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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

Come assassinare un leader

antimperialista per via mediatica

 

 

 

8.04.11 - www.resistenze.org - Atilio Boron / Fernando Buen Abad http://aporrea.org/medios/a120575.html 

 

 

[Estratto]

 

In seguito alla virulenta campagna mediatica scattata contro Hugo Chavez in occasione della sua visita in Argentina [1], ci è sembrato opportuno pubblicare quest’analisi del filosofo e semiotico messicano Fernando Buen Abad Domínguez a proposito delle aggressioni condotte dalla stampa “seria e indipendente” di tutto il mondo. (…)

 

La sinistra del nostro continente dovrebbe tener conto di uno dei principi fondamentali del pensiero militare e strategico statunitense secondo cui: “nel mondo attuale la guerra di controguerriglia si conduce attraverso i media”. Per questo Fidel ci ha spinti a portare avanti la “battaglia delle idee”, prima ancora che gli analisti del Pentagono arrivassero a quella conclusione. Abbiamo reagito tardivamente alle indicazioni del comandante, ma il flusso di denaro speso affannosamente per attaccare i leader della sinistra latinoamericana ci rivelano che la situazione sta cambiando. La capacità di manipolare e deformare l’opinione pubblica sta affrontando sempre più ostacoli, generando una frustrazione che spiega le più sfacciate menzogne di questi giorni contro il presidente Hugo Chávez.

 

 

Offensive digitali per incriminare, calunniare e demoralizzare 

 

Violenza Semiotica contro Hugo Chávez

 

Fernando Buen Abad Domínguez Rebelión/Università di Filosofia www.atilioboron.com

 

Manipolano video, disegni e fotografie per ridicolizzare, squalificare e criminalizzare.

 

E’ difficile quantificare il numero di immagini (visive, sonore o letterarie) che circolano ovunque per ridicolizzare la gerarchia politica, l’autorità morale e lo spirito rivoluzionario del presidente del Venezuela. Qui non cadremo nella trappola di riprodurne qualcuna, ma non cadremo neppure nella trappola di ignorarle o di combatterle sul piano semiotico dello scenario mondiale della Guerra Simbolica. Non avremo paura di denunciare università, sette e burocrazie. E’ una spacconata? Qualcosa di poco scientifico o poco serio? Vediamo.

 

Il repertorio delle aggressioni simboliche contro il presidente Hugo Chávez ricalca i protocolli ideologici più ortodossi della “Guerra di IV generazione”. Si tratta di perpetuare un crimine che, ridicolizzando e offendendo il presidente della nazione, colpisce la volontà democratica di un popolo. E viceversa. Un colpo basso con le intenzioni più cattive. Qualcuno dirà che si tratta di “senso dell’umorismo”, di una forma didattica di esercitare “la libertà di espressione, la dissidenza e la critica”. Il fatto è che ci sono canaglie tecnicizzate che usano computer, telecamere, fotografie, altri che nascondono microfoni e apparecchi per le intercettazioni. Altri ancora spiano le mail, le chat, qualunque cosa possa servire a “bruciare” un leader democratico sulla pubblica piazza dello spionaggio. Le immagini manipolate sono un chiaro segno delle perversioni che si annidano nelle menti di chi finanzia o produce iconografie per l’offensiva oligarchica. Molti sono ben qualificati sul piano tecnico e ottengono immagini stracariche di violenza psichica. Usano qualunque scena della vita reale, dell’intimità, dello spazio pubblico, nulla li ferma. Basta che un’immagine offra un fianco, un gesto, una debolezza, un’intimità, per usarla La tecnologia é usata per il godimento della degenerazione producendo una galleria mostruosa di icone tolte da un arsenale di idee esplicitamente terroristiche. Molti sono complici di questo “lavoro” soltanto con le risate facili. Fanno regnare la menzogna. Si comincia così.

 

Fino ad oggi, per le spie finanziate dagli oligarchi l’immagine del leader ridicolizzata vale oro, perché per la ricetta bellica convenzionale la stoccata morale del ridicolo è fondamentale, come mostrare un cadavere “colto in atti osceni”. Se poi il leader in questione è rivoluzionario… ispira maggior odio. Per quelli vale tutto, tranne gli argomenti razionali, chiaro. (...)

 

L’obiettivo è seminare il caso, sostituire i valori, obbligare a credere in ciò che è falso. Specialmente se il leader è socialista. Si tratta di infangare l’immagine del leader, si tratta di spaccare la direzione, di rovinare i processi rivoluzionari che crescono all’interno della lotta di classe. Tutto serve per quell’immondizia: letteratura, cinema, teatro, tutto arruolato per far riflettere gli istinti più bassi, più retrogradi. Si tratta di seminare e inculcare nella coscienza collettiva la paura, lo sgomento, i dubbi, la sfiducia e la fiacca mescolati a violenza, sadismo e tradimento. In concreto, qualunque tipo d’immoralità.

 

L’idea è quella di seminare il mondo con il caos e la confusione e far sì che ciò sembri un “paradiso”, in cui la violenza contro i popoli sia attiva e costante, dispotica, corrotta… domini la mancanza totale di principi, la morte dell’onore e dell’onestà, queste ultime ridicolizzate, rese inutili e convertite in causa di repressione.

 

Un mondo dove regna l’insolenza, l’inganno, la menzogna… il sangue avvolge tutto, le degenerazioni sessuali si naturalizzano con i miasmi dell’alcolismo, della tossicodipendenza, la paura irrazionale, il tradimento, il fascismo e le inimicizie fra i popoli.

 

Hugo Chávez lo si aggredisce da qualunque posizione. Non importa se sono interlocutori, lettori di notizie, sacerdoti o cattedratici. Aprono la bocca piena d’odio per ridicolizzare, per esempio, con i toni sarcastici… per manipolare fotografie e video, per calunniarlo, screditandolo e accusandolo di essere “rifiuto della storia” tanto da “legittimare” (perfino in televisione), un proiettile o altri metodi omicidi. E resta tutto impunito.

 

Le intenzioni più abbiette di certe menti criminali hanno come obiettivo i giovani per corromperli, demoralizzarli e pervertirli. Ci sono già dei videogiochi al riguardo.

 

Potremmo creare un simulacro dell’immenso orrore sommando le varie forme di aggressione simbolica contro Hugo Chávez che quotidianamente vengono prodotte. Tutte le risatine mattutine dei giornalisti, tutte le notizie deformate per esibirlo come “inefficiente”, “autoritario”, dittatore” e “comunista”. Tutte le fotografie, le didascalie, i video e le intercettazioni prefabbricate per mostrarlo “intransigente”, “antidemocrático”, “minaccioso”.

 

Un fenomeno che possiamo studiare, e dobbiamo denunciare ai quattro venti e a squarciagola. Dobbiamo denunciare e far partire la controffensiva. Dobbiamo adempiere al nostro compito, per la giustizia il bene di tutti. Perché possiamo essere noi le prossime vittime.

 

Sorridete… non stanno filmando.

 

 

NdR

1. Il 29 marzo 2011, a La Plata (Argentina), il presidente del Venezuela Hugo Chavez è stato insignito del “Premio Rodolfo Walsh”, il più prestigioso riconoscimento giornalistico latinoamericano, per “il suo impegno indiscutibile e autentico nel consolidare la libertà dei popoli, l’unità latinoamericana, difendere i diritti umani ed il suo impegno per la verità e i valori democratici”.