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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI |
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Arresti negli Stati Uniti e Cuba: due pesi e ragionevoli dubbi |
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11/10/11 di José Manzaneda www.cubainformacion.tv http://www.youtube.com/watch?v=eo2cZV2rgu8
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Lo scorso 1 ° ottobre - in un giorno - la polizia arrestava, a New York, circa
700 attivisti del movimento contro il potere
delle banche e Wall Street (1). In titolo e note di agenzie e altri media
sopra l'incidente, appena si accennava giudizi di valore circa l'azione
della polizia o analisi critiche sul regime politico e sociale degli Stati
Uniti (2). Un cablo dalla sede diplomatica degli Stati Uniti all'Avana, rivelato da Wikileaks ma anch'esso censurato dai media mainstream, dimostra che Elizardo Sanchez e la sua Commissione Cubana dei Diritti Umani sono i beneficiari dei fondi del governo USA, cosa che smonta qualsiasi tentativo di presentarsi come "fonte civile indipendente" (5). Infatti, uno degli ex collaboratori di Sanchez, anche lui un "dissidente", Richard Roselló, lo accusa di rubare i soldi che il governo degli Stati Uniti e altre potenze destinano alla "dissidenza" e di "essere più interessato a mantenere una ben voluminosa lista (di "prigionieri politici") che ai (...) reali problemi dell'opposizione "(6). La stessa agenzia USA, Associated Press (AP), in un recente reportage, metteva in dubbio i citati dati di detenzione, perché - ha detto - "non è possibile confermare questi dati in modo indipendente ed il Governo (cubano) non fa commenti"(7).
Due giornalisti inviati nell'isola da tale agenzia
hanno fatto un crudo ritratto della situazione della cosiddetta
"dissidenza". Essi hanno affermato che questa cerca di "ottenere l'appoggio
di una società che non è mai sembrata particolarmente ricettiva", che "non
ha potuto emulare le rivolte che si sono verificate nel mondo arabo e
neppure le proteste che esigevano una maggiore giustizia sociale che si sono
verificate in Gran Bretagna, Grecia e Spagna". E arriva ad una conclusione
sicura: «A Cuba è comune trovare gente scontenta della situazione del paese,
ma pochi considerano i dissidenti come una reale alternativa." E ricordava
come lo ha riconosciuto perfino il capo dell'Ufficio di Interessi USA
all'Avana,
L'Associated Press insisteva
anche che, attualmente, Amnesty International non riconosce "prigionieri di
coscienza" a Cuba, giacché coloro che sono difesi come tali da Elizardo
Sanchez o dalle
sono "dietro le sbarre per reati a volte
violenti (...), come sabotaggio e sequestro di navi ". Ma i grandi giornali
che portavano titoli sulla presunta "ondata record" di arresti, parlavano -
senza menzionare nessuno di questi caratteri violenti delle loro
azioni - di "circa 80 condannati o processati per ragioni politiche."
Un'immagine - così comune nel
(1)
http://www.20minutos.es/ (3) http://www.abc.es/20111005/internacional/abcp-ofensiva-castro-encarcelados-20111005.html (5) http://www.cablegatesearch.net/cable.php?id=08HAVANA753&q (6) http://mosaicocubano.blogspot.com/2011/09/la-verdad-en-su-lugar-boletin-no-2.html (7) http://www.contrainjerencia.com/index.php/?p=26907
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