Il traduttore si scusa per gli errori |
|
|
|
Le "unità cubane" dell'esercito USA: una fonte di mercenari |
|
5 agosto 2011 - José Luis Méndez Méndez www.cubadebate.cu
|
|
In un memorandum dell'amministrazione del democratico John F. Kennedy, del 1962, intitolato ‘Politica Futura Verso Cuba’ , si attualizzò il Programma di Covert Action contro Cuba, approvato il 17 marzo 1960 da Dwight D. Eisenhower, che era il gestore della fallita invasione militare nell’aprile dello stesso anno. Questo disastro ebbe un alto costo politico per l'amministrazione Kennedy.
Lo spirito revanscista degli sconfitti, più la pressione degli emigrati cubani negli Stati Uniti, esigeva dar continuità alla volontà politica, assunta e dichiarata di tentare, ancora una volta, di abbattere la Rivoluzione Cubana.
Centinaia di ore di proposte e discussioni diedero come risultato un piano di diverse azioni sovversive per continuare colpendo il normale sviluppo del sistema cubano, già proclamato socialista il 16 aprile 1961.
I nord americani avevano un problema: cosa fare con le migliaia di cubani negli Stati Uniti, che reclamavano vendetta? Alcuni erano rimasti nei campi di addestramento in Puerto Rico, Guatemala e in Florida, altri erano addestrati dalla CIA e erano incorporati nella denominata Unità Operativa della CIA a Miami (JM WAVE); oltre un migliaio erano prigionieri a Playa Giron e attendevano i risultati dei negoziati in corso per il legittimo indennizzo di Cuba per i danni e pregiudizi derivanti dall'invasione mercenaria.
Nel dicembre 1962, i mercenari detenuti fecero ritorno negli USA e dopo essersi ripresi dalla demoralizzazione della sconfitta incolparono la Casa Bianca di averli abbandonati quando più avevano bisogno. Tutti questi fattori erano presenti nel processo di analisi per la presa di decisioni nel cosiddetto "Caso Cuba".
Subito dopo la sconfitta mercenaria le agenzie statunitensi ripresero i loro piani ed azioni per tentare nuovamente di abbattere la Rivoluzione. Riattivarono le organizzazioni che erano state decimate a causa delle azioni intraprese per impedire il sostegno della controrivoluzione interna all’aggressione. Realizzarono sforzi unitari come la comparsa del cosiddetto Fronte Anticomunista di Liberazione (FAL) nel giugno 1961 che cercò di creare un comando congiunto per agire.
La cosiddetta Operazione Mangusta era in gestazione e i suoi 32 compiti, più uno dedicato alla guerra biologica, avrebbero dovuto culminare in una rivolta insurrezionale stimata per il 30 agosto 1962, quando gli effetti di questa operazione avrebbero creato le condizioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi destabilizzatori previsti. In questo piano le Unità Cubane avevano riservato un ruolo decisivo per intervenire militarmente nell'isola.
Il menzionato memorandum nel suo capitolo Politica, ratificava e lasciava invariato lo scopo nord americano: "Il nostro obiettivo finale rispetto a Cuba rimane il rovesciamento del regime di Castro e la sua sostituzione con uno che condivida gli obiettivi del Mondo Libero. I nostri obiettivi immediati sono di indebolire il regime, far fallire le sue intenzioni sovversive, ridurre ancor più la sua influenza nell'emisfero e aumentare il costo, per il Blocco, del sostenimento del regime (o separare il regime del Blocco)."
"Una politica di contenimento, erosione e discredito e d'isolamento del regime di Castro attraverso l'esercizio di tutte le pressioni diplomatiche, economiche, psicologiche e altre che siano fattibili faranno ottenere tali obiettivi immediati e potranno creare condizioni che propizino, a Cuba, ulteriori progressi verso i nostri obiettivi finali." Questi contenuti sembrano essere stati dettati oggi dai formulatori delle politiche dell’attuale amministrazione democratica negli Stati Uniti, per la coincidenza delle politiche sovversive.
Nella parte del documento dedicata al Corso di Azione era prevista, tra altre, la seguente attività:
10) - Facilitare l'ingresso di esiliati cubani nelle Forze Armate USA per il loro addestramento e formazione di unità di riserva a partire da lì.
Questa è stata la genesi della creazione e incorporazione dei cubani in "Unità Cubane" dell’ esercito USA destinate a continuare l'aggressione contro Cuba.
All'inizio di ottobre 1962, l’ordine del Presidente USA per reclutare e addestrare gli emigrati cubani dentro l’Esercito USA si pose in marcia in diverse città degli Stati Uniti. Ora il fallimento dell’Operazione Mangusta, si era sommato ad altre frustrazioni precedenti e l’opzione dell’aggressione militare si manteneva, ancora, dentro il designo nord americano. Le nuove reclute cubane, non andarono in campi clandestini creati per loro, risultarono reclutati, selezionati e inviati a installazioni militari ufficiali per essere preparati il più rapidamente possibile secondo le norme e le procedure dell'Esercito.
A Miami fu convocata una riunione al cosiddetto 'Rifugio', luogo di incontro di emigranti, per spiegare il processo di reclutamento. Una quarantina di giovani cubani assisterono alla riunione. Un colonnello dell'esercito USA spiegò che, da quel momento, si apriva il reclutamento per l'ingresso nelle forze armate. Ad una domanda del pubblico circa lo scopo di quella convocazione il militare assicurò: "Io do la mia parola, a nome delle Forze Armate degli Stati Uniti e del governo, che questo è per Cuba".
Il processo per iscriversi fu accelerato, ciò indicando l'urgenza di tenere a disposizione una forza militare mercenaria di cubani addestrati, armati e pronti. Della riunione un gruppo di emigranti partirono per il centro di reclutamento, situato in calle Aurora, di Coral Gables, e dopo aver riempito i moduli, fecero gli esami fisici, e di conoscenza accademica; i dichiarati idonei dalla commissione, che fu molto flessibile per non scartare candidati, furono chiamati per partire, il giorno dopo, per Fort Knox, in Kentucky.
Così incominciarono ad arrivare i mercenari cubani in questa base.
Il 15 ottobre già si era conformata la prima compagnia, fu chiamata F-10-3 (Compagnia F del Decimo Battaglione della Terza Brigata). L’addestramento fu condotto da istruttori nord americani delle Forze Speciali, che per lo più non parlavano spagnolo.
Mentre a Miami, la Mecca della controrivoluzione cubana, decine di immigrati accorrevano al richiamo dei loro padroni e chiedevano l'ammissione ad un esercito mercenario, il 16 ottobre 1962 il Daily News, di New York, annunciò che le Forze Armate USA stavano accettando "volontari" cubani. Il principale centro di reclutamento stava in calle Broadway e calle 71, anche al numero 39 de la calle hall, nella parte bassa di quella città.
A New York, il processo di ammissione fu accelerato, li si informò che a quelli ammessi lo si sarebbe comunicato per posta, ciò che sembrava allungare i tempi. Con grande sorpresa dei candidati, la maggioranza ricevettero la convocazione il giorno successivo. Il 18 ottobre furono interrogati, gli si applicò il test della macchina della verità, allora molto popolare, e furono effettuati esami medici, che quasi tutti superarono.
Un nuovo elemento fu incluso nei moduli. Fu richiesto di specificare la regione di origine, a Cuba, e i luoghi che più conoscevano sull'isola Questo spiega perché, pochi anni dopo, i gruppi di missioni speciali della CIA che effettuavano incursioni contro il territorio nazionale cubano, si formavano in base alla provenienza territoriale dei suoi uomini.
Questo sarà il vivaio dei mercenari, che eseguirono centinaia di incursioni marittime ed aeree dirette dalla CIA dalle sue basi in Florida e in America Centrale.
La voce che all’arruolarsi nell'esercito poteva essere ottenuta la cittadinanza nord americana, si diffuse a macchia d'olio tra gli aspiranti a mercenari e il giorno dopo si presentarono in maniera massiccia. Questa illusione non fu raggiunta da molti, che decenni più tardi ancora chiedono di essere riconosciuti, dagli Stati Uniti, come "veterani di guerre all'estero" per ricevere l'assistenza medica e altri benefici.
La maggior parte erano emigrati classificati come "rifugiati", senza carta verde, ed anche in questo primo gruppo di arruolati c’erano perfino coloro che non avevano né la carta della Assicurazione Sociale USA, che permetteva loro di ricevere cure mediche, dal momento che erano da poco arrivati da Cuba. Erano giovani senza famiglia negli Stati Uniti, non avevano residenza, solo la carta blu di parole (sotto la parola), categoria che ricevevano all’arrivo e che condizionava l’ammissione o meno a successive analisi. Furono abilitati in fretta per ottenerla, in modo da poterli iscrivere.
La sera del 19 ottobre i mercenari, reclutati a New York, furono trasferiti in rigoroso segreto fino all'aeroporto di Newark, New Jersey, su autobus con i finestrini oscurati. Lì furono imbarcati su un volo commerciale verso una destinazione sconosciuta. Questo primo gruppo era composto da 53 matricole. Intorno alla mezzanotte arrivarono all'aeroporto di Fort Knox, furono portati alle baracche in camion, dove già stavano altre 200 reclute arrivate da Miami. Il 20 furono abilitati con uniformi ed equipaggiamenti militari e integrati a plotoni della già costituita 1 compagnia di combattimento rafforzata F-10-3, che consisteva in cinque plotoni di cinque squadre ciascuno. In totale 250 uomini.
Il 26 ottobre, al culmine della Crisi dei Missili, quando era al suo momento più critico, Fort Konx, come le altre basi militari negli Stati Uniti si mantenne in allerta. Già che si erano formate altre compagnie cubane, ma senza ricevere un addestramento intensivo a cui era sottoposto l'F-10-3 che era destinato a sbarcare a Cuba, con le altre forze degli Stati Uniti, nella nuova invasione che era in preparazione.
A conclusione della Crisi d'Ottobre, l’addestramento continuò, ora gli istruttori delle Forze Speciali USA, per la compagnia F, furono sostituiti da altri, principalmente di origine portoricana.
Nel dicembre 1962, circa 1097 mercenari prigionieri della Baia dei Porci, ritornarono negli Stati Uniti; nell’atto ufficiale di ricevimento il presidente John F. Kennedy promise, con passione, che la bandiera cubana, che gli sconfitti gli consegnarono in quel momento, sarebbe stata loro restituita: "In una Cuba Libera". La menzionata bandiera, non era stata portata da Cuba dai mercenari, fu confezionata per l'occasione. Fu restituita, non come gli assicurò il presidente degli Stati Uniti, ma anni più tardi per posta.
A metà dicembre dello stesso anno 1700 emigranti si addestravano a Fort Knox. Nei primi mesi del 1963, questi furono trasferiti, per ragioni climatiche, a Fort Jackson, South Carolina, continuarono l’addestramento e si formarono altre compagnie. In aprile il dato aveva già raggiunto circa 6000 reclute pronte per l'aggressione.
Fattori politici interni ed esterni, faranno prendere decisioni importanti, che metteranno la parola fine al massiccio programma di formazione di mercenari per l'utilizzarli contro Cuba. Nell'ambito di questo programma di "Unità Cubane" , un piccolo gruppo di arruolati, che non superava il centinaio scelse di addestrarsi in Marina, questi furono trattati separatamente e inviati a San Diego, California, per la loro formazione.
Uno di questi mercenari Frank Hernandez-Trujillo espresse il suo rammarico per la situazione dopo sei mesi di addestramento:"... aumentò il numero dei coscritti ... ma senza illusioni o le speranze di prima". Ad aprile la demoralizzazione li aveva minati e in quello stesso messe fu smobilitata la compagnia F-10-3, la prima dell’esercito statunitense composta interamente da "volontari" cubani.
Tra coloro che passarono quella scuola di mercenari, oltre a Hernández-Trujillo stavano Carlos Alberto Montaner Suris, Jorge Mas Canosa e di altri di simile carriera terroristica.
In totale passarono sei mesi tra il reclutamento, la formazione e lo scioglimento di queste forze. La maggior parte optò di lasciare l'esercito, altri rimasero nello stesso e furono assegnati in Vietnam per partecipare alla guerra sporca di aggressione degli Stati Uniti contro quel paese. La CIA assoldò varie centinaia per i suoi piani di destabilizzazione, e anni dopo, la stessa agenzia l’inviò in Africa come mercenari per prendere parte alla guerra nell’ex Congo belga.
Passarono anche al programma di contro insurrezione elaborato dall'amministrazione Kennedy e furono inviati come consiglieri per la repressione in America Latina. Furono in Bolivia nel 1967, in Perù, Colombia, Brasile, Argentina, Venezuela e formarono parte delle strutture di polizia e servizi specializzati di repressione.
I mercenari di Playa Girón, organizzarono un'Associazione della Brigata 2506 a Miami. Il suo presidente Juan José Peruyero realizzò l’offerta al governo degli Stati Uniti perché gli si desse la possibilità di partecipare all’aggressione contro i vietnamiti. Nella sua argomentazione dichiarò: "Il diritto degli emigrati cubani a lottare contro il comunismo in queste remote terre, questo non costituisce una dimenticanza del dramma particolare, né una distrazione di sforzi nella consecuzione della libertà cubana, gli eserciti nordamericani combattono in fronti lontani, sono nostri alleati perché si trovano ad affrontare un nemico comune. Il dovere cubano sta anche in Vietnam, lottando lì uniti a loro otterremo il diritto di combattere insieme, con uguaglianza di onore, quando arriverà l’ora di spostare lo scenario bellico all'isola schiavizzata di Cuba".
La Crisi fu risolta attraverso il negoziato e si dissipò la minaccia di una guerra nucleare. Per anni si è parlato di un presunto impegno da parte degli Stati Uniti di non invadere Cuba, ma la guerra non dichiarata è continuata, centinaia di incursioni aggressive via aerea e marittima dovevano accadere, la storia ora le registra come esempi di mancanza di rispetto, delle successive amministrazioni nordamericane, delle più elementari norme della convivenza internazionale e delle leggi che la governano. Vedasi “Combattendo in Vietnam”, si avvicina l’ora per i cubani di combattere a Cuba dice la Brigata 2506 di René Armando Leyva nella rivista Girón, gennaio 1985, Miami, Florida, p. 16
|
|