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15 gennaio 2011 - Editoriale Cubadebate
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Oggi ci siamo svegliati con una nuova aggressione. Facebook ha rimosso la pagina, aperta dagli internauti, che richiedeva a Youtube - proprietà di Google – la restituzione del canale di Cubadebate nella rete sociale di download di video più consultata nella rete e che si poteva individuare alla direzione
No más censura en Youtube restablezcan Cubadebate
Aperta poco dopo che avevamo denunciato la decisione di Google di chiudere il nostro canale, allo spazio sono arrivate centinaia di adesioni ed opinioni da tutto il mondo che hanno espresso la loro solidarietà con la nostra redazione. Tuttavia, nel pomeriggio di venerdì, la pagina era irraggiungibile. Gli amici di Cubadebate in questa rete erano ,anch’essi, vittime della censura.
Ma la solidarietà è testarda ed ingegnosa. In pochi minuti si sono aperti due nuovi spazi in Facebook per chiedere la restituzione del canale di video cubani ed esigere a Facebook che spieghi il nuovo arbitrio. Come si può vedere qui sotto sono ora visibili il gruppo:
No más censura en Youtube, restablezcan a Cubadebate
e la pagina,
Restablezcan Cubadebate. Vamos, vamos a multiplicar
Anche su Youtube sono apparsi cloni di Cubadebate, con video che denunciano Google - vedere Cubadebatecu e Cubadebate1 – centinaia di messaggi sono stati diffusi in Twitter con hashtag # Cubadebate, si sono create campagne pubblicitarie e bottoni per condividerli nei blog e decine di persone ci hanno dato molto utili suggerimenti per sfidare l'impero delle telecomunicazioni, che a nostro giudizio sono validi alla costruzione di una strategia di visibilità in Internet dei media alternativi e blogger indipendenti, vulnerabili agli abusi dei monopoli mediatici. […]
Fino a questo momento, Google non ha risposto alla nostra richiesta di ripristinare il canale video, realizzata subito dopo che Youtube ha tagliato l'accesso ai materiali di Cubadebate allegando una violazione del diritto d'autore. Si riferiva in particolare a un frammento del video di presentazione, a Miami, del Fondo Legale per il terrorista Luis Posada Carriles che abbiamo recentemente pubblicato, che presenta un materiale molto più amplio, che é circolato in rete ed é stato riprodotto in vari siti, senza autorizzazione.
Tuttavia, 48 ore dopo la chiusura del canale ci è giunta via email l'insolita richiesta inusuale di riempire un modulo sul nostro "livello di soddisfazione del supporto di assistenza tecnica di Youtube". Uno scherzo? "Un insulto? Una sciocchezza in automatico?
La nostra risposta è stata immediata:
I falsi Messia del diritto d’autore, i moralisti Facebook e Google, sono in questo momento in salamoia legale. A causa delle sue pratiche monopolistiche Google è sotto inchiesta nell'Unione Europea per presunta manipolazione dei risultati di ricerca ed anche per abuso di posizione dominante. Inoltre, la Corea del Sud ha accusato il gigante di Internet di aver violato le leggi sulla privacy. Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, potrebbe dover affrontare un nuovo processo per aver rubato l'idea della rete sociale. Facebook, conta 500 milioni di utenti.
Come possono presentarsi, queste due società, come Apostoli del Diritto d’Autore? Che fanno per convivere con la loro schizofrenia etica, smentendo con le loro azioni private ciò che promuovono e sanzionano con tanta convinzione nella comunità? Forse questo non sarà la fine degli abusi delle imprese transazionali di Internet, ma può essere la fine dell'ipocrisia. E Cubadebate e i suoi lettori daranno battaglia perché ciò accada.
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