Cuba ha letto un messaggio dei Cinque cubani a Ginevra
11.03 - L'ambasciatore di Cuba a
Ginevra,
Rodolfo Reyes, ha letto durante una riunione del CDU
delle Nazioni Unite, a Ginevra, un
messaggio dei Cinque
antiterroristi cubani prigionieri politici degli USA.
Utilizzando il suo tempo di
dibattito sul tema tre dell'agenzia, nel 16° periodo di sessioni
del CDU, Reyes ha segnalato che Cuba ha molte preoccupazioni da
condividere e molte proposte da realizzare a proposito delle
gravi minacce per l'esistenza stessa dell'umanità.
Prima di leggere un messaggio
inviato da Ramon Labañino, Renè Gonzalez, Gerardo Hernandez,
Antonio Guerrero e Fernando Gonzalez, i detti Cinque, il
diplomatico ha esposto precisioni sui temi affrontati nel CDU.
“La fame cresce a ritmi
insostenibili, gli alimenti sono strasformati in beni di
speculazione finanziaria e si destina un volume enorme di
cereali alla produzione di biocombustibili nei paesi del Nord
opulento”, ha detto.
“Il diritto dei popoli alla pace
è messo in discussione dalla brama egemonica di poche potenze
che ricorrono sempre più spesso alle minacce dell'uso della
forza militare e accumulano arsenali nucleari (...)”.
Poi l'ambasciatore ha
sottolineato che per la sua dimensione umana e il suo
straordinario significato, Cuba avrebbe letto nel suo
intervento nel Consiglio un messaggio inviato dai Cinque cubani
ingiustamente reclusi negli Stati Uniti.
“La loro unica responsabilità è
stata cercare d’ostacolare le attività terroristiche contro il
popolo cubano perpetrate dai gruppi che agiscono con impunità in
Florida”, ha dichiarato.
La loro detenzione è stata
dichiarata arbitraria nell'Opinione 19/2005 del Gruppo di
Lavoro pertinente di questo Consiglio, ha ricordato.
Reyes ha letto il messaggio
scritto da Ramon, Renè, Gerardo, Antonio e Fernando, i Cinque,
indirizzato al CDH:
“Si mantiene vigente la sentenza
del Gruppo sulla Detenzione Arbitraria di questo Consiglio, al
quale il Governo nordamericano ha risposto in modo ipocrita e
con argomenti manipolati. L'eco dei nostri ripetuti appelli si
perde un anno dopo l’altro in questa riunione generale e le
stesse domande sono sempre senza risposta. Perché quello che
è terrorismo quando si pratica contro i potenti, non è tale
quando i potenti lo utilizzano? Perché alcuni possono aggredire,
massacrare e distruggere orribilmente la vita umana, in nome di
una presunta guerra al terrorismo, mentre le vittime delle
loro azioni terroristiche non possono esercitare il più semplice
diritto alla difesa?
Perché stimiamo la vita umana
secondo le armi o la capacità di potenza economica o di ricatto
di alcuni governi? Non è lodevole difendere un popolo dal
terrorismo, al di sopra delle considerazioni politiche?
L'umanità deve ammettere che il
Governo nordamericano, auto-nominato giudice del pianeta, offre
rifugio ai terroristi nella Florida ed utilizza impunemente il
suo corrotto sistema giudiziario per proteggerli.
Finché il valore della vita umana
continuerà ad essere tanto relativo, la più elementare dignità
continuerà ad essere un'utopia, e non basteranno mille consigli
come questo, per far sì che il mondo prenda sul serio la lotta
per i diritti umani.
Noi, intanto, continueremo a praticare la dignità”. |
Cuba ha
sottolineato nel Consiglio dei Diritti Umani (CDU) delle Nazioni Unite, la
detenzione arbitraria dei Cinque combattenti antiterroristi nelle prigioni
statunitensi da più di 12 anni.
Durante
un intervento, nel dibattito interattivo del Gruppo di lavoro sulla
Detenzione Arbitraria e l’incaricato delle Scomparse forzate, il delegato
cubano Juan Antonio Quintanilla è tornato sul tema.
Il
diplomatico ha segnalato l’attenzione offerta dal Gruppo nella sua opinione
19/2005, riferita al caso dei Cinque antiterroristi cubani prigionieri
politici negli Stati Uniti la cui detenzione è stata giudicata arbitraria.
Quintanilla ha segnalato che lontana dall’accettare la considerazione,
Washington ha mantenuto le sue azioni di manipolazione politica.
“Adesso
sostengono che il tribunale d’appello era giunto alla conclusione che gli
accusati potevano essere sottoposti ad un processo imparziale a Miami, e che
di fatto così è stato”, ha esposto, “ma è stato un processo inquinato da
irregolarità e arbitrarietà e i loro argomenti non si sostengono!”
“È stato
un processo motivato politicamente in una sede totalmente ostile agli
accusati, ai quali è stato negato l’accesso all’80% dei documenti usati per
incolparli e sono stati negati i contatti regolari con gli avvocati della
difesa”, ha aggiunto.
Il
delegato cubano ha ricordato che tre prestigiosi giudici della Corte di
Atlanta, incaricati d’esaminare il caso, sollecitarono il
9 agosto 2005
l’annullamento del processo e la revoca delle condanne.
Esattamente un anno dopo, la stessa Corte riunita, con una votazione divisa,
revocò quella decisione, ratificando le condanne e negò la realizzazione di
un nuovo processo, ordinando d’inviare nuovamente il caso al Gruppo, per
considerare i restanti aspetti.
“Quella
insolita decisione conferma che il processo giudiziario contro i Cinque non
è stato svolto da una prospettiva di diritto (...) loro sono prigionieri
politici, detenuti arbitrariamente e sottoposti a crudeli e ingiuste
condizioni di reclusione”, ha sottolineato Quintanilla, aggiungendo che i
processi di nuove sentenza per tre dei Cinque, esposti dal Governo degli
Stati Uniti nelle sue risposte al Gruppo di Lavoro, rappresentano una
soluzione di facciata davanti ad una realtà che non si può nascondere.
“Il
Governo degli Stati Uniti, ha avvertito, ora chiede che il Gruppo di Lavoro
sulle detenzioni arbitrarie non si occupi più del caso e lo elimini dalla
sua lista.
Cuba
respinge questa possibilità perchè le autorità nordamericane non hanno
adottato le misure necessarie per porre fine alla situazione che ha
determinato la conclusione 19/2005 del Gruppo”, ha concluso.
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