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Honduras: contro la morte e lo

 

sfruttamento del giornalista

 

Giornalisti per la Vita hanno manifestato  al Congresso Nazionale, chiedendo la fine dell'ondata di omicidi, minacce e sfruttamento padronale dei giornalisti honduregni. Sono già sette i colleghi assassinati nel 2010.

N O T I Z I E 

dal

G O L P E

 

5 maggio 2010  - www.cubadebate.cu

 

Nel Parco centrale si sono riuniti, a mezzogiorno del 3 maggio 2010, un coraggioso gruppo di comunicatori honduregni, alcuni dei quali disoccupati perché si negano e rifiutano gli ordini dei proprietari dei mezzi di comunicazione di massa che esigono totale obbedienza e, soprattutto, che si integrino nella linea politica del proprietario senza discutere e correre il rischio di mentire al mondo.

E di solito i proprietari sono gli stessi proprietari del paese, oligarchi che, come in altri paesi del pianeta, si sono impadroniti del potere mediatico e quindi tracciano la linea politica per i politici che diventano portavoce di un potere del grande capitale.
 


Libertà di espressione macchiata

dal sangue di giornalisti

 

Hanno marciato nella Giornata per la Libertà di Espressione, ma è una libertà macchiata dal sangue di giornalisti e sfruttamento padronale dove regna una diffusa auto-censura.

La violenza contro la categoria si é intensificata con il colpo di stato militare del 28 giugno 2009, ha affermato Tina Silvestrucci, coordinatrice per l'organizzazione indipendente "Giornalisti per la Vita".

- Giornalmente viene violentata la libertà di espressione. Ci sono molti compagni che sono disoccupati, in questo momento, e vengono censurati nei media. Per loro noi siamo qui, al Congresso Nazionale, per chiedere giustizia per i giornalisti che sono stati assassinati. Che ci dicono chi li ha assassinati e che devono anche andare in prigione!
 


I magnati mediatici

 


Dice che è una politica di fame. Il giornalista guadagna 12000 lempira che sono circa 600$. Il Sindacato è "padronale” ed obbedisce agli impresari invece di difendere i diritti dei giornalisti honduregni.

La concentrazione dei mass media, in Honduras, si trova, principalmente, fra tre uomini, Rafael Ferrari, Jorge Canahuati e Jaime Rosentahl. Il primo possiede più di 17 stazioni radio e cinque canali televisivi, un "Berlusconi honduregno” se si vuole. Jorge Canahuati ha due quotidiani: El Heraldo e La Prensa.

Ma questi magnati dei media sono anche grandi commercianti e industriali. I loro media organizzavano ed eseguivano prima, durante e dopo il colpo di stato una feroce campagna anticomunista diretta a creare orrore nella popolazione honduregna dove è stato demonizzato in presidente Chavez, e dove invisibili nicaraguensi e venezuelani sono stati catalogati come "gruppi  terroristici" che invadevano l’Honduras.
 


Radio antigolpista la più ascoltata

 


Il giornalista Galdames Luis dirige il programma "Dietro la verità" a Radio Globo, emittente chiusa e militarizzata più volte nel corso del 2009 da parte del regime de facto di Roberto Micheletti. I suoi lavoratori furono sono stati
calpestati dallo stivale militare quando i militari presero la stazione all’alba del 28 giugno 2009. Galdames non ha "peli sulla lingua", come dice l’honduregno su un’emittente molto coraggiosa che non ha mai mancato di difendere i principi del giornalismo, diventando  l’emittente più ascoltata, oggi, in Honduras.

- Si vede che qua il Popolo é con noi. Sono molto pochi giornalisti che lavorano qua. I giornalisti dei mezzi di comunicazione (mass media) che frequentemente sono qua escono come topi, hanno paura di informare il popolo di ciò che sta accadendo e ciò che avviene alla stampa indipendente.
 


I mercenari del terrorismo mediatico


 

- Non abbiamo paura della morte. Abbiamo imparato a convivere con la vita e con  la morte. Se qua dobbiamo cadere come un martire per difendere la democrazia, il libero pensiero e la libertà di espressione,  dobbiamo farlo per difendere questo popolo e che questo popolo possa avere voce e possa votare. Perché non è possibile che calpestino la dignità del popolo e stiano mentendo attraverso i media che sono acquistati con il denaro stesso del popolo.

- Ci sono molti mercenari della comunicazione. Vendono le notizie, sono asserviti ai loro padroni e al loro datore di lavoro. Si tratta di mercenari perché costantemente mentono e mentono al popolo honduregno dicendogli solo quello che conviene al loro padrone. Ma non gli dicono la verità. Perché hanno paura e sono codardi e sono disposti a rinunciare a un lavoro ricevendo denaro insanguinato dai loro capi. Bisogna essere indipendenti e difendere il Popolo e non dedicarsi ad abbassare la testa e assoggettarsi al Padrone.

- A questi della oligarchia che hanno scatenato una campagna di terrore di paura e di intimidazione e stanno tacendo la voce del Popolo che è la stampa indipendente, diciamo, potranno avere il mio corpo, le mie ossa, potranno romperle come diceva Gandhi, potranno assassinarci, ma non avranno la nostro obbedienza, non avranno le nostre convinzioni.

 


"Reporter senza frontiere"

Al servizio di chi?

 

Reporter Senza Frontiere, un gruppo finanziato da gruppi di estrema destra della Florida,  grandi aziende mediatiche e la NED, National Endowment for Democracy, anche chiamato come una parte del volto "civile" della CIA, ha presentato lo stesso giorno in cui i giornalisti honduregni hanno marciato, la sua relazione "I predatori … della Stampa".  

 

Ma i giornalisti assassinati in Honduras o i dieci mesi di colpo di stato militare e la sua continuazione non sono stati sufficienti, per questo gruppo, per includere lo stato honduregno nella lista dei "Predatori … della Stampa". Ma Cuba e Venezuela, quasi meccanicamente, sono presenti, ogni anno, nella lista di detto gruppo.

- Che altro altro ha bisogno l’ Honduras per essere incluso in tale elenco? Quanti altri giornalisti assassinati? quanti altri media chiusi, sequestrati ed intimiditi? quanti altri  corrispondenti stranieri espulsi ancora? Quanti altri giornalisti locali esiliati ancora? Si é
chiesto il giornalista Unai Aranzadi sul sito  Rebelion.