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Il traduttore si scusa per gli errori

 

Antiterrorismo

Le missioni degli

agenti cubani

 

4 marzo 2011 - www.granma.cu

 

Gioia, emozioni e reiterati impegni sono stai al centro dell’incontro tra studenti universitari e due agenti che hanno agito per anni, infiltrati nei gruppi anticubani, le cui azioni sono orientate e finanziate dagli Stati Uniti.

 

In Piazza Ignacio Agramonte, nell'Università de L'Avana, i giovani hanno ascoltato le  vicende dell’operato delle emissioni di Carlos Serpa (l’agente Emilio) e Moises Rodriguez (l’agente Vladimir).

 

I due agenti cubani erano penetrati nei gruppi che cercano di destabilizzare l'ordine interno dell’Isola, quei gruppi ai quali appartengono  Elizardo Sanchez,  Martha Beatriz Roque e le dette “dame in bianco”, al soldo degli interessi di Washington.

 

“Abbiamo un grande impegno con il nostro popolo e il compimento della missione ci ha forgiato come rivoluzionari”, hanno sottolineato Serpa e Rodriguez ad un pubblico che li ha applauditi ed acclamati ripetutamente.

 

“Uno dei momenti più difficili è accaduto presso l'Ufficio d’Interesse degli Stati Uniti a l’Avana, quando ho dovuto trattenere le lacrime dopo aver guardato le prime immagini pubbliche del leader della Rivoluzione, Fidel Castro,  che mostravano la sua guarigione ”, ha raccontato Serpa.

 

“Ci sono stati momenti, ha proseguito, in cui ho distolto  l’attenzione  dalla trasmissione della CNN e mi sono detto: ‘Ecco il nostro Capo, forte e sicuro’”.

 

“Abbiamo sottolineato  la condizione dei cubani ed i valori di Martì: i traditori sono quelli al soldo dell'Impero”, ha detto Rodriguez, un lavoratore doganale che era andato negli Stati Uniti per contattare le organizzazioni controrivoluzionarie e terroristiche.

 

“I nemici non fanno giornalismo, non verificano nessuna informazione, il loro unico scopo è quello di denigrare Cuba”, ha detto Serpa, che fungeva da portavoce con i media esterni, per le dette “dame di bianco”.

 

“Nel compimento del dovere, ha detto, le situazioni di pericolo sono sempre esistite, ma insieme a queste, hanno aggiunto, non sono mai mancate la convinzione e l'amore per un popolo che merita di vivere in pace”.

 

Al termine del dialogo, a cui hanno partecipato anche alti ufficiali e funzionari della Sicurezza dello Stato, è stato consegnato ai due agenti un quadro con l'immagine di Fidel Castro e l'Alma Mater dell'Università de L'Avana, con la frase:  “… qui sono diventato un rivoluzionario”.