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A qualcuno negli USA non gli conviene
la liberazione di Alan Gross |
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L'estrema destra cubana, radicata negli Stati Uniti, non smette di
approfittare di ogni opportunità per contrastare qualsiasi tentativo
di migliorare le relazioni tra Stati Uniti e l'isola caraibica.
Al contrario, fa l'impossibile per mantenere un clima di tensione e
di scontro bilaterale che consenta loro di ottenere ampi benefici
politici ed economici da questa situazione, come è successo negli
ultimi 50 anni. Ora ha dovuto subire questa situazione la comunità ebraica USA, interessata a che si dia una soluzione umanitaria al caso del contrattista statunitense Alan Gross, arrestato e condannato a Cuba a 15 anni di carcere per lo sviluppo di azioni contro la sicurezza e l'integrità nazionaledi Cuba.Durante la prima veglia organizzata dai leader di questa comunità davanti alla missione diplomatica cubana presso le Nazioni Unite per chiedere il rilascio, su precetti umanitari, di Gross, si é evidenziata la presenza di personaggi di origine cubana.
Alcuni di loro hanno una storia conosciuta e collegamenti ad azioni violente e terroriste contro Cuba. Immagini e reportage presentate da diversi media, di questa veglia, hanno mostrato " occultati" tra i partecipanti a questa veglia elementi come Joseph A. Gutiérrez Solana, Segretario dell'Unione degli Ex prigionieri Politici Cubani della Zona Nord, un caro amico del terrorista reo confesso Luis Posada Carriles e del senatore Bob Menendez, che non si nasconde per vantarsi della sua partecipazione alla collocazione di bombe nei negozi, centri ricreativi e altri luoghi pubblici a Cuba senza alcuna relazione con obiettivi e installazioni militari. Solana, dopo essere emigrato negli Stati Uniti, ha collaborato all'organizzazione e al finanziamento di azioni violente promosse da Posada Carriles e di altri noti terroristi che si autodefiniscono "combattenti per la libertà di Cuba".Richiama l'attenzione la presenza di questi terroristi in questa veglia ebraica. I leader della detta comunità hanno ribadito in più di un'occasione gli scopi eminentemente umanitari di queste azioni e la loro posizione contro ogni politicizzazione del tema. Sarebbe illusorio pensare che questi individui siano interessati ad una soluzione del caso di Alan Gross, che li priverebbe di uno degli argomenti che oggi si utilizzano per cercare di giustificare il mantenimento dello status quo nelle relazioni bilaterali tra Cuba e Stati Uniti .
Lo stesso vale, nello stesso senso, con
i legislatori di origine cubana al Congresso dell'Unione tra cui si evidenziano
la rappresentante Nei giorni scorsi, il senatore Marco Rubio, conosciuto anche come uno dei
figliol prodighi del movimento ultraconservatore Tea Party, ha inviato una
lettera alla Segretaria di Stato Hillary Clinton in cui minacciava di porre il
veto alla conferma di Roberta Jacobson, da parte del Senato, come nuova
responsabili della diplomazia statunitense per l'America Latina, fino a quando la Clinton
non spieghi
se ci sono state trattative con L'Avana sul tema del contrattista, e che
l'Amministrazione si impegni pubblicamente a non negoziare un accordo per
ottenere la sua liberazione. Le assurde pressioni di questi deputati e senatori della Florida e New Jersey e la politica nei confronti di Cuba che gli essi difendono, lungi dal contribuire a trovare soluzioni rendono più difficile e rarefanno l'atmosfera che dovrebbe prevalere per la ricerca di una soluzione a questo problema. |