La missione permanente di Cuba alle Nazioni Unite ha denunciato i danni provocati al settore esterno dell’economia del paese dal blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti.
Solo nel 2011 le perdite sono state di 3.553 milioni 602 mila 645 dollari, che rappresentano un incremento del 15% rispetto all’anno precedente, ha spiegato la sede diplomatica cubana in un comunicato.
Questa cifra si eleva al 20% considerando i mancati introiti per le esportazioni di beni e servizi, puntualizza la nota.
Aggiunge inoltre che nello stesso periodo, le perdite dovute all’impossibilità di utilizzare il dollaro statunitense nelle transazioni esterne di Cuba sono aumentate del 57%.
Allo stesso modo sono aumentati i danni risultanti da fondi ritirati, rotture di contratti e litigi, segnala il testo distribuito dalla rappresentanza cubana alla ONU.
L’impatto negativo del blocco nordamericano ha anche danneggiato, per un importo di 1300 milioni di dollari, il settore del turismo dell’Isola a causa delle restrizioni imposte ai viaggi dei cittadini statunitensi verso Cuba.
Tra una settimana, l’Assemblea Generale valuterà per il ventunesimo anno consecutivo un progetto di risoluzione presentato da Cuba che esige la fine dell’assedio nordamericano.
Durante il recente dibattito annuale di alto livello dell’Assemblea Generale della ONU, i rappresentati di 45 paesi hanno chiesto esplicitamente la fine del blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba.
Questa misura extraterritoriale ha provocato un danno economico, calcolato fino a dicembre del 2011, di 1066mila milioni di dollari, considerando la svalutazione del dollaro di fronte al valore dell’oro nel mercato internazionale.