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Galizia:migliaia in marcia

solidale con Cuba

 

 20 aprile 2010 - www.granma.cu (pl)

 

Migliaia di persone hanno marciato, domenica 18, per le strade di Santiago de Compostela, capitale della comunità autonoma spagnola della Galizia, per esprimere la loro solidarietà con Cuba e denunciare la recente campagna mediatica contro l’Isola.

 

Convocata dall’Associazione d’Amicizia Galizia Cuba “Francisco Villamil”, la manifestazione ha percorso varie arterie del centro della città del nordovest della Spagna, a circa 670 Km. da Madrid.

 

Tra i partecipanti alla protesta pacifica, il portavoce nazionale del partito Bloque Nacionalista Gallego, Guillermo Vázquez; la leader di Izquierda Unida in Galizia, Yolanda Díaz, e diversi rappresentanti di organizzazioni sindacali e giovanili, Carlos Portomeñe, Segretario Generale del Partito Comunista in questa regione autonoma (PCG), Narciso Pérez, del Partito  Comunista dei Popoli di Spagna e José Manuel Viqueira, presidente dell’Associazione Francisco Villamil.

 

Alla manifestazione, che è partita dalla nota Alameda de Santiago e si è conclusa con una concentrazione in Plaza del Toral, hanno partecipato circa duemila persone. Lo slogan era “Fermiamo la farsa informativa contro Cuba”.

 

Riuniti nella centrale  Plaza del Toral e gridando “Cuba sì, yankee no!” e “Fidel amico, la Galizia sta con te!”, i gruppi solidali hanno letto una dichiarazione in cui hanno condannato la crociata contro Cuba.

 

Nel chiamato Manifesto Unitario, si condanna l’aggressione alla maggiore delle Antille che si astiene dal denunciare le innumerevoli violazioni dei diritti umani commesse dagli Stati europei.

 

Se la morte di un detenuto comune, lamentata pubblicamente dal governo cubano, che ha fatto tutto il possibile per evitarla, implica la condanna di questo paese, quante condanne meritano le atrocità perpetrate nel detto Vecchio Continente? si legge il testo che inoltre denuncia come fatto quotidiano il massacro della popolazione civile e la pratica delle torture da parte delle truppe europee e statunitensi, in Afganistan ed in Iraq.

 

I firmatari hanno sostenuto che l’operazione diffamatoria ha la finalità d’impedire che si ristabilisca la normalità nelle relazioni diplomatiche tra Cuba  ed i 27 paesi dell’Unione Europea.

 

Oggi difendere Cuba è salvaguardare il diritto dei popoli a decidere liberamente il loro sistema economico e sociale, senza ingerenze, ed è come difendere tutti i diritti per tutte le persone.

 

Chi cerca di screditare Cuba è  restato sempre indifferente di fronte alla lunga successione di atrocità commesse dagli Stati Uniti, paese che ha lanciato  bombe atomiche e che ha sferrato più di cinquanta guerre al di fuori delle sue frontiere, segnala ancora il manifesto.