Nuestra America - Cile

 

 

Processati sette ex ufficiali cileni

 

per l’assassinio di Víctor Jara

 

 

29.12.2012 - www.granma.cu

 

 

Un giudice cileno ha processato sette ex ufficiali dell’Esercito come responsabili dell’assassinio del cantautore Víctor Jara, avvenuto il 16 settembre del 1973, dopo il colpo di Stato capeggiato da Augusto Pinochet, hanno informato le fonti giudiziarie.

 

La risoluzione, dettata dal giudice speciale Miguel Vásquez, della Corte d’Appello di Santiago più di 39 anni dopo il crimine, include sette militari che all’epoca erano tenenti e custodivano le centinaia di prigionieri confinati nello “Stadio Cile” della capitale.

 

Il giudice ha anche dettato un ordine di cattura internazionale per Pedro Barrientos Núñez, che è fuori dal paese ed ha ordinato l’arresto degli altri sei ad un battaglione della polizia militare, hanno indicato ancora le fonti.

 

Un esteso articolo sull’assassino di Victor Jara sarà pubblicato nel mensile Granma Internacional in italiano che si acquista solo per abbonamento. Chi fosse interessato può seguire le istruzioni che si leggono in alto a destra della pagina del sito.

 

 

Ricordato il colpo di Stato in Cile che portò

alla morte del presidente Allende

 

 

12.09.2012 - Jorge Hernandez Alvarez www.granma.cu

 

 

Un omaggio al presidente cileno Salvador Allende, aggredito nel 1973, si è svolto a L’Avana a 39 anni dal colpo di Stato che provocò la sua morte e diede inizio alla dittatura di Augusto Pinochet.

 

Ulises Mitodio, storiografo della Casa Memoriale Salvador Allende, ha ricordato la morte del leader del governo di Unità Popolare, avvenuta l’11 settembre del 1973, quando la CIA, il governo nordamericano e i settori più reazionari della società cilena si unirono per far cadere Allende, in una delle giornate più terribili degli ultimi 100 anni per il paese, ha considerato Mitodio in un’intervista a Prensa Latina.

 

Con l’obiettivo d’eliminare l’amministrazione dell’ Unità Popolare, i militari dell’Esercito e della Forza Aerea cilena bombardarono il palazzo presidenziale della Moneda, difeso solamente dal presidente Allende, da membri del suo governo e personale della casa esecutiva.

 

Dopo il colpo, che si concluse con la morte di Allende, s’instaurò la dittatura di Pinochet (1973-1990), che era capo delle Forze Armate, il cui regime ha contato più di 40.000 vittime e almeno tremila morti, secondo il rapporto della Commissione Valech, divulgato nel 2011.

 

Come parte dell’omaggio, l’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP) e il Partito Comunista Cileno (PCCh) hanno posto corone di fiori davanti al busto di Allende, che si trova nella centrale Avenida de los Presidentes, nel Vedado, a L’Avana.

 

Hanno partecipato alla cerimonia l’ambasciatore del Cile a Cuba, Rolando Drago, il segretario generale del PCCh in Cuba, Alex Sosa, e la presidentessa dell’ICAP, Kenia Serrano, con vari membri del corpo diplomatico accreditato nell’Isola.

 

 

Grande corteo in Cile per ricordare le

vittime della dittatura di Pinochet

 

 

10.09.12 - www.granma.cu

 

 

Migliaia di persone hanno partecipato al corteo svoltosi nelle strade della capitale del Cile per ricordare le vittime del colpo di Stato del 1973, che spodestò il governo del presidente Salvador Allende.

 

La commemorazione, con la quale sono cominciate le attività per il 39º anniversario del golpe, si è conclusa nel Cimitero Generale, dove sono intervenute le forze antisommossa dei Carabinieri, con idranti e gas lacrimogeni.

 

“Questo è un corteo nel quale il popolo indica che non dimentica le sue vittime, che non dimentica le vittime di ieri, della dittatura fascista di Augusto Pinochet, e non dimentica neanche le vittime di questa transizione”, ha espresso ai manifestanti Lorena Pizarro, presidentessa del Gruppo dei Familiari dei Detenuti Scomparsi (AFDD).

 

Durante la dittatura (1973-1990) circa 35 mila persone furono torturate, uccise o fatte sparire, secondo quanto riportano i rapporti ufficiali.

 

Pizarro ha chiamato all’unità di tutte le forze politiche di sinistra ed ha segnalato che dallo scorso anno i loro “cuori sono pieni di orgoglio e speranza, nel vedere che il popolo si è svegliato ed ha detto basta alla continuazione del potere dittatoriale”.

 

“C’è una sola condizione che può fermare questa situazione criminale repressiva e terrorista, ed è l’unità del popolo. Se ci dividono non riusciremo a progredire”, ha esclamato la dirigente parlando ai partecipanti del corteo, che è cominciato a mezzogiorno nel centro di Santiago.

 

Pizarro ha sottolineato che sono molte di più le cose che uniscono la sinistra rispetto a quelle che la dividono, ed è su queste che bisogna concentrarsi ed avanzare.

 

“In questi 20 anni, se c’è stata una cosa che ha funzionato, è stata la politica di dividere i movimenti della società civile ed i partiti politici”, ha affermato.

 

La leader della AFDD ha incitato il governo di Sebastián Piñera a portare il paese nella direzione per la quale è stato eletto, quindi “non per reprimere, non per rendere invisibili i diritti umani, ma per mettere fine all’impunità ed avanzare verso la verità e la giustizia”.

 

Il deputato del partito Comunista Hugo Gutierrez, una delle personalità che ha guidato il corteo, ha dichiarato ai mezzi d’informazione che le lotte sociali in atto sono destinate a subire la stessa violenza che nacque in seguito al colpo di Stato.

 

“E questo non è ciò che vogliamo, vogliamo che ci sia un compromesso statale, un compromesso dello Stato del Cile, affinché non avvenga mai più un genocidio nel nostro paese, uno sterminio di persone a causa delle loro idee”.

 

“Alleanza, Piñera, dalla stessa parte”, “Non si dimentica e non si perdona, a morte il fascismo”, “Il popolo non dimentica le sue vittime”, sono stati alcuni degli slogan del corteo, che si è disperso all’interno del cimitero nel mezzo degli scontri tra i carabinieri e gli studenti.