HOME INFORMAZIONE | |
IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI |
|
Fidel Castro: Internet sembra inventato per noi |
|
14/12/11 Omar Pérez Salomon da http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/
|
|
Vari avvenimenti, avvenuti di recente, relazionati alla rete delle reti, mi hanno portato a rileggere un articolo pubblicato dalla giornalista Rosa Miriam Elizalde sul sito Cubadebate e replicato, 5 anni fa, il 1 dicembre 2006, in Cubaperiodistas dal titolo: 'Fidel e l'infinito'. Risulta che Radio Nederland, l'emittente nazionale olandese, certamente non a favore della Rivoluzione cubana, ha riconosciuto, nella sua pagina digitale lo scorso 10 dicembre, che "sempre più i cubani utilizzano Facebook o Twitter come una finestra di comunicazione con il mondo". In quello stesso spazio si informava che "il Ministro degli Esteri olandese, Uri Rosenthal, ha esortato la comunità internazionale a sostenere i blogger dissidenti. Il ministro ritiene che un libero accesso ad Internet è parte della libertà di espressione ed è quindi un diritto umano. Nel suo discorso ha principalmente citato Egitto, Siria, Vietnam, Thailandia e anche Cuba". Sembra che il ministro Rosenthal non si sia accorto che meno di 15 giorni fa il suo omologo cubano, Bruno Rodriguez, parlando a un seminario su "I media alternativi e le reti sociali", che si è riunito all'Avana il 29 e 30 novembre con la partecipazione di rappresentanti di 12 paesi, ha detto che "Siamo di fronte alla dicotomia tra l'uso individuale e sociale della tecnologia, di fronte alla dominazione ed alla liberazione, e sento che viviamo un'opportunità con queste tecnologie. Si comincia ad accumulare a Cuba una esperienza nei social networking e il Ministero degli Esteri è consapevole che é uno strumento inevitabile. Il Cancelliere ha assicurato che il suo Ministero patrocina non solo “per la nostra presenza in Twitter e bensì in altre reti, qualcosa che anche in altri organismi si sta articolando. Dobbiamo rompere gli atavismi e le timidezze, ed agire con responsabilità. Dovremmo fare tutto più rapidamente di come lo stiamo facendo.” Ha assicurato che Cuba scommette sull'uso sociale, di massa, dell'Internet, ma “non mediante il mercato per il suo carattere escludente. Dobbiamo prendere in considerazione in maniera realistica gli elementi obiettivi” ha aggiunto. Il ministro europeo ignora la legnata ricevuta dagli utenti di twitter al servizio del governo degli Stati Uniti, che pretendevano sostenere in questo social network, le pericolose provocazioni organizzate da cittadini USA, di origine cubana, con legami con il terrorismo, nelle acque prossime alle coste cubane, alla vigilia della Giornata dei Diritti Umani. Mentre il ministro degli esteri olandese sostiene i blogger e twitter "dissidenti", fatta eccezione per il movimento degli indignati in tutto il mondo, la Rivoluzione cubana riceve l'appoggio solidario dei twitter di tutto il mondo, che hanno messo queste tecnologie al servizio di ideali più nobile e rivoluzionari. Nell'articolo citato all'inizio Rosa Miriam riferisce: "Internet sembra inventato per noi, ripeteva un Fidel cosciente che la tecnologia non è né buona né cattiva, ma potere nelle mani di coloro che l'hanno, un potere che non è mai neutrale. "Coloro che si affacciano al pensiero di Fidel distinguono, su tutte le altre molte qualità, la sua ossessione per l'uguaglianza. Con Internet ha visto una straordinaria opportunità di mettere tutti gli esseri umani in un bacino comune per la conoscenze. Ha preso lo studio della rete in una prospettiva di inclusione, di diffusione dell'uso di tale tecnologia e dell'estensione del lavoro culturale cubano. Basta rivedere i suoi discorsi degli ultimi dieci anni per confermare quanto presto Fidel ha capito che un mondo strutturato intorno alle relazioni di accesso produrrebbe un tipo molto diverso di essere umano, e che i suoi valori dipenderebbero dalla diversità delle risorse ed esperienze culturali che questo potrebbe acquisire. Gli Stati Uniti hanno più di 68 milioni di chilometri di fibra ottica, e noi con molto meno facciamo diecimila volte più perché ciò che loro hanno lo sottoutilizzano. Noi possiamo fornire un uso più intelligente e collettivo". Magari i rappresentanti dell'imperialismo USA e i suoi alleati europei imparino, una volta per tutte, le lezioni di Fidel.
|
|
|