da un sergente.
Anche un figlio del generale in pensione, Gary Prado Arauz, è stato arrestato di recente in relazione allo stesso caso.
Gli altri imputati di cui si é disposto gli arresti domiciliari e il divieto di lasciare il paese sono il medico Juan Carlos Santistevan, capo della Falange Socialista Boliviana (di destra) e Ronald Castedo, ex presidente della Cotas, società telefonica.
Il giornale di Santa Cruz "El Deber", osserva che Yañíquez "giudice della circoscrizione giudiziaria di La Paz, ha sentenziato su un supposto delitto avvenuto nella giurisdizione di Santa Cruz in una stazione di polizia che si trova a più di 1000 km dalla sua giurisdizione".
Nella stesse ore dell’udienza, il governatore eletto di Santa Cruz, Ruben Costas, ha guidato una manifestazione contro una legge, promossa da Morales, per sospendere i leader dell'opposizione che hanno vinto le elezioni regionali dello scorso 4 aprile nella parte orientale della Bolivia, l'area più prospera della Bolivia.
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29 gennaio 2010 - Pedro De La Hoz www.granma.cu |
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Quando nei giorni scorsi fu confermata la connessione tra
l’ex Gen. Gary Prado Salmon
con la
cellula terroristica
smantellata nell’aprile 2009 nella città boliviana di Santa Cruz, c'era
chi ricordava il vecchio detto castigliano: la capra va sempre al monte.
E in questo caso il monte è pieno di oscuri istinti e di una ostinata
vocazione a marciare contro il corso della storia.
Non c'è da meravigliarsi che Prado Salmon sia apparso nella trama delle indagini sulla cellula del terrorista Eduardo Rozsa Flores. Il legame tra il militare in pensione con il croato-boliviano, che pretendeva animare una rivolta separatista, a Santa Cruz, per sovvertire le istituzioni del governo di Evo Morales, è stato affermato, come per non lasciare adito a dubbi, da uno dei soggetti coinvolti nella congiura nientemeno che di fronte ad un giudice federale statunitense.
Al fine di cercare il sostegno delle autorità imperiale per una domanda di asilo, un mese dopo che il gruppo di Rozsa fu abbattuto nell’hotel Las Americas, il 16 aprile 2009, l'ex direttore del Comitato Pro Santa Cruz, Lorgio Balcazar Arroyo ha dichiarato sotto giuramento che a metà ottobre 2008 ricevette "l'ordine di Carmelo Paz, direttore della Cooperativa Rurale di Elettrificazione (CRE) di partecipare a una riunione in casa del generale in pensione Gary Prado Salmon, dove convenirono l’avvocato Alexander Melgar, l’ex militare Lucio Añez e Luis Orlando Añez e Justiniano”.
La copia
del documento inizialmente non è stata pubblicata dal quotidiano
Cambio
né fu diffusa da
TV Bolivia,
organi dello Stato, ma da
El Dia,
quotidiano che si classifica tra i più feroci media dell’opposizione, nel
quale prevalgono le azioni di
Branko Marinkovic, un ricco uomo d'affari di
Santa Cruz oggi latitante e di cui si ha la prova che è stato convocato, nel
settembre 2008, dal Dipartimento di Stato a Washington perché accelerasse il
golpe civile- prefetturale contro Evo. Nella deposizione Balcazar ha affermato che si è decise di formare un cosiddetto "Consiglio consultivo per la difesa di Santa Cruz" e che "ci furono diversi incontri successivi e che in vari di essi partecipò Eduardo Rozsa Flores, che inizialmente si presentò come Luis Hurtado".
Intervistato da
Radio Fides,
Añez ha dato la sua versione dei fatti. Da un lato ha cercato di
discolparsi, ma dall’altra ha ammesso di aver conosciuto Rosza "un giorno in
cui questi conversava con Prado”.
Lo
scorso 18 gennaio, il Vice Ministro degli Interni del Ministero del Governo
ha reso pubblico come "secondo le dichiarazioni del Lorgio Balcazar, Gary
Prado e il generale Lucio Añez, con Eduardo Rozsa Flores avrebbero
realizzato tutto uno studio, analisi della situazione militare ed operativa
di Santa Cruz, raccogliendo informazioni sui pozzi di petrolio, raffinerie,
strade, ponti, fiumi, al fine di isolare Santa Cruz e separarla dal resto
del paese… Stiamo chiedendo alla Procura, come parte querelante, che li si
citi a testimoniare e che, naturalmente, dopo le prove e riscontri che
esistono si proceda alla cautela giudiziaria, perché erano i leader della
strategia militare. Lorgio Balcazar ha confessato e confermato che la
Bolivia si trovava di fronte al grave rischio di dividersi territorialmente
e di uno scontro fratricida tra boliviani e ripetere la storia della
Jugoslavia ". Prado Salmon non si pente del suo legame con il gruppo di Rosza. Il colmo? Dire che quest'ultimo "era un uomo che venne a difendere Santa Cruz”.
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