L’ex prigioniero di Guantanamo, Moazzam Begg, insieme al difensore dei diritti di quelli che continuano reclusi, Assim Qureshi, rivelano i segreti più profondi dello storico carcere in un’intervista con Julian Assange.
10 anni fa la guerra contro il terrorismo portò all’apertura di Guantanamo, dove ancora rimangono 169 prigionieri, del totale di 779 che sono stati imprigionati dalla sua abilitazione come centro di detenzione per sospetti di attività terroristiche.
Dopo avere passato vari anni nella prigione,
Moazzam Begg è stato liberato nel 2005 senza nessuna accusa. Insieme ad Assim Qureshi, ora ex avvocato societario, realizza una campagna per altri detenuti in questa guerra, attraverso l’organizzazione islamica pro diritti umani ‘Cageprisioners‘ o ‘Gabbia di prigionieri ‘.
L’impero della legge ed un giudizio giusto sono gli obiettivi centrali nella loro campagna.
Con la forza
Dietro le sbarre di Guantanamo, Begg firmò una confessione ammettendo che era armato e disposto a lottare insieme ai Talebani ed ad Al Qaeda contro gli USA, ma, ha detto, “solo dopo essere stato ammanettato e colpito davanti alle foto dei miei figli, mentre ascoltava le grida di una donna al lato, mentre mi facevano credere che era mia moglie.”
Le rivelazioni del sito web WikiLeaks sulla gran quantità di civili innocenti che non hanno nessun vincolo con organizzazioni terroriste, rappresentò un colpo alla reputazione degli USA, ma il carcere rimane aperto.
Il presidente statunitense, Barack Obama, non solo ruppe la sua promessa pre-elettorale di chiudere Guantanamo, ma promulgò la polemica Legge di Autorizzazione di Difesa Nazionale che permette la custodia militare di persone sospettose di terrorismo senza avere accuse né aspirare ad un giudizio.
Assange ed i suoi intervistati analizzano la situazione che vivono i mussulmani in tutto il mondo dopo l’11-S, la linea sottile tra il terrore e l’autodifesa e l’opinione decisa di Begg su che Obama ha ceduto passo ad un’era nella quale “l’esecuzione extragiudiziale” rimpiazza “la detenzione extragiudiziale.”
La prima edizione del programma di Russia Today presentato dal fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, si inaugurò il 17 aprile, data in quella che si compierono 500 giorni dal blocco finanziario al sito web specializzato in filtrazioni, e causò una vera sensazione in tutto il mondo.
Nella cornice della serie di programmi che conta con 10 capitoli, Assange conversa con iconoclasti, analisti ed esperti del potere, con l’intenzione di analizzare il futuro della comunità mondiale.
guarda l’intervista completa qui