Il golpe “civile” in Paraguay
 

 

24.06.12 -  www.cubadebate.cu traduzione di Paola Flauto

 

 

LA GUERRA ETERNA

 

Il messaggio di commiato di Fernando Lugo aiuta a comprendere alcuni dei punti chiave della sua destituzione attraverso un giudizio politico approvato dal Congresso. Il presidente paraguaiano contava con pochi amici tra i partiti dell’oligarchia che hanno controllato la vita politica del paese negli ultimi decenni, inclusi i lunghi periodi in cui la difesa dei loro interessi ed il contesto internazionale permettevano l’instaurarsi di una dittatura.

 

Quanto più Lugo ha cercato di avvicinarsi a questi gruppi più si é avvicinato alla sua destituzione.

 

L’elemento scatenante della crisi è stata la nomina di un politico del Partito Colorado a Ministro dell’Interno. Quest’azione di supposta apertura è stata percepita come segno di debolezza. I colorados ed i liberali hanno proceduto a dare le ultime rifiniture legali ad un golpe di Stato civile.

 

La destra ha promosso la destituzione di Lugo nonostante i suoi interessi non fossero realmente minacciati da Lugo.

 

“Gli esportatori di Soia in Paraguay pagano solo il 3% di tasse, mentre in Argentina pagano più del 30 %, sostiene Rodríguez. “ Non è riuscito a fare grandi cose per la riforma agraria, ma é riuscito ad impiantare un sistema sanitario che ha permesso alla maggior parte della popolazione di ottenere servizi medici in maniera gratuita. Ha concesso inoltre sussidi per più di 20000 famiglie che vivono in povertà estrema ed ha portato colazione e pranzo gratis nelle scuole pubbliche”, aggiunge Óscar Rodríguez (economista e professore dell’Università Cattolica di Asunción).

 

Il massacro di Curuguaty – lo sgombro di una azienda agricola occupata dove morirono undici contadini e sei poliziotti – ha procurato i motivi politici che mancavano. I poliziotti stavano compiendo un ordine giudiziario più che polemico: stava difendendo i diritti di un imprenditore quando realmente le terre erano proprietà dello Stato.

 

Non deve stupire più di tanto perchè il Paraguay è un paese in cui un giudice può arrivare mentendo al Tribunale Supremo e dichiarare di essere sotto pressione, di aver sofferto un lapsus mentale o di aver agito sotto l’effetto di farmaci.

 

L’editoriale del quotidiano ABC Color (Anti Lugo) rende palese che, per l’oligarchia, l’unico inconveniente dell'aver violentato la decisione delle urne è che si producano disturbi nelle strade. Se ciò non accadesse, dimostrerebbe che i cittadini “sono maturi dal punto di vista civico”. La lezione che hanno imparato è: avremmo dovuto espellere Lugo dal potere molto tempo prima. Questo è il messaggio più attraente di forze politiche che si considerano democratiche.

 

Il golpe è una pessima notizia per la democrazia liberale in America Latina. Conferma a sinistra l’idea che non ci sono possibilità di un cambiamento sociale profondo senza il controllo delle istituzioni giudiziarie e dei mezzi di comunicazione.

 

Vincere le elezioni non vale niente. E non è necessario, anzi risulta addirittura controproducente, arrivare ad accordi con partiti politici di diversa ideologia.

 

Hugo Chávez si sentirà rivendicato e utilizzerà di sicuro quello che è successo in Paraguay nella sua campagna elettorale. Nessun politico ha voglia di terminare come Fernando Lugo.

 

 

13.30

 

 

Un dettaglio per niente irrilevante che avevo tralasciato.

 

Il principale propulsore del giudizio politico contro Lugo fu Horacio Cartes, un imprenditore che aspira a diventare il candidato del Partito Colorado nelle prossime elezioni presidenziali.

 

Temeva che il presidente avrebbe appoggiato il suo rivale nelle primarie interne o che avrebbe ordinato al Ministro dell’Interno di rendere pubblici i sospetti molto gravi sui vincoli di Cartes con il contrabbando ed il narcotraffico. Anche se per la verità, più che sospetti, si tratta di fatti confermati.

 

Cartes compariva nei documenti diplomatici nordamericani distribuiti da Wikileaks.

 

La DEA ha investigato sull’imprenditore per riciclaggio di denaro sporco.

 

Un presidente che ha fatto affari con i narcotrafficanti sarebbe un gran passo in avanti nella “istituzionalità” del Paraguay, così come è stata definita dai fautori della fine della presidenza di Lugo.