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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI

 

Sulla campagna

contro Cuba

 

 

9 aprile 2010 - amicuba di Andrés Gómez, direttore di Areítodigital

 

 

Miami - L'attuale campagna controrivoluzionaria contro Cuba e la sua Rivoluzione, che già colpisce e si estende, è dello stesso tipo di altre in precedenza promosse e dirette dai suoi nemici in molte altre occasioni.

La prima cosa che salta agli occhi in questa campagna diffamatoria è che non c'è corrispondenza tra ciò che succede e la risposta a questo, specialmente in Europa, poiché da parte degli Stati Uniti non ci si può aspettare nient’altro.

 

Che un prigioniero politico – in questo caso a stipendio di un governo straniero -, sconosciuto a tutti fino al momento del suo suicidio - esigendo richieste estranee alla sua condizione - sia morto come conseguenza del suo sciopero della fame, nonostante le attenzioni mediche richieste in questi casi, e un altro o altri individui si uniscano in scioperi simili per raggiungere obiettivi politici contro il governo legittimo di uno Stato poiché non hanno un'altra risorsa, dato che non contano su nessuna base politica nella loro popolazione che sostenga i loro propositi contro quel governo, non spiegano in modo razionale le decisioni dei governi europei.

 

Le decisioni prese contro Cuba dai governi europei si spiegano solo se si capisce che sono state prese perché si tratta della Rivoluzione cubana.

 

Quando nel passato l'Unione Europea e i governi che la compongono si sono intromessi nel modo in cui lo hanno fatto in questa occasione – suonando la grancassa - negli affari interni di un altro Stato, a causa non già di un morto, bensì nel caso di centinaia e migliaia di assassini di cittadini reclamando diritti fondamentali contro governi illegittimi perpetrati per anni, per esempio in America Latina?

 

Quando l'Unione Europea e i Governi che la compongono si sono pronunciati in questa maniera contro la campagna genocida del Blocco mantenuta dagli Stati Uniti per mezzo secolo contro il popolo cubano?

 

Quando l'hanno fatto contro la campagna terroristica di Stato iniziata e sostenuta dagli Stati Uniti per decenni contro quello stesso paese?

 

Quando hanno condannato gli Stati Uniti - nella maniera in cui lo hanno fatto con Cuba in questa occasione - per aver offerto protezione e impunità ai terroristi che agli ordini o con la conoscenza di quel governo portano a termine quella campagna terroristica?

 

E, soprattutto, che diritto etico o politico hanno l'Unione Europea e i governi che la compongono per condannare Cuba con l'immensità di crimini da loro commessi, attualmente e attraverso i secoli dei secoli?

 

E qui a Miami, il fatto di quella cinica manifestazione, composta tra l’altro da terroristi e da chi li appoggia, niente meno che esigendo rispetto dei diritti umani a Cuba...

 

Quando mai quelli che l’hanno convocata e quelli che vi hanno partecipato hanno preteso che i loro terroristi siano portati davanti ai tribunali di giustizia per rispondere dei loro odiosi crimini?

 

Quando, quella che si dice cantante, ha chiamato a una manifestazione per far valere i diritti alla vita delle migliaia di vittime cubane e di altre nazionalità che quegli stessi terroristi hanno assassinato durante decenni?

 

Tutta questa è una farsa. Anche se una farsa che attenta, con ogni proposito e con molte risorse, agli interessi e alla sicurezza del popolo cubano.

 

Ma dato che quelli che montano e promuovono la farsa sono gli stessi interessi che sono padroni dei grandi mezzi di comunicazione internazionale - sono gli interessi della controrivoluzione internazionale - allora la farsa si trasforma in una realtà virtuale, malgrado la vera realtà sia lì, limpida.

 

Tuttavia, sarà così solo per un tempo breve, perché quando si esaurirà il combustibile composto dalle menzogne, dalla rivalsa e dall'odio che sostenta quelle campagne contro Cuba, come sempre è successo, nonostante i dispiaceri, sarà lì, in quella felice isola visibile a tutti, l'opera di un popolo in rivoluzione.