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Ungherese spiava per conto della CIA per

 

assassinare il Presidente Evo Morales

 

19 febbraio 2010 -  www.resistenze.org di Red Simón Bolívar www.kaosenlared.net

     

 

Il militare ungherese Istvan Belovai, incaricato di elaborare documenti per una cellula terroristica neutralizzata in Bolivia nel 2009, forniva informazioni alla Agenzia Centrale di Intelligenza statunitense (CIA).

 

Secondo i nuovi dettagli emersi dalle indagini, e resi noti dal magistrato titolare dell’istruttoria, Marcelo Soza, la documentazione veniva utilizzata dal denominato "Consiglio Supremo" che finanziava le azioni della cellula, poi scoperta e neutralizzata con un blitz nell’aprile scorso.

 

Il 16 aprile del 2009, l'Unità Tattica di Risoluzione di Crisi della Polizia Boliviana fece irruzione nel hotel Le Indie, a Santa Cruz, sorprendendo il commando paramilitare.

 

Nell'operazione persero la vita il leader del gruppo Eduardo Rózsa Flores, di nazionalità croata, e gli altri mercenari europei Michael Dwyer, irlandese, e Árpád Magyarosi, rumeno-ungherese.

 

Vennero poi arrestati a Santa Cruz Mario Francisco Tadic Astorga, boliviano con passaporto croato, ed Elod Tóásó, ungherese.

 

I terroristi, che avevano piani separatisti, stavano preparando un attentato per assassinare il presidente boliviano, Evo Morales.

 

Stando ai nuovi elementi emersi dall’indagine, Belovai era un agente che aveva lo pseudonimo di Scorpion-B.

 

Le abilità che acquisì durante la Guerra Fredda gli permisero di essere consulente di strategia militare e si presume che instaurò relazioni con Rózsa Flores grazie alle attività svolte in Europa e nell’area dei Balcani.

 

Questi rapporti permisero dunque di offrire, per azioni specifiche, perfino appoggi satellitari e naturalmente finanziamenti al gruppo terrorista.

 

L'investigazione sui contatti, determinò inoltre, che stava preparando un piano denominato TH, (Tree house o casa dell'albero ).

 

Le prove sono emerse dall’analisi di uno dei computer portatili di Rózsa Flores , sul quale è stato scoperto un archivio con il nome Bel-Nord nel quale sono stati trovati diversi file di posta elettronica e comunicazioni intercorse con l'agente Belovai.

 

La settimana scorsa , la procura boliviana ha formalizzato inoltre i capi di imputazione al ricco impresario di Santa Cruz Branko Marinkovic, fuggito negli Stati Uniti, accusato di finanziare la banda di Rosza Flores.

 

Infine, in accordo con la procura, è stato riconosciuto che anche l'ex presidente del Comitato Civico pro Santa Cruz, fu parte integrante del Consiglio Supremo, e organizzò il separatismo nella nazione sud-americana.

 

Nell'accusa vengono individuati anche altri responsabili come Alejandro Melgar (latitante) e Hugo Achá.