Il traduttore si scusa per gli errori |
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Il presidente Raúl ha salutato James
Carter nell’aeroporto José Martí
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31 marzo 2011 - www.granma.cu
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Il Generale d’Esercito Raúl Castro, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri di Cuba, ha salutato nell’Aeroporto José Martí, della capitale cubana, l’ex Presidente degli Stati Uniti, James Carter e i suoi accompagnatori, dopo tre giorni di visita nell’Isola.
Dopo i saluti, il presidente di Cuba è stato avvicinato dalla stampa per conoscere la sua opinione sul soggiorno dell’ex presidente, definita buona da Raúl, che ha definito Carter un uomo onesto.
Inoltre Raúl ha reiterato la disposizione di Cuba a dialogare con il governo statunitense su qualsiasi tema, ma in termini d’uguaglianza senza condizioni e con assoluto rispetto dell’indipendenza e la sovranità cubane, ed ha aggiunto che Carter ha parlato con il Comandante in Capo Fidel Castro per un’ora e con lui per sei ore su diversi temi d’interesse per le due nazioni.
Hanno partecipato al commiato il ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla, ed altre autorità.
Carter chiede la fine del blocco e la liberazione dei Cinque antiterroristi
L’ex presidente James Carter ha chiesto la fine del blocco degli Stati Uniti contro Cuba e la la liberazione dei Cinque antiterroristi reclusi da più di 12 anni nelle carceri del nord America.
In una conferenza stampa nel Palazzo delle Convenzioni de L’Avana, prima di terminare la sua visita nell’Isola, Carter ha detto che: “La Legge Helms Burton va eliminata perchè è un testo che avalla l’assedio economico, commerciale e finanziario di Washington”.
Secondo Carter il processo di Miami, fatto ai Cinque combattenti antiterroristi - nel suo breve soggiorno ha incontrato alcuni familiari dei Cinque Patrioti - ha avuto un carattere confuso, anche per gli stessi giudici, e per questo vanno liberati”, ha sostenuto.
Fernando González, Antonio Guerrero, Ramón Labañino, René González e Gerardo Hernández scontano condanne che vanno dai 15 anni ad un doppio ergastolo, perchè si erano infiltrati nelle organizzazioni terroristiche che agiscono contro Cuba dalla Florida.
Carter ha segnalato la sua riunione con il presidente Raúl Castro, e con ‘un vecchio amico’ come il leader della Rivoluzione, Fidel Castro.
L’ex presidente nordamericano ha ricordato che durante il suo governo cercò di mantenere buone relazioni con la creazione di uffici d’interesse per i due paesi, per facilitare i vincoli e l’eliminazione del restrizioni dei viaggi.
Inoltre ha dichiarato che cuba va tolta dall’elenco delle nazioni che promuovono il terrorismo, essendo nota la cooperazione tra i servizi d’intelligenza dei due paesi, contro le attività terroristiche nella regione.
Carter ha ammesso che nell’incontro avuto con gli ambasciatori delle nazioni latinoamericane accreditate nell’Isola, gli sono state riferite le difficoltà per il trasferimento dei fondi di cooperazione verso Cuba, per via delle restrizioni bancarie che Washington mantiene, accresciute nei due anni di governo di Barack Obama.
Pronunciandosi a favore di un miglioramento delle relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba, l’ex presidente ha augurato l’eliminazione di tutte le restrizioni di viaggio dei nordamericani nell’Isola ed ha sostenuto d’aver avuto informazioni sui preparativi del Congresso del Partito Comunista di Cuba, e delle migliaia di suggerimenti fatti dalla popolazione, perchè siano incorporati ai documenti e agli accordi di questo evento.
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Conferenza stampa offerta da James Carter 30 marzo de 2011, "Año 53 de la Revolución"
James Carter: “Permettemi di dire prima di tutto che ringrazio per l’opportunità di ritornare a Cuba. Quando ero presidente ho fatto tutto il possibile per migliorare le relazioni diplomatiche tra il mio paese e Cuba. Ho eliminato tutte le restrizioni di viaggio, per far sì che gli statunitensi viaggiassero qui. Fidel Castro ed io abbiamo lavorato insieme per stabilire le Sezioni d’Interesse a Washington e a L’Avana, che continuano ad offrire comunicazioni di qualche genere tra i nostri due paesi. Considero che dovremmo eliminare immediatamente l’embargo commerciale che gli Stati Uniti hanno imposto al popolo di Cuba ed anche che si dovrebbe poter fare viaggi senza nessun limite, gli statunitensi verso Cuba e viceversa, e credo sia importante essere venuto qui. In quest’occasione volevo apprendere dai principali funzionari del governo cubano sul futuro Congresso del Partito, che si realizzerà alla meta d’aprile, ed ho ricevuto informazioni da parte del presidente dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, dal Presidente Raúl Castro e dall’ ex presidente e Comandante Fidel Castro, e anche da altri dirigenti del governo cubano sui piani per il futuro. I funzionari cubani sono molto orgogliosi del fatto che ci sono stati molti buoni commenti da parte del popolo di Cuba e molti suggerimenti sono stati incorporati, come ho compreso, al testo che sarà analizzato durante il Congresso. Io spero che in futuro questo si aggiunga a questi documenti e che ci sia una completa libertà, perchè tutti i cubani si possano esprimente, riunirsi e viaggiare, secondo le norme internazionali dei diritti umani che si applicano in Cuba. Oltre a sostenere con il presidente Raúl Castro, una conversazione molto estesa, ho visitato stamattina Fidel Castro, che sembra in buona salute e ci siamo visti come vecchi amici, stamattina ho incontrato alcuni dei gruppi che criticano il governo cubano e spero, a grandi linee, che in futuro alcune del loro lagnanze ricevano una riposta da parte del governo Ho incontrato 12 ex detenuti, liberati per ordine del presidente Raúl Castro e con l’auspicio del Cardinale. Evidentemente loro desiderano incontrare altri che tornano dalla Spagna o da altri luoghi. Ho incontrato ed ho discusso con il presidente Raúl Castro e lo farò nuovamente dopo questa conferenza stampa. Anche per me è importante che le relazioni tra i nostri due paesi migliorino. Credo che la reclusione dei Cinque cubani non ha senso, e ci sono stati dubbi nei tribunali degli Stati Uniti ed anche tra le organizzazioni dei diritti umani nel mondo. Ora sono in prigione da 12 anni ed io spero che in futuro vicino siano liberati e ritornino alle loro case. Ho incontrato due delle madri e tre delle mogli di questi prigionieri ed ho espresso i miei sentimenti a loro. Spero che in futuro siano liberati, secondo il diritto statunitense. Ho anche incontrato stamattina Alan Gross, un uomo che penso sia innocente, che non è una minaccia seria per il popolo e il governo cubani; è stato condannato ad una lunga reclusione ma spero che anche lui sarà presto liberato. Ossia ci sono molte cose che si possono fare tra i nostri due paesi per migliorare le relazioni e giungere a relazioni normali in tutte le forme possibili. Ripeterò le mie espressioni di gratitudine al presidente Raúl Castro e ad altri funzionari cubani, per permettermi di venire e conversare con loro, e spero, per il futuro di Cuba, che tutti i cubani siano completamente liberi e che tutti gli statunitensi siano liberi di viaggiare dove vogliono; voi sapete che molti di noi non possiamo viaggiare liberamente a Cuba e queste limitazioni nel nostro paese devono essere eliminate. Questi sono stati i miei commenti iniziali e adesso mi farebbe piacere rispondere a due o tre domande dei mezzi di comunicazione. Se non ci sono domande terminiamo”.
Andrea Rodríguez (AP): “Signor Carter, lei ha detto d’aver incontrato il signor Gross. Vorrei sapere se ha un’idea su quando sarà liberato e se lei se lo porterebbe a casa, in un modo o in un altro, e che possibilità di scambio ci sono tra questa persona e i Cinque agenti detenuti negli Stati Uniti. Ha avuto alcuna indicazione dal presidente Raúl Castro su questo tema? Grazie”.
James Carter: “Non sono venuto qui con l’idea di coordinare alcun tipo di scambio. Credo che i due casi, quello di Gross e quello dei Cinque, siano separati e distinti, e non si devono relazionare. Credo che Alan Gross dovrebbe essere liberato perchè è innocente di un delitto serio e credo che i Cinque cubani debbano essere liberati perchè sono stati già 12 anni in prigione e le circostanze originali dei loro processi sono state considerate dubbiose, anche dai giudici e dal sistema giudiziario statunitense, ma io non sono venuto con questo obiettivo. Ho avuto un incontro molto buono con Alan Gross stamattina. Evidentemente lui dichiara la sua innocenza, come ha fatto nel processo. Farà un appello attraverso i suoi avvocati nei tribunali di livello superiore in Cuba e spero che questi tribunali di maggior livello dichiarino che lui è innocente di ogni delitto per il quale è stato condannato. E se non sarà così, che in futuro si emetta un ordine esecutivo per concedere un indulto o una liberazione per motivi umanitari. Sua figlia è molto malata, e lui ha perduto altri membri della sua famiglia; ha perso circa 40 chili di peso, ma sembra di buon animo e insiste sulla sua innocenza. Non sono venuto con l’aspettativa di portarmelo a casa. Di fatto i funzionari cubani hanno detto chiaramente prima che uscissi da casa che la liberazione di Alan Gross non sarà concessa”.
Fernando González (Associated Press Television): “So che lei non è venuto in visita ufficiale o di governo, ma vorrei sapere se lei pensa di riunirsi con il governo di Obama e, se lo farà, che cosa dirà”.
James Carter: “Bene, prima di partire ho parlato lungamente con l’assessore alla sicurezza nazionale e segretaria di Stato, Hillary Clinton, sulle circostanze che esistono tra i nostri due paesi. Come sempre - è la mia abitudine in qualsiasi viaggio all’estero prima di partire e quando ritorno - io vado alla Casa Bianca e presento una relazione completa sul viaggio al Presidente degli Stati Uniti e al Segretario di Stato. Questo ora lo farò due o tre giorni dopo il mio ritorno ed esprimerò i criteri che ho espresso a voi in questa sala, più altri temi più confidenziali che devo condividere solo tra la mia persona e i funzionari degli Stati Uniti.
Giornalista: “Sulla base delle sue conversazioni a Washington, prima del viaggio, e le sue conversazioni con il presidente Raúl Castro, che passi pensa si dovrebbero fare e che cosa deve fare ogni paese per migliorare le relazioni?”
James Carter : “Vorrei vedere che nelle leggi attuali si dia un passo avanti nell’eliminazione delle restrizioni dei viaggi per i cittadini statunitensi a Cuba, e vorrei vedere eliminate le restrizioni che esistono oggi sui trasferimenti dei fondi umanitari a Cuba. Ho incontrato un certo numero di ambasciatori radicati qui a L’Avana e rappresentanti delle Nazioni Unite, ed hanno detto che è stato molto difficile negli ultimi due anni utilizzare i canali normali per gli aiuti umanitari per il popolo cubano, perchè gli statunitensi restringono i trasferimenti. Lo stesso mi hanno detto leader dell’Unione Europea, l’ambasciatore del Brasile ed altri del gruppo. Tutto questo lo potrebbe risolvere immediatamente il Presidente degli Stati Uniti, rispetto le leggi esistenti. Ho capito che, parlando con il ministro degli Esteri di Cuba e con tutti gli ambasciatori, che queste restrizioni sui trasferimenti normali dei fondi umanitari al sistema bancario cubani sono stati ristretti molto negli ultimi due anni. Da quando il presidente Obama è stato eletto, io ho condiviso questa informazione con lui. Io spero, rispetto ad altre possibilità, come ho già detto, di vedere la liberazione del signor Gross e che i Cinque cubani ritornino a Cuba. Personalmente vorrei che la legge Helms-Burton fosse derogata completamente. Credo che fu un serio errore la sua approvazione e la sua firma da parte del presidente Clinton. Qualsiasi sforzo da parte degli Stati Uniti per migliorare la vita del popolo cubano, con aiuti finanziari o altri mezzi, è sospetto ed illegale secondo la Legge Helms -Burton, perchè questa legge, come sapete, ha il preciso obiettivo di porre fine al regime di Castro, di cambiare il regime. Per questo la legge, è mia opinione, è controproducente. Non esisteva quando io ero presidente e io potevo fare quello che volevo, riferendomi alle restrizioni dei viaggi e lo stabilimento delle relazioni, ecc. Queste sono alcune cose evidenti per tutti i leaders del Congresso d’origine cubana, che agiscono in modo molto controproducente, cercando d’incolpare e punire il regime cubano, quando in realtà stanno punendo il popolo cubano con le loro restrizioni.
Giornalista: “Signor Carter, lei è uno dei pochi politici, delle poche persone che rispettano le due parti... accetterebbe di svolgere il ruolo di mediatore tra i due paesi?”
James Carter : “Credo che sia davvero poco probabile che i due paesi sollecitino i miei servizi, ma io sarei compiaciuto di poter aiutare... ma credo sia poco probabile”.
Giornalista: “Signor Carter, quando lei era presidente non era d’accordo con le attività degli esiliati violenti contro Cuba. Qual’è la sua opinione sull’eliminazione di Cuba dall’ elenco dei paesi terroristi?”
James Carter: “Sì, io credo che si debba togliere Cuba dalla lista dei paesi che auspicano il terrorismo. Come voi sapete, credo - ma non so se lo sapete - tra i servizi d’intelligenza cubani e statunitensi c’è stata una collaborazione molto stretta per affrontare le minacce di Al Qaeda e delle altre organizzazioni nella regione del Golfo. I soli allegati degli Stati Uniti sul terrorismo contro il governo cubano, si relazionano con alcuni dei gruppi in Colombia, le FARC e la ETA in Spagna. Quando io ho incontrato gli ambasciatori di Spagna e Colombia, ieri mattina, mi hanno detto che non avevano alcuna obiezione e che pensavano che la possibilità per i membri dell’ETA e delle FARC, in Colombia, di venire a Cuba, era molta positiva per loro, perchè dava l’opportunità di comunicare in maniera amichevole in Cuba con persone che provocavano problemi nei loro paesi, per cui gli allegati statunitensi con le loro affermazioni di terrorismo non hanno alcuna base. Questo è un altro aspetto sul quale il Presidente degli Stati Uniti potrebbe agire, ossia eliminare la dichiarazione che Cuba sta promuovendo il terrorismo, perchè evidentemente è un’affermazione falsa. Posso rispondere ad un’altra domanda”.
Michael Boston (BBC): “Lei ha incontrato il presidente Raúl Castro e l’ex presidente Fidel Castro. Ha parlato del suo desiderio di vedere libertà d’espressione, libertà di riunione, il diritto dei cubani di viaggiare all’estero. Ha parlato anche dei cambi economici che si analizzeranno nel Congresso. Ha avuto indizi che avverranno i cambi politici che si analizzeranno?”
James Carter: “No, in assoluto. Io direi che sia i leaders che lei ha citato, come le autorità conoscono le mie proprie opinioni sulle libertà di viaggio e di riunione delle persone in Cuba. Quando venni qui nove anni fa, parlai al popolo di Cuba, alla televisione, alla radio e le mie parole furono pubblicate anche nel Granma, così come le dissi, esprimendo questi desideri e queste raccomandazioni verso i cubani. Conoscono a loro volta i miei criteri su quelli che dovrebbero essere i cambi e l’ho ripetuto nella conferenza stampa. Io non ho familiarità con i dettagli o gli aspetti delle Tesi che ora si stanno analizzando per il Congresso del Partito. Mi hanno detto che circa 8 milioni di cubani hanno partecipato dando opinioni. Il ministro degli Esteri mi ha detto che ci sono migliaia di emendamenti proposti al testo originale. Inoltre che il 65% dei paragrafi è stato modificato, partendo dalle proposte, ma non conosco il testo originale e nemmeno la versione modificata. I gruppi dissidenti stamattina mi hanno detto che molti si sono astenuti dall’esprimere le proprie opinioni sulle libertà personali, perchè non vogliono che li associno al procedimento, perchè non sono d’accordo sulla sua integrità. Altri gruppi stamattina hanno espresso la sollecitudine che la libertà internazionale standard deve essere promossa. Per tutto questo non ho familiarità con quello che si ha intenzione di fare Molte grazie a tutti”.
Entrevista a James Carter, expresidente de Estados Unidos, realizada por Arleen Rodríguez Derivet, periodista de la Televisión Cubana
30 de marzo de 2011, "Año 53 de la Revolución"
Arleen Rodríguez.—¡Hola! Un saludo a todos los que a esta hora están en sintonía con la Televisión Cubana. Les doy la bienvenida, junto al expresidente de Estados Unidos, James Carter, que minutos antes de partir de regreso a su país ha accedido gustosamente a darnos una entrevista, una declaración exclusiva para nuestra televisión. Bienvenido. Gracias por aceptar nuestra invitación. James Carter.—Es un gran placer volver a Cuba, a La Habana. Arleen Rodríguez.—Es un gran placer tenerlo también. Me comentaba que quería decirle algo al pueblo cubano antes de nuestra entrevista. James Carter.—Sí. Arleen Rodríguez.—La cámara es suya. James Carter.—Quisiera agradecerle al pueblo de Cuba la posibilidad de estar de nuevo en este país para poder reunirme con los líderes cubanos, para reunirme con algunos ciudadanos cubanos que están en desacuerdo con el gobierno. Hemos estado muy estimulados en cuanto a las posibilidades de la reunión que va a sostenerse en el Congreso el próximo mes. También tuvimos la posibilidad de reunirnos con los familiares de los cinco patriotas cubanos, con sus madres, con sus esposas. Espero que en el futuro haya relaciones diplomáticas normales entre Cuba y Estados Unidos. Quisiera también que llegara el momento en que las restricciones de viajes desde Estados Unidos a Cuba y de Cuba a Estados Unidos puedan ser suspendidas, y también que pueda disfrutarse de libertad, de reasociación, de viajes. Creo que es muy importante para todo el mundo y para el pueblo de Cuba. Hemos sostenido reuniones con el Ministro de Relaciones Exteriores, con el Presidente de la Asamblea Nacional, con el presidente Raúl Castro, con el anterior presidente, Fidel Castro, quien es mi amigo personal, y haremos todo lo posible para que se produzcan cambios económicos en Cuba. Esta mañana también me reuní con el señor Gross, quien ha pasado un largo tiempo en prisión en Cuba, y pensamos que es inocente de cualquier delito. Espero que en el futuro pueda ser liberado conjuntamente con los llamados cinco cubanos que han pasado 12 años en prisión en Estados Unidos. En el futuro espero que puedan desarrollarse el comercio y los viajes entre ambos países y que se pueda suspender totalmente el embargo económico, que es una opresión para el pueblo cubano, y que no solamente afecta al gobierno cubano, sino que es el pueblo de Cuba el que más se afecta. Considero que las relaciones entre Estados Unidos y Cuba deben cambiar. Cuando pasé a ser presidente, suspendí las restricciones de viajes entre ambos países y he trabajado muy de cerca con el presidente Castro para establecer intercambios diplomáticos. Ahora Estados Unidos y Cuba tienen a 300 personas empleadas en la Oficina de Intereses, tanto en la de Estados Unidos como en la de Cuba, y trabajan cubanos en la Oficina de Intereses en Cuba y viceversa, y creo que esto puede contribuir a las relaciones diplomáticas normales entre los dos países. Esta ha sido una oportunidad que me ha dado la Televisión Cubana para poder dirigirme a ustedes y decirles cuán maravilloso es su país. Arleen Rodríguez.—Gracias. Yo quiero aprovecharme de esa oportunidad para hacerle unas preguntas. Quiero, primero que todo, saludarlo con el respeto y la simpatía que ha generado el único Presidente de Estados Unidos que en 50 años hizo algo por normalizar las relaciones. Usted recordaba algunos de esos pasos importantes. El hecho también de venir a Cuba ya por dos veces y hacerlo con la mano extendida y con respeto. El pueblo cubano, que es muy orgulloso y digno, recibe con simpatía visitantes así. Creo que, entrando en materia, usted me ha relevado de hacer una introducción al expresar nuevamente su voluntad y deseo de que se levante el bloqueo a Cuba. Se sabe que hay un consenso mayoritario en la sociedad norteamericana, que incluye a la comunidad cubana en Estados Unidos, y que, además, la comunidad internacional lo ha demandado en los últimos 20 años de manera masiva, de manera que sus esfuerzos son acompañados también por las grandes mayorías en Cuba y en Estados Unidos. Como usted mismo reconoce, el bloqueo se mantiene, y los cubanos y las cubanas sabemos que se mantiene, además, con el mismo rigor de antes, y a veces aprieta un poquito más. Yo pregunto: ¿Qué perspectivas usted les ve a las relaciones Cuba-Estados Unidos y a ese bloqueo, contra el cual está todo el mundo? James Carter.—Como usted conoce, la mayoría de los cubanos desean que existan relaciones normales con Estados Unidos, y la gran mayoría de los norteamericanos también desean que existan relaciones normales con Cuba. Indudablemente existen algunos líderes radicales en mi país, algunos en posiciones destacadas en el Congreso, en muchos de los casos cubanoamericanos, que insisten en mantener este distanciamiento en las relaciones entre ambos países, estos representantes de la antigua comunidad cubanoamericana, cuyo objetivo fundamental era derrocar el régimen de Castro; incluso, entre los cubanoamericanos en mi país existe una pequeña minoría en estos momentos, pero muy poderosa desde el punto de vista político, en los círculos políticos. Considero que en los últimos años ha habido algunos progresos porque, incluso, la opinión pública dentro de los círculos de Miami y de los cubanoamericanos, incluso, los más jóvenes dentro de esa comunidad desean que se levante este bloqueo económico y tener oportunidades normales para poder viajar en ambas direcciones: de Estados Unidos a Cuba y de Cuba a Estados Unidos, esto es un cambio. En mi opinión es un cambio que va a avanzar en el futuro y espero que mi pequeña voz, así como la opinión de muchos norteamericanos, puedan hacer que esto se materialice. Arleen Rodríguez.—Señor Carter, le escuché con mucha emoción en la conferencia de prensa, y aquí en la presentación le escuché pedir, demandar también la libertad de los cinco cubanos héroes, que Cuba considera héroes, porque enfrentaron a grupos terroristas y lograron evitar que creciera la lista de 2 099 incapacitados y 3 478 muertes que ha ocasionado el terrorismo a nuestro país. No sé hasta qué punto usted es consciente de cuán sensibilizado está el pueblo de Cuba con la demanda de libertad para los Cinco. Sin embargo, es decir, no lo escuché pronunciarse por el indulto. Usted decía que según las leyes norteamericanas usted esperaba que fueran liberados. Ellos han apelado a la Corte Suprema, que les denegó la revisión del caso, a pesar de que era una demanda de más de 10 Premios Nobel y centenares de personalidades políticas e intelectuales de todo el mundo. Es decir, agotaron todos los pasos legales. Ha habido muchas arbitrariedades en el proceso, como usted decía, reconocidas por jueces, y ellos han recibido un castigo adicional al privarse a dos de ellos de la visita regular de sus esposas, con dificultades también para la visita a los familiares. Llegar a ese punto de la Corte Suprema y que no les permitieran una revisión de un caso tan complejo, hizo que estos propios Premios Nobel y personalidades políticas demanden al presidente Obama el indulto. Usted fue presidente de Estados Unidos, usted ejerció el derecho del indulto, como un gesto humanitario que le digo —como cubana— que agradecería profundamente el pueblo de Cuba, ¿estaría dispuesto a sumarse a otros Premios Nobel que piden el indulto de los Cinco a Obama? James Carter.—Como usted conoce, no solamente soy un antiguo presidente de Estados Unidos, sino también un Premio Nobel. Arleen Rodríguez.—Por eso. James Carter.—O sea, en mis conversaciones privadas con el presidente Bush y con el presidente Obama, he hablado acerca de la liberación de estas personas. Reconozco las limitaciones dentro del sistema judicial de Estados Unidos, y espero que el Presidente pueda conceder este indulto; pero esta es una decisión que solamente puede tomar el propio Presidente, o sea que no me correspondería decirle al Presidente lo que debe hacer; pero el Presidente, tanto antes como ahora, sabe que mi opinión es que el juicio de los Cinco fue muy dudoso, que se violaron normas, y que las restricciones acerca de sus visitas fueron extremas. Ahora, sé que ya esos familiares han podido visitarlos, y espero que en el futuro pueda concederse este indulto y que pueda haber también un mayor acceso de sus familiares a estos prisioneros en Estados Unidos. Me han informado unos funcionarios, por ejemplo, que el derribo del pequeño avión en La Habana, que hizo posible la muerte de dos de los pilotos, tuvo lugar después de que el Presidente de Estados Unidos informara a los líderes cubanos que ya no habría más vuelos. Los funcionarios cubanos me comunicaron que expresaron muy claramente al Presidente de Estados Unidos que no podía permitirse el sobrevuelo de la capital del país dejando volantes, y que tenían que proteger la soberanía de Cuba. Así que aun cuando esto es algo más serio, es un alegato más serio, en mi opinión, tengo dudas en cuanto a estas extensas condenas a las que fueron sometidas estas personas; pero cuando regrese pienso conversar con el presidente Obama, aquí está mi declaración pública, la he hecho antes con otros líderes norteamericanos, y hemos hablado a favor de la liberación de los Cinco; una de las razones, ya sean culpables o no, es que ya han pasado un largo tiempo en prisión, más de 12 años; o sea, que ya han sido castigados adecuadamente, aun cuando hayan sido culpables. Arleen Rodríguez.—Acaba de fallecer recientemente una persona muy vinculada al caso, que usted conoció bien, Leonard Weinglass; sé que usted sabe que era un hombre amante de la justicia y que luchó por ella, y sus últimos pronunciamientos, su último trabajo, incluso, en su lecho de muerte, estuvo encaminado a probar que los Cinco no tienen nada que ver con el derribo de las avionetas. James Carter.—Sí, lo sé. Arleen Rodríguez.—Entrar más en el caso haría más larga esta conversación, pero lo que sabe el pueblo de Cuba, lo que se puede probar, lo que saben, incluso, las autoridades norteamericanas, por todo el informe que trasmitió Cuba, es que esos jóvenes lo único que hacían era buscar información para evitar actos terroristas. Yo tengo la confianza de que usted también podrá trasmitir la solicitud de indulto, como un gesto humanitario. Estos hombres han sufrido mucho y han perdido familiares sin poder estar a su lado; en fin, no insisto, le agradezco su interés y sus declaraciones en nombre del pueblo de Cuba. Señor Carter, usted decía también esta mañana en la conferencia que tuvo un encuentro de amigos con el Comandante Fidel Castro, quien en sus reflexiones ha expresado mucha angustia por los riesgos que está enfrentando la especie humana, por los enormes arsenales nucleares que siguen creciendo y que están en capacidad de destruir varias veces al mundo, y también por las consecuencias nefastas que podría tener para la especie humana el cambio climático; son temas en que creo que ustedes tienen una amplia coincidencia. Como físico nuclear usted sabe lo que significa para la especie humana la posesión de armas nucleares, usted fue un presidente que trabajó mucho por educar a su pueblo contra el culto al consumo, promovió políticas de racionalidad, de defensa del medio ambiente, aunque lo hicieran impopular entre algunos sectores. Bueno, rápidamente solo quiero saber si cree que todavía hay oportunidad de hacer algo para salvar a la especie humana. James Carter.—Cuando yo era presidente negocié con la Unión Soviética para reducir el número de armas nucleares, con los Tratados SALT I y SALT II y estuve muy a favor de que se redujeran los arsenales nucleares en ambas partes. También considero firmemente que representa una amenaza para todos los seres humanos este calentamiento global, y como usted probablemente conoce, el presidente Obama y su antecesor, el presidente Bush, estaban interesados en trabajar con otras potencias nucleares para reducir los arsenales, y se han estado supervisando de una manera muy estricta los acuerdos que han firmado estos gobiernos. Considero que Estados Unidos no ha sido todo lo firme que debía haber sido en el abordaje de los problemas del calentamiento global. Los funcionarios cubanos, desde que he estado aquí, me han señalado lo que se ha hecho con la parte vieja de La Habana, y he estado en Bolivia para reunirme con Evo Morales, y quizás Bolivia sea el primer país que sufra los principales daños a su economía, debido a que se están derritiendo los glaciares en las montañas de Bolivia, que significan una fuente de agua potable. Por eso espero que en el futuro este tema, como es el calentamiento global también, sea abordado por todas las naciones, y sé que Fidel Castro es también un promotor de este tema. Estuvimos conversando acerca de los pasos que se dieron cuando era presidente en Estados Unidos, y hemos estado conversando ahora y está hablando y tratando de utilizar sus conocimientos y su sabiduría como antiguo Presidente para el bienestar de los seres humanos. Estuvimos conversando, estuvimos de acuerdo en muchas cosas, y, sobre todo, hablamos también de este calentamiento global, y creo que puede haber posibilidad entre ambos países. Arleen Rodríguez.—Le agradezco muchísimo. Gracias, cada vez que usted visita a Cuba las esperanzas se abren, aunque las relaciones todavía sigan siendo tan difíciles con el bloqueo. James Carter.—Espero que podamos volver otra vez. Quiero traer a toda mi familia, somos muchos de familia, somos 36 miembros. Espero no tardar mucho y traer a mi familia. Muchas gracias. Arleen Rodríguez.—Gracias, señor Carter, muchas gracias.
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Raúl ha ricevuto James Carter |
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30 marzo 2011 - www.granma.cu
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Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, ha ricevuto nel pomeriggio di martedì 29 marzo, il Signor James Carter, ex presidente degli Stati Uniti d’America, che realizza una visita nell’Isola.
Durante l’incontro, sono state analizzate l’attualità internazionale, la situazione in Cuba e negli Stati Uniti e le relazioni tra le due nazioni. In questo contesto, il Presidente Raúl Castro ha reiterato la disposizione di Cuba a dialogare con il Governo nordamericano su qualsiasi tema, ma in termini d’uguaglianza, senza condizioni e con assoluto rispetto dell’indipendenza e della sovranità di Cuba.
Hanno accompagnato l’ex presidente nordamericano la moglie, Signora Rosalynn Carter, e la direttrice del Programma delle Americhe del Centro Carter, Jennifer McCoy. Per la parte cubana era presente Bruno Rodríguez Parrilla, ministro delle Relazioni Estere.
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L’ex presidente James Carter ha iniziato la sua seconda visita nell’Isola
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29 marzo 2011 - Aida Calviac Mora www.granma.cu
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James Carter, presidente degli Stati Uniti tra il 1977 e il 1981, ha iniziato una visita di tre giorni a L’Avana, rispondendo ad un invito del Governo cubano.
L’ex presidente è stato ricevuto nell’aeroporto internazionale José Martí dal ministro delle Relazioni Estere, Bruno Rodríguez Parrilla.
Durante la giornata, Carter ha incontrato alcune autorità religiose cubane nel Patronato della Comunità Ebrea e nel l’Arcivescovado della capitale.
Nella Gran Sinagoga Beth Shalom, ha parlato con Adela Dworin, presidentessa della Comunità Ebrea, accompagnata da David Prinstein, vicepresidente del Patronato, e da Hella Eskenazi, la sua segretaria esecutiva.
Poi Carter è stato ricevuto privatamente dal cardinale Jaime Ortega, Arcivescovo de L’Avana.
Questa è la seconda visita di James Carter nell’Isola.
Il suo viaggio in Cuba nel maggio del 2002, fu la prima e unica visita di un ex presidente statunitense dopo il trionfo della Rivoluzione, e una mostra del suo interesse per migliorare le relazioni bilaterali.
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Oggi giunge a Cuba l’ex presidente statunitense James Carter |
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28
marzo 2011 -
www.granma.cu |
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L’Onorevole Signor James Carter, ex presidente degli Stati Uniti d’America, giunge oggi nell’Isola, rispondendo ad un invito del Governo cubano.
Il distinto visitatore verrà ricevuto dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri.
Visiterà la sede del Patronato della Comunità Ebrea di Cuba.ù Incontrerà Sua Eccellenza Reverendissima, il Cardinale Jaime Ortega Alamino, Arcivescovo de L’Avana e visiterà il Convento de Belén ne L’Avana Vecchia.
Inoltre offrirà una conferenza stampa nel Palazzo delle Convenzioni prima della sua partenza da Cuba.
Come parte del suo programma di attività sosterrà anche incontri con vari dirigenti cubani.
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