In occasione del recente Censimento della Popolazione e delle Case a Cuba, alcuni blogger cubani hanno fatto notare che le schede approntate denunciavano un atteggiamento omofobico e discriminante.
Ha dato il segnale d’allarme un giovane giornalista di Sagua la Grande che nel suo sito El Nictálope, ha fatto notare che nel manuale del personale incaricato di raccogliere le risposte richieste per il Censo, figurava una nota aggiunta a mano che indicava che per “coppie” si dovevano considerare solo quelle di sesso diverso.
La questione serpeggiava già nella comunità LGBT (Lesbiche,Gay, Bisessuali, Transessuali) che nella sua rete di blogger denunciava i pregiudizi degli organizzatori del Censo; in molti casi la comunità ha cercato di spiegare agli intervistatori, in generale studenti delle superiori o universitari come e perché la discriminazione a causa delle preferenze sessuali viola i diritti umani e i principi della democrazia.
Questa battaglia si è svolta sugli impulsi elettronici di
Internet e di Intranet (la rete interna cubana) e
difficilmente è trascesa sui mezzi di informazione
ufficiali, ma il giornalista Francisco Rodríguez Cruz,
attivista per i Diritti alla Diversità Sessuale a Cuba, che
ha un suo blog intelligente e provocatorio, Paquito, el
de Cuba, ha scritto un articolo molto informato e
motivato in cui fa il punto dell’accettazione o rifiuto
sociale del riconoscimento dei diritti dei sessualmente
diversi.
Il giornalista sostiene che ormai “nonostante le severe restrizioni tecnologiche per l’accesso massiccio a Internet, l’attivismo LGBT ha trovato nella blogsfera cubana un luogo per esprimere le proprie opinioni” che costituisce “l’unica via, per il momento, per l’auto riconoscimento pubblico di persone che accettano senza complessi né falsità il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere non egemonica, il che si trasforma non solo in un modo di liberazione individuale, ma anche in una sorta di militanza, impegno e guida”. Francisco Rodríguez riconosce l’importanza del lavoro del Centro Nacional de Educación Sexual (CENESEX) che stimola lo Stato a prestare attenzione alle richiesta della comunità LGBT, anche se, sconsolatamente, prende atto che nella Assemblea del Poder Popular di dicembre, il Parlamento cubano non ha messo all’ordine del giorno la riforma del Codice di Famiglia, molto atteso.
Eppure, sembra di poter dire che la società civile cubana, in questo campo, stia più avanti del legislatore, ne è un esempio il caso di Adela l’infermiera, per l’anagrafe José Agustín Hernández González, eletta il 4 novembre nella circoscrizione di Caibarén, provincia di Villa Clara, come Delegata all’Assemblea Municipale del Poder Popular. Adela è una transessuale che ha dovuto combattere la discriminazione all’interno della sua famiglia, ha dovuto abbandonare la natia Sagua la Grande per rifarsi una vita lontano, nelle sue vesti femminili, anche se, per la sua candidatura all’Assemblea Provinciale, ha dovuto posare in abiti maschili. Da 28 anni è stimata e rispettata per il suo lavoro di infermiera e come leader del suo Comité de Defensa. Ha dichiarato dopo la sua elezione: “Con l’immensa lista di cose ottenute o di momenti sconsolanti, vado da casa al lavoro e viceversa. La mia missione è quella di ascoltare i vicini. Non importa quello che dicono, né perché litigano. Cercare di capirli nelle loro liti e zuffe fra vicini mi pare molto importante”. In quanto Delegata, Adela può candidarsi alle prossime elezioni del Governo Provinciale e in seguito aspirare al Parlamento che riserva il 50% dei seggi ai delegati di base.