Attivisti mobilitati contro le restrizioni dei viaggi USA-Cuba |
17 agosto 2011 - Jorge V. Jaime www.granma.cu
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Molti cubani residenti negli Stati Uniti e varie ONG’s negli USA, hanno inviato migliaia di lettere, fax e messaggi di posta elettronica alla Casa Bianca, perchè si annulli una proposta contro i viaggi per l’Isola, hanno riferito i media della stampa.
La decisone comunque è nell’aria. Si tratta dell’emendamento del congressista Mario Díaz-Balart al progetto di Legge d’Assegnazione della Camera dei Rappresentanti, ha segnalato il giornalista Alvaro F. Fernández.
In un articolo pubblicato dall’emittente Radio Progreso, di Miami, Fernández sottolinea che l’emendamento Díaz-Balart è sempre una minaccia e la battaglia non è stata ancora vinta. Il mese scorso la Casa Bianca ha emesso una dichiarazione nella quale dichiara di non essere d’accordo con l’emendamento e che il presidente Obama avrebbe vietato la legge se avesse contenuto quel linguaggio a proposito di Cuba, segnalava.
“Siamo grati alla Casa Bianca per il suo atteggiamento ma non dobbiamo riposare sino a che il problema non sia risolto”, ha aggiunto il giornalista.
Va ricordato che quello che propone l’emendamento Díaz-Balart è semplice: ritornare all’ era di George W. Bush, quando i cubano-americani potevano visitare solo una volta ogni tre anni i membri delle loro famiglie in Cuba e per quel che riguarda le rimesse, c’era un limite di 300 dollari a trimestre.
“Ma tra tutte le misure, l’insulto è stato che l’amministrazione Bush ha avuto la prepotenza di definire chi era o meno membro della famiglia. I congressisti Díaz-Balart, Ileana Ros-Lehtinen, David Rivera, ed altri, insistono nel reimporre questa misura draconiana a tutti e non possiamo permettere che questo succeda di nuovo. Dobbiamo continuare a scrivere alla Casa Bianca per far sì che Obama sappia che non può permettere che questo succeda! Che il presidente sappia che lo terremo in conto nel novembre del 2012, quando ci saranno le elezioni presidenziali!”, ha detto ancora il giornalista.
Negli Stati Uniti una legge del 2000 proibisce di consegnare licenze per attività turistiche in Cuba. Nel gennaio del 2010, per risoluzione di Obama, sono state alleviate alcune regole, ma continuano in vigore le restrizioni più significative sui viaggi verso la nazione dei Carabi.
I cambi minori beneficiano solo viaggi per motivi accademici, religiosi, culturali o sportivi, che rispondano ad una certa politica che Washington denomina promozione del contatto persona a persona. |
Gli Stati Uniti specificano: niente viaggi di turismo a Cuba |
28 luglio 2011 - www.granma.cu
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Il governo del presidente Barack Obama ha chiarito alcuni dubbi mediatici ed ha reiterato con un comunicato ufficiale la politica storicamente restrittiva di Washington in relazione ai viaggi turistici degli statunitensi a Cuba.
In una nota pubblica apparsa nella pagina web del Dipartimento del Tesoro, gli Stati Uniti hanno avvertito che la flessibilità concessa per i viaggi educativi e culturali dei cittadini nordamericani a Cuba non va interpretata come una promozione del turismo verso l’Isola.
L’Ufficio di Controllo dei Beni Stranieri (OFAC), iscritto a questo ministero del governo nordamericano, ha deciso di chiarire quelle che ha chiamato interpretazioni erronee nei media di comunicazione.
In alcuni giornali si è suggerito che gli statunitensi potranno viaggiare praticamente senza restrizioni nel paese vicino. Le attività autorizzate nelle ultime decisioni del presidente Obama non sono attività turistiche, ha sottolineato la OFAC nell’avviso.
L’Ufficio di Controllo dei Beni Stranieri è cosciente delle interpretazioni erronee che suggeriscono che la politica estera degli USA ora permette viaggi di gruppo a Cuba praticamente senza restrizioni, commenta il testo.
La OFAC specificamente rilascia licenze a organizzazioni che patrocinano certi programmi di scambio educativo e i viaggiatori sono sottoposti a limiti di spese quotidiane; è loro proibito l’acquisto di ricordi e di altri beni cubani, ha segnalato il Dipartimento del Tesoro.
L’azione della OFAC sembra essere una risposta alla congressista statunitense d’origine cubana Ileana Ros-Lehtinen, presidentessa del Comitato delle Relazioni estere della Camera dei Rappresentanti, che ha chiesto a Obama d’adottare misure per impedire presunte violazioni delle leggi sul turismo verso Cuba.
Pochi giorni fa la ultra conservatrice Ros-Lehtinen ha esortato la Casa Bianca ad applicare i regolamenti stabiliti per affrontare gli sforzi di alcune istituzioni nordamericane e di agenzie di viaggio che promuovono la partecipazione dei cittadini nordamericani ad escursioni turistiche nell’arcipelago delle Antille.
Negli USA una legge del 2000 proibisce alla OFAC di rilasciare licenze per attività turistiche a Cuba; nel gennaio del 2011, grazie ad una risoluzione di Obama, sono state alleviate alcune regole, ma continuano in vigore le dure restrizioni sui viaggi a Cuba.
Alla metà di luglio la Ros-Lehtinen, e un altro congressista che molti analisti definiscono ‘dell’estrema destra cubano-americana’, il rappresentante David Rivera, hanno promosso gli sforzi per revocare il rilassamento del restrizioni dei viaggi.
L’Emendamento è stato presentato da Rivera, repubblicano per il sud della Florida, ed è stato approvato con una votazione di 36 a 6 nella Commissione delle Relazioni Estere della Camera dei Rappresentanti.
Questa proposta è simile ad un’altra, difesa precedentemente dal rappresentante repubblicano Mario Díaz-Balart, aggregata ad una legge d’assegnazione del Tesoro e certificata da un Comitato della Camera Bassa, in una votazione del mese scorso.
Sia l’emendamento di Rivera, che quello di Díaz-Balart, restaurerebbero le drastiche proibizioni dei viaggi a Cuba che erano vigenti durante la presidenza di George W. Bush, prima che Obama le riducesse agli inizi di quest’anno.
Sanzioni civili e penali possono essere applicate come conseguenza d’una violazione dei regolamenti vigenti sulle attività autorizzate.
I gruppi di contatto ‘persona a persona’ non sono attività turistiche, ha sottolineato la OFAC alla fine del suo comunicato. |
Approvato un emendamento che potrà nuovamente limitare i viaggi dagli USA a Cuba |
23 luglio 2011 -
www.granma.cu
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Il Comitato degli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un emendamento che, se diverrà legge, ristabilirà le restrizioni dei viaggi a Cuba in vigore prima del gennaio del 2009.
Il documento (votato 36-6), che include il voto di 13 democratici, è un’iniziativa del legislatore repubblicano della Florida, David Rivera che, se sarà confermato, imporrà di nuovo le limitazioni di viaggi e rimesse ordinate nel 2004 dall’allora presidente George W. Bush.
Il testo di Rivera ha eliminato un altro testo del democratico di New York, Gregory Meeks, che assegnava al governo dell’attuale presidente Barack Obama un ampio margine per applicare le restrizioni di viaggio.
La proposta esige che la Casa Bianca applichi pienamente tutte le regole degli Stati Uniti per i viaggi a Cuba, vigenti prima del 19 gennaio del 2009 e imponga le corrispondenti sanzioni contro gli individui che, si determinerà, le avranno violate.
Come parte del complesso processo legislativo statunitense, si permette ai legislatori che questi presentino emendamenti e contro-emendamenti che modificano o eliminano le leggi esistenti.
Le due iniziative sono state dibattute come parte del Progetto di Legge per le spese del Dipartimento di Stato e per le operazioni estere, che a sua volta è stato accettato nella sua totalità.
Inoltre figura tra le misure approvate, una voce che sopprime parte degli aiuti esteri degli USA per Argentina, Venezuela, Nicaragua, Bolivia ed Ecuador.
L’iniziativa, per divenire Legge, deve ricevere l’approvazione del plenum della Camera bassa e poi passare ugualmente al Senato, per essere poi analizzata e votata nel Congresso.
Il 23 giugno il Comitato d’Assegnazione della Camera dei Rappresentanti ha revocato attraverso un altro emendamento la flessibilità di viaggi e rimesse per l’Isola, ordinata da Obama nel gennaio del 2009, una normativa che deve passare nel plenum del legislativo.
Prima di questa decisione presidenziale le visite familiari dei cubano-americani erano state ristrette a una ogni tre anni ed era minima la possibilità dell’invio di rimesse, misura che aveva reso ancora più intenso il blocco commerciale, economico e finanziario imposto da Washington da cinquant’anni.
Nel gennaio del 2011 Obama aveva annunciato la detta flessibilità per i viaggi a Cuba, indirizzata ai gruppi culturali, religiosi e accademici, per promuovere il detto contatto ‘popolo e popolo’, ma le restrizioni in questo senso, per gli statunitensi, sono rimaste intatte.
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