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3.09.11 - Deisy Francis Mexidor Las razones de Cuba www.cubadebate.cu
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Si sta preparando una nuova escalation di aggressioni del governo degli Stati Uniti contro Cuba a partire da una campagna stampa che pone enfasi su un clima di presunta violenza e repressione nel nostro paese.
La tempistica non è casuale, si sceglie uno scenario particolarmente convulso in Europa e nel mondo arabo, in particolare per gli sviluppi degli avvenimenti in Libia e Siria.
L’attuale crociata, generata dalla Florida, mira a creare una matrice di opinione nei media internazionali per proiettare l'immagine distorta di un presunto aumento della repressione poliziesca sull'isola, per cui si servono, come sempre, dei loro storici salariati, come dimostrato nella denuncia de la Razones de Cuba.
Le presunte donne "represse" sono le sedicenti Damas de Blanco, il cui appoggio al servizio degli interessi di una potenza straniera è noto, come lo sono le somme di denaro che ricevono da gruppi terroristici che pagano per i loro provocatori piani.
Questi mercenari dell'impero, che si vogliono presentare come "pacifici" e "maltrattati", si inseriscono nello schema della strategia della Casa Bianca che cerca un pretesto per condannare Cuba davanti alle organizzazioni internazionali.
In assenza di motivi ed inoltre, avendo lasciato il paese quasi tutti i membri di questo gruppuscolo, hanno ora fatto ricorso a comprare il sostegno dei cittadini con comportamento antisociale, che al fine ciò che aspirano è un avallo che gli permetta di ottenere un visto per emigrare.
Le loro azioni, in questi casi, si verificano, regolarmente, dopo una visita alla Sezione di Interessi USA all'Avana, dove vengono sistematicamente ricevuti, in via preferenziale, per la loro preparazione, orientazione e rifornimento.
Il massacro del popolo libico, perpetrato dalla Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e gli USA - sotto l'egida del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e sotto la falsa scusa di proteggere i civili - è un'alternativa che i nemici della rivoluzione sognano legittimare contro Cuba.
Il 23 agosto scorso la congressista di origine cubana Ileana Ros-Lehtine, presidente del Comitato Relazioni Estere della Camera dei Rappresentanti, ha chiesto ad Obama di aumentare le sanzioni "contro il regime cubano per le recenti aggressioni alle dame in bianco".
Inoltre, nei suoi eccessi e deliri, é giunta oltre: ha detto che le stesse "nazioni democratiche" che sostengono chi incoraggia rivolte per rovesciare i governi in Medio Oriente e Africa devono sostenere la "opposizione" dentro Cuba.
La congressista federale è la stessa che anteriormente si è congratulata per l'inclusione del nostro paese in una spuria lista, che ogni anno, è emessa dal Dipartimento di Stato su presunti sponsor del terrorismo, poiché, secondo lei, questo evidenzia la "grave minaccia" che rappresenta Cuba per la sicurezza USA e della regione.
Con il sostegno del governo degli Stati Uniti e dei Servizi Speciali si amplificano le provocazioni di questi mercenari.
Da loro si ripetono notizie false nei diversi media. Queste sono azioni che fanno parte delle operazioni di cosiddetta guerra psicologica utilizzata dalla CIA.
Ma soprattutto, perseguono l'obiettivo di generare, a qualunque prezzo, un incidente che mediaticamente permetta ottenere una matrice di opinione su una presunta repressione.
Alcune di queste cittadine hanno cercato di creare disordine pubblico nella capitale e a Santiago de Cuba, dove si sono dirette partendo da L'Avana per dirigere le azioni, che sono state respinte spontaneamente dal popolo con slogan a supporto dei processi socialisti e dei suoi leader.
Queste donne che oggi si presentano come vittime, che dopo l'esecuzione di atti controrivoluzionari ricevono la paga inviata da Miami, sono le stesse che si congratularono, nel 2009, con il golpista honduregno R. Micheletti per il suo putsch, mentre per le strade di Tegucigalpa scorreva il sangue del popolo.
Le immagini dei manifestanti repressi in Spagna con manganelli e gas lacrimogeni, o in Santiago del Cile, Atene, Londra e anche nella stessa New York, non si vedono a Cuba dai tempi in cui governava il tiranno Fulgencio Batista, figlioccio prediletto delle diverse amministrazioni USA.
I pestaggi polizieschi, i camion anti-sommossa e i morti, come è appena successo con un giovane studente cileno assassinato durante le proteste che hanno scosso la nazione del Sud America, non hanno ricevuto simili campagne mediatiche.
Non si sono neppure pronunciati i portavoce del Dipartimento di Stato, mentre congressisti allo stile di Ileana Ros-Lehtinen ammutoliscono.
Per i cubani è sacra la difesa di un processo che tanto sangue valoroso è costato lungo oltre 140 anni di lotta. Perciò continueremo a denunciare queste manovre con le prove che rivelano al mondo la nostra verità.
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