Manifestazione di Solidarietà con Cuba

 

E per la liberazione dei Cinque cubani detenuti negli USA

 

 

29 ottobre 2012 - www.granma.cu
 

 

Oltre duemila persone hanno manifestato nella città di Milano, per ricordare il 50° anniversario della morte del giovane studente Giovanni Ardizzone, caduto durante una manifestazione in difesa di Cuba durante la crisi dei Missili nel 1962.

 

I partecipanti alla manifestazione nazionale del 27 ottobre 2012, hanno espresso la loro solidarietà alla Rivoluzione Cubana, hanno marciato per chiedere la libertà dei Cinque antiterroristi cubani detenuti negli Stati Uniti e contro il terrorismo internazionale.

 

Alla fine del lungo corteo,è stata scoperta una targa in memoria di Giovanni Ardizzone e i manifestanti hanno potuto ascoltare le parole dei rappresentanti delle istituzioni italiane che hanno organizzato la manifestazione, tra loro, il Presidente dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia - Cuba, Sergio Marinoni.

 

Hanno concluso gli interventi, l'Ambasciatrice della Repubblica di Cuba, Carina Soto Aguero e l’emotivo intervento di Ailì Labanino, figlia di Ramon Labanino, uno dei Cinque antiterroristi cubani prigioniero da 14 anni nelle prigioni statunitensi. La giovane cubana ha portato il saluto di suo padre ed ha letto un messaggio dei Cinque inviato appositamente per la manifestazione.

 

 

 

Nella Crisi di Ottobre: ​​Giovanni Ardizzone,

 

sangue italiano per Cuba

 

 

28 ottobre 2012 - Eugenio Suarez Perez www.cubadebate.cu
 

 

 

 

Il nome di Giovanni Ardizzone, un giovane studente di medicina assassinato 50 anni fa nella Piazza del Duomo di Milano, continua a unire italiani e cubani nella lotta per rafforzare l'opera della Rivoluzione.

Nell'ottobre 1962, la pace mondiale era minacciata da una guerra di conseguenze imprevedibili per l'umanità. Cuba viveva momenti di tensione e era pronta ad affrontare l'invasione delle forze armate statunitensi. La complessa situazione della cosiddetta Crisi di Ottobre si acutizzava. In tutto il mondo furono organizzate azioni di solidarietà con Cuba e di condanna del governo degli Stati Uniti. In Italia, molte città aderirono a questa giusta protesta e centinaia di uomini e donne scesero in piazza chiedendo la fine delle minacce contro Cuba e di porre fine al blocco.

Il 27 ottobre 1962, in una manifestazione in difesa della Rivoluzione cubana, fu assassinato a Milano, Giovanni Ardizzone.
 


Chi era Giovanni Ardizzone?
 


Giovanni Ardizzone nacque nel 1941 a Castano Primo, una piccola città della regione Lombardia a nord di Milano. Unico figlio di una coppia di specialisti in Farmacia, i genitori gli diedero una buona educazione. Crebbe in un sano ambiente studentesco e proletario, nel quale cominciò a conoscere gli ideali del movimento operaio e divenne un attivo militante comunista.

Quando lo assassinarono, Giovanni Ardizzone aveva solo 21 anni e studiava presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia all'Università di Milano, era al secondo anno di corso.

Sabato 27 ottobre 1962, uno dei giorni più pericolosi della Crisi di Ottobre, la Camera del Lavoro di Milano organizzò una protesta pacifica per l'aggressione del governo USA contro Cuba. Dopo le parole di uno dei leader dei lavoratori, iniziò la sfilata per il centro storico della città di Milano. I manifestanti portavano cartelli, cantavano inni e marce e gridavano slogan: "Indipendenza per Cuba", "Cuba sì, yankee no", "Pace, pace", "Disarmo", "Fuori la base USA" ...

Arrivati ​​alla Piazza del Duomo, il corteo fu intercettato da un comando di carabinieri nel tentativo di disperderlo. Il Terzo Battaglione Celere - corpo speciale di intervento - cominciò con i suoi veicoli militari a girare intorno ai manifestanti. Mentre forze di carabinieri, armati di bastoni, tendevano un forte cordone intorno a loro. In primo luogo, ordinarono loro di andarsene, poi caricarono violentemente la folla, colpendo indistintamente uomini e donne che sfilavano pacificamente.

Uno dei veicoli, deliberatamente, si lanciò contro coloro che guidavano la manifestazione, lì c'era Giovanni Ardizzone, che fu travolto con altri due manifestanti: Giordino Nicola, 38 anni, e Luigi Scalmana, di 57. Giovanni morì poco dopo, a causa delle percosse. Diventava così la prima vittima nelle decine di manifestazioni che, nei giorni precedenti, avevano evidenziato il rifiuto del popolo italiano agli atti aggressivi del governo degli Stati Uniti contro Cuba.

La popolazione milanese reagì all'aggressione della polizia e scese in strada con bastoni e pietre, costringendo diverse veicoli a ritirarsi. La sera e la domenica 28, gruppi di manifestanti denunciarono l'assassinio del giovane. Questo giorno, una folla impressionante di popolo si concentrò in Piazza del Duomo, depositando fiori e manifesti che denunciavano gli autori dell'omicidio. Il Ministero degli Interni e la stampa reazionaria cercarono di nascondere le vere cause della morte, trattandolo come un semplice incidente stradale.

Lunedì 29, gli operai delle fabbriche di Milano scesero in sciopero, mentre le lezioni nelle università e nelle scuole medie vennero interrotte. Martedì 30, una immensa manifestazione collocò il ritratto del giovane assassinato insieme a una corona di fiori presso il Sacrario dedicato ai Caduti della Resistenza, dove continuò il pellegrinaggio popolare con persone provenienti da tutta la Lombardia.

Un grande corteo accompagnò il funerale da Milano sino alla sua terra natale. A Castano Primo, il popolo era in attesa di unirsi al pellegrinaggio che andava, per le strade, protestando contro l'assassinio dello studente di Medicina morto e gridando viva la Rivoluzione cubana.
 


Il ricordo di Giovanni Ardizzone
 


La memoria della studente di medicina è diventato un simbolo dell'imperitura amicizia tra italiani e cubani. A Cuba, quando si fondò il Politecnico della Salute nell' Isola della Gioventù è stato dato il nome di Giovanni Ardizzone. Dopo diversi anni, questo centro dove si studiava tecnologia sanitaria, si fuse con la Facoltà di Medicina e il nome non accompagnò la nuova struttura che si creva.

Nel corso del 1994 e 1995, il museo Marcia del Popolo Combattente, nel municipio Playa dell'Avana, contò sulla solidarietà della brigata di lavoro volontario Giovanni Ardizzone, organizzata da ASI-CUBA. Brigate provenienti  da Verona, Perugia e altre città italiane dell'Umbria ed Emilia Romagna, hanno lavorato nella ristrutturazione del museo e altri centri del municipio. Il museo Marcia del Popolo Combattente custodisce ritratti di Ardizzone e documenti, come parte della memoria storica del nostro popolo.

Dalla Lombardia, gemellata con la provincia di Las Tunas, membri dei circoli dell'Associazione Amicizia Italia-Cuba, AAIC, viaggiano almeno due volte l'anno, con una brigata di lavoro volontario che porta anch'essa il nome di
Brigata di lavoro Giovanni Ardizzone. Nel luglio 2002, i brigatisti, guidati da Sergio Nessi, presidente dell'AAIC nella regione Lombardia  e organizzatore in Italia del primo Comitato per la Liberazione dei Cinque Eroi Prigionieri dell'Impero, hanno lavorato nella Casa per Minorati Fisici e Mentali di Las Tunas. In questa giornata di solidarietà e lavoro, italiani e cubani si unirono nella Facoltà di Scienze Mediche di questa provincia per collocare una targa il cui testo ricorderà il giovane per sempre:


 

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Il 27 di ottobre 1962 a Milano (Italia)

in una manifestazione in difesa della Rivoluzione Cubana

cadeva assassinato lo studente di Medicina  di 22 anni

GIOVANNI ARDIZZONE

Nel 40° anniversario della sua morte

L'Associazione di Amicizia Italia - Cuba della Regione Lombardia

e l'Istituto Cubano di Amicizia tra i Popoli

ricordano questo giovane che non divenne mai medico.

Qui dove nascono e si formano i medici del futuro.

 


Quest'anno, l'Associazione di Amicizia Italia-Cuba, in collaborazione con la Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, ARSI, ANPI e le rete antifascista milanese  hanno convocato per il 27 ottobre una manifestazione contro tutte le guerre e il terrorismo in memoria di Giovanni Ardizzone. Hanno anche annunciato che si svelerà una targa del Comune di Milano, in Piazza Duomo di quella città, come omaggio al giovane italiano.

In quei gloriosi giorni del 1962, il poeta Ángel Augier, in una poesia dedicata a Giovanni Ardizzone, il 29 ottobre, scrisse: Ma fin qui sei siete arrivato punto / caro compagno, / sei in Cuba per sempre / vivo nel sangue di questo popolo.

Ringraziamo la collaborazione dei giornalisti italiani Gianfranco Ginestri e Gioia Minuti nella stesura di questo articolo.

 

 

En la Crisis de Octubre: Giovanni Ardizzone, sangre italiana por Cuba

Eugenio Suárez Pérez

El nombre de Giovanni Ardizzone, un joven estudiante de medicina asesinado hace cincuenta años en la Plaza de la Catedral de Milán, sigue uniendo a italianos y cubanos en la lucha por fortalecer la obra de la Revolución.

En octubre de 1962, la paz mundial estaba amenazada por una guerra de consecuencias imprevisibles para la humanidad. Cuba vivía momentos de tensión y estaba preparada para enfrentar la invasión de las fuerzas armadas estadounidenses. La compleja situación de la denominada Crisis de Octubre se agudizaba. En todo el planeta fueron organizados actos de solidaridad con Cuba y de condena al gobierno de Estados Unidos. En Italia, numerosas ciudades se incorporaron a este justo reclamo y cientos de hombres y mujeres salieron a las calles pidiendo el cese de las amenazas contra Cuba y el fin del bloqueo.

El 27 de octubre de 1962, en una manifestación en defensa de la Revolución cubana, fue asesinado en Milán, Giovanni Ardizzone.

¿Quién era Giovanni Ardizzone?

En Castano Primo, una pequeña ciudad de la región de Lombardía situada al norte de Milán, en 1941 nació Giovanni Ardizzone. Hijo único de un matrimonio de especialistas en Farmacia, sus padres le prodigaron una esmerada educación. Creció dentro de un sano ambiente estudiantil y proletario, en el cual comenzó a conocer los ideales del movimiento obrero y llegó a ser un activo militante comunista.

Cuando lo asesinaron, Giovanni Ardizzone solo tenía 21 años de edad y estudiaba en la Facultad de Medicina y Cirugía en la Universidad de Milán, el segundo año de la carrera.

El sábado 27 de octubre de 1962, uno de los días más peligrosos dentro de la Crisis de Octubre, la Cámara del Trabajo de Milán organizó una pacífica manifestación de protesta por la agresión del gobierno norteamericano contra Cuba. Después de las palabras de uno de los dirigentes obreros, comenzó el desfile por el centro histórico de la ciudad de Milán. Los manifestantes portaban carteles, coreaban himnos y marchas y gritaban consignas: “Independencia por Cuba”, “Cuba sí, yankis no”, “Paz, Paz”, “Desarme”, “Fuera la base norteamericana”…

Al arribar a la Plaza de la Catedral, el desfile fue interceptado por un comando de carabineros en un intento por dispersarlo. El Tercer Batallón de la Célere -cuerpo especial de intervención-, comenzó con sus vehículos militares a dar vueltas en torno a los manifestantes. Mientras que fuerzas de carabineros, armadas de bastones, tendieron un fuerte cordón alrededor de ellos. Primero, los conminaron a retirarse; después, cargaron violentamente contra la multitud, golpeando indiscriminadamente a los hombres y mujeres que marchaban pacíficamente.

Uno de los vehículos, deliberadamente, se lanzó contra los que encabezaban la manifestación, allí estaba Giovanni Ardizzone, quien fue atropellado junto a otros dos manifestantes: Nicola Giordino, de 38 años, y Luigi Scalmana, de 57 años. Giovanni murió un rato después, a causa de los golpes recibidos. De esta forma se convertía en la primera víctima, en las decenas de manifestaciones que, en los últimos días, habían demostrado la repulsa del pueblo italiano a los actos agresivos del gobierno estadounidense contra Cuba.

La población milanesa reaccionó a la agresión de la policía y se lanzó a la calle con piedras y palos, obligando a varios vehículos a retirarse. En horas de la noche y el domingo 28, grupos de manifestantes denunciaron el asesinato del joven. Este día, una multitud impresionante de pueblo se concentró en la Plaza de la Catedral, depositando flores y carteles que denunciaban a los autores del asesinato. El Ministerio del Interior y la prensa reaccionaria trataron de ocultar las causas reales de la muerte, informándolo como un simple accidente de tránsito.

El lunes 29, los obreros de las fábricas de Milán se declararon en huelga, al tiempo que las clases en las universidades y escuelas de enseñanza media también se interrumpían. El martes 30, una inmensa manifestación colocó el retrato del joven asesinado junto a una corona de flores en el Sagrario dedicado a los Caídos por la Resistencia, donde continuó la peregrinación popular con personas procedentes de toda Lombardía.

Un gran cortejo acompañó el funeral de Ardizzone desde Milán hasta su suelo natal. Al llegar a Castano Primo, el pueblo los estaba esperando para sumarse a la peregrinación que iba por las calles protestando contra el asesinato del estudiante de Medicina muerto y dando vivas a la Revolución cubana.

El recuerdo de Giovanni Ardizzone

La memoria del estudiante de Medicina se ha convertido en símbolo de la imperecedera amistad entre italianos y cubanos. En Cuba, cuando se fundó el Politécnico de la Salud en la Isla de la Juventud se le puso el nombre de Giovanni Ardizzone. Luego de varios años, este centro donde se estudiaban carreras de tecnología de la salud, se fusionó con la Facultad de Medicina y el nombre no acompañó a la nueva estructura que se creaba.

Durante los años 1994 y 1995, el museo Marcha del Pueblo Combatiente, del capitalino municipio de Playa, contó con la ayuda solidaria de la brigada de trabajo voluntario Giovanni Ardizzone, organizada por Así-CUBA. Brigadistas procedentes de Verona, Perugia y otras ciudades italianas de las regiones de Umbría y Emilia Romagna, trabajaron en la remodelación del museo y de otros centros del municipio. El museo Marcha del Pueblo Combatiente atesora retratos y documentos de Ardizzone, como parte de la memoria histórica de nuestro pueblo.

Desde Lombardía, hermanada con provincia de Las Tunas, miembros de los círculos de amistad de la Asociación de Amistad Italia-Cuba, AAIC, viajan al menos dos veces al año con una brigada de trabajo voluntario que también lleva por nombre Giovanni Ardizzone. En julio del 2002, los brigadistas, encabezados por Sergio Nessi, presidente de la AAIC en la región de Lombardía y organizador en Italia del primer Comité por la Liberación de los Cinco Héroes Prisioneros del Imperio, trabajaron en el Hogar de Impedidos Físicos y Mentales de Las Tunas. En esta jornada de solidaridad y trabajo, italianos y cubanos se unieron en la Facultad de Ciencias Médicas de esa provincia para colocar una tarja cuyo texto recordará al joven por siempre:

El 27 de octubre de 1962, en Milán (Italia), en una manifestación en defensa de la Revolución cubana, cae asesinado el estudiante de Medicina de 21 años Giovanni Ardizzone.

En el aniversario 40 de su muerte, la Asociación de Amistad Italia-Cuba de la región de Lombardía y el Instituto Cubano de Amistad con los Pueblos de Las Tunas recuerdan a este joven, que no llegó a ser médico, aquí donde nacen y se forman los médicos del futuro.

Este año, la Asociación de Amistad Italia Cuba, con la colaboración de la Cámara del Trabajo Metropolitana de Milán, ARSI, ANPI y las redes antifascistas milanesas se ha convocado, para el 27 de octubre, una manifestación contra todas las guerras y contra el terrorismo en memoria de Giovanni Ardizzone. También anuncian que se develará una tarja de la Comuna de Milán, en la plaza de la Catedral de esa ciudad, como homenaje al joven italiano.

En aquellos gloriosos días de 1962, el poeta Ángel Augier, en un poema dedicado a Giovani Ardizzone, el 29 de octubre, escribió: Pero hasta aquí has llegado / querido camarada, / ya estás en Cuba para siempre / vivo en la sangre de este pueblo.

Agradecemos la colaboración de los periodistas italianos Gianfranco Ginestri y Gioia Minuti en la redacción de este artículo.