Nel Parco centrale si sono
riuniti, a mezzogiorno del 3 maggio 2010, un coraggioso gruppo di
comunicatori honduregni, alcuni dei quali disoccupati perché si negano e
rifiutano gli ordini dei proprietari dei mezzi di comunicazione di massa
che esigono totale obbedienza e, soprattutto, che si integrino nella
linea politica del proprietario senza discutere e correre il rischio di
mentire al mondo.
E di solito i proprietari sono gli stessi
proprietari del paese, oligarchi che, come in altri paesi del pianeta,
si sono impadroniti del potere mediatico e quindi tracciano la linea
politica per i politici che diventano portavoce di un potere del grande
capitale.
Libertà di espressione
macchiata
dal sangue di giornalisti
Hanno marciato nella Giornata per la Libertà di Espressione, ma è una
libertà macchiata dal sangue di giornalisti e sfruttamento padronale
dove regna una diffusa auto-censura.
La violenza contro la categoria si é
intensificata con il colpo di stato militare del 28 giugno 2009, ha
affermato Tina Silvestrucci, coordinatrice per l'organizzazione
indipendente "Giornalisti per la Vita".
- Giornalmente viene violentata la libertà di
espressione. Ci sono molti compagni che sono disoccupati, in questo
momento, e vengono censurati nei media. Per loro noi siamo qui, al
Congresso Nazionale, per chiedere giustizia per i giornalisti che sono
stati assassinati. Che ci dicono chi li ha assassinati e che devono
anche andare in prigione!
I magnati mediatici
Dice che è una politica di fame. Il giornalista
guadagna 12000 lempira che sono circa 600$. Il Sindacato è "padronale”
ed obbedisce agli impresari invece di difendere i diritti dei
giornalisti honduregni.
La concentrazione dei mass media, in Honduras,
si trova, principalmente, fra tre uomini, Rafael Ferrari, Jorge
Canahuati e Jaime Rosentahl. Il primo possiede più di 17 stazioni radio
e cinque canali televisivi, un "Berlusconi honduregno” se si vuole.
Jorge Canahuati ha due quotidiani: El Heraldo e La Prensa.
Ma questi magnati dei media sono anche grandi
commercianti e industriali. I loro media organizzavano ed eseguivano
prima, durante e dopo il colpo di stato una feroce campagna
anticomunista diretta a creare orrore nella popolazione honduregna dove
è stato demonizzato in presidente Chavez, e dove invisibili nicaraguensi
e venezuelani sono stati catalogati come "gruppi terroristici" che
invadevano l’Honduras.
Radio antigolpista la più ascoltata
Il giornalista Galdames Luis dirige il programma
"Dietro la verità" a Radio Globo, emittente chiusa e militarizzata più
volte nel corso del 2009 da parte del regime de facto di Roberto
Micheletti. I suoi lavoratori furono sono stati
calpestati
dallo stivale militare quando i militari presero la stazione all’alba
del 28 giugno 2009. Galdames non ha "peli sulla lingua", come dice
l’honduregno su un’emittente molto coraggiosa che non ha mai mancato di
difendere i principi del giornalismo, diventando l’emittente più
ascoltata, oggi, in Honduras.
- Si vede che qua il Popolo é con noi. Sono
molto pochi giornalisti che lavorano qua. I giornalisti dei mezzi di
comunicazione (mass media) che frequentemente sono qua escono come
topi, hanno paura di informare il popolo di ciò che sta accadendo e ciò
che avviene alla stampa indipendente.
I mercenari del terrorismo mediatico
- Non abbiamo paura della morte. Abbiamo imparato a convivere con la
vita e con la morte. Se qua dobbiamo cadere come un martire per
difendere la democrazia, il libero pensiero e la libertà di espressione,
dobbiamo farlo per difendere questo popolo e che questo popolo possa
avere voce e possa votare.
Perché non è
possibile che calpestino la dignità del popolo e stiano mentendo
attraverso i media che sono acquistati con il denaro stesso del popolo.
- Ci sono molti mercenari della comunicazione.
Vendono le notizie, sono asserviti ai
loro padroni e al loro datore di lavoro. Si tratta di mercenari
perché costantemente mentono e mentono al popolo honduregno dicendogli
solo quello che conviene al loro padrone. Ma non gli dicono la verità.
Perché hanno paura e sono codardi e sono disposti a rinunciare a un
lavoro ricevendo denaro insanguinato dai loro capi. Bisogna essere
indipendenti e difendere il Popolo e non dedicarsi ad abbassare la testa
e
assoggettarsi al Padrone.
- A questi della
oligarchia che hanno scatenato una campagna di terrore di paura e di
intimidazione e stanno tacendo la voce del Popolo che è la stampa
indipendente, diciamo, potranno avere il mio corpo, le mie ossa,
potranno romperle come diceva Gandhi, potranno assassinarci, ma non
avranno la nostro obbedienza, non avranno le nostre convinzioni.
"Reporter senza frontiere"
Al servizio di chi?
Reporter Senza Frontiere, un gruppo finanziato da gruppi di estrema
destra della Florida, grandi aziende mediatiche e la
NED, National
Endowment for Democracy, anche chiamato come una parte del volto "civile"
della CIA, ha presentato lo stesso giorno in cui i giornalisti
honduregni hanno marciato,
la sua relazione "I predatori … della Stampa".
Ma i giornalisti assassinati in Honduras o i dieci mesi di colpo di
stato militare e la sua continuazione non sono stati sufficienti, per
questo gruppo, per includere lo stato honduregno nella lista dei
"Predatori … della Stampa". Ma Cuba e Venezuela, quasi meccanicamente,
sono presenti, ogni anno, nella lista di detto gruppo.
- Che altro altro ha bisogno l’ Honduras per
essere incluso in tale elenco? Quanti altri giornalisti assassinati?
quanti altri media chiusi, sequestrati ed intimiditi? quanti altri
corrispondenti stranieri espulsi ancora? Quanti altri giornalisti
locali esiliati ancora? Si é
chiesto il giornalista Unai Aranzadi sul sito Rebelion.
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