Il traduttore si scusa per gli errori |
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Gli USA destinano milioni alla
Cyberguerra contro Cuba
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22
marzo 2011 -
www.razonesdecuba.cubadebate.cu
(da Prensa Latina) |
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Cuba ha denunciato i tentativi degli Stati Uniti di distruggere il processo rivoluzionario con l'utilizzo delle nuove tecnologie dell'informazione e comunicazione e l'uso di cosiddetti ciber mercenari.
Il materiale audiovisivo Cyberguerra, della serie Le ragioni di Cuba, ha mostrato come il governo degli Stati Uniti destini milioni di dollari per destabilizzare l'ordine interno in varie nazioni che considera una minaccia alla sua sicurezza.
Diversi giornalisti ed esperti hanno spiegato alcuni dei meccanismi utilizzati da coloro che si auto proclamano paladini della libertà di espressione, al fine di distorcere la realtà della più grande delle Antille.
Insieme con la guerra nel cyberspazio, i cui inizi risalgono all'ultimo decennio del secolo scorso, si sviluppa una forte campagna mediatica contro la Rivoluzione cubana.
Gli attacchi contro Cuba sono iniziati quando il controllo del nostro web, da parte degli Stati Uniti, si è fatto continuo, ha commentato il giornalista Enrique Ubieta, direttore della pubblicazione La Calle del Medio e autore del blog La isla desconocida.
Rosa Miriam Elizalde, editrice del sito digitale Cubadebate, ha posto come esempio di attacco di cyberguerra contro la nazione cubana, la chiusura del canale, in Youtube, di questo mezzo digitale.
Hanno sostenuto che abbiamo violato il cosiddetto diritto d'autore quando caricammo un video che mostrava il terrorista internazionale Luis Posada Carriles che dichiarava su un suo presunto arrivo a Cuba e esigendo il suo pagamento per le azioni contro l'isola.
Le immagini del documentario mostrano i nessi tra diversi blogger controrivoluzionari con la Sezione d'Interesse di Washington a L'Avana e il sostegno che offrono ai cibermercenari varie ambasciate europee.
Nel materiale audiovisivo si denuncia la partecipazione di istituzioni internazionali nel sostegno finanziario con la concessioni di premi a comunicatori anticubani, tra cui Yoani Sánchez. Un'intervista con questa blogger controrivoluzionaria al presidente Barack Obama, evidenza chiaramente il sostegno della Casa Bianca a questi gruppi.
Inoltre, il documentario mette in evidenza il crescente numero di blogger che difendono la Rivoluzione e non prendono ordini o denaro per ricreare la vera realtà di un paese assediato da più di mezzo secolo.
Abbiamo una Cuba molto plurale da mostrare e una grande varietà di criteri e non sempre i lettori devono concordare con chi scrive, ha osservato la giovane professoressa della Facoltà di Comunicazione Elaine Diaz.
Cuba non rinuncerà mai all'uso delle nuove tecnologie, conclude l’audiovisivo di quasi mezz'ora di durata ed il quarto di questa serie.
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