La
mal chiamata Radio Marti,
nel suo affanno di
magnificare tutti i
fatti che convengono agli
interessi dei nemici della
Rivoluzione cubana, sta
divulgando per tutte le sue
vie che il quotidiano di
Madrid 'El Pais', ha
nominato come sua
corrispondente all'Avana la
mercenaria Yoani Sanchez.
Non c'è da stupirsi che il
quotidiano spagnolo,
seguendo l'esempio dei mezzi
di comunicazione di Miami,
abbia anche voluto
mettere il suo approfittando
della
visita
a Cuba di Papa Benedetto XVI.
Un mezzo di comunicazione
che si rispetti non
incorpora nel suo organico
una persona che serve una
potenza straniera per soldi,
che mente deliberatamente e
che nega gli aspetti più
autentici della cultura
cubana, attraverso la
cospirazione con il nemico
storico della nazione, come
hanno dimostrato le
rivelazioni di Wikileaks e
le dichiarazioni dell'ex
capo dell'Ufficio di
Interessi degli Stati Uniti
a L'Avana.
La
realtà quotidiana di Cuba
non ha nulla a che vedere
con ciò che viene pubblicato
in Generazione Y, il blog di
Sanchez sponsorizzato e
finanziato da una macchina
che traduce i suoi testi in
più di 20 lingue, e solo
attraverso premi e
pubblicazioni le ha già
consegnato più di 200000 $.
Sarà che la ciber legionaria
cubana desidera aggiungere
al proprio reddito il
salario di El Pais in cambio
di notizie come la
falsa sparatoria
che ha recentemente
riportato per Radio Martí?
Se è così, presto vedremo
notizie simili a quelle di
costruire dal nulla una
raffineria di petrolio a
Cuba e confondere la tortura
con la resistenza, o quella
pubblicata il 13 giugno
2011, dal titolo "Il Governo
di Raul Castro riduce in un
14% l'area sanitaria, Cuba
rafforza la sua politica di
austerità e mette in
pericolo le conquiste
sociali" distorcendo le
modifiche introdotte per
rendere più valido e robusto
il sistema sanitario cubano.
Come è noto, il giornale del
gruppo PRISA non ha occhi
per
percepire le percosse
e i maltrattamenti da parte
della polizia in varie città
spagnole, agli indignati
colpiti dalla crisi di un
sistema che nega loro il
lavoro, l'assistenza
sanitaria gratuita e una
vita dignitosa; né per gli
effetti del
criminale blocco
che colpisce il popolo
cubano, e meno ancora per
capire che l'aggiornamento
del modello economico cubano
non cerca - come i tagli di
moda in tutta Europa - di
beneficiare politici e
banchieri, ma rafforzare le
conquiste sociali raggiunte.
Avviene
anche qualcosa di strano;
perchè nella relazione dei
corrispondenti pubblicati
dal quotidiano di Madrid,
non appare la signora
Sanchez? Potrebbe essere che
qualcuno si é accorto che
col calibro della
corrispondente che, secondo
RM, 'El Pais' ha nominato a
L'Avana, quelli di PRISA
certificano la menzogna nel
loro profilo editoriale?
¿”El País” certifica
la mentira en su perfil editorial?
Omar Pérez Salomón
La mal llamada Radio Martí, en su afán de magnificar todos los hechos que
convienen a los intereses enemigos de la Revolución cubana, está divulgando por
todas sus vías que el periódico madrileño El País, ha nombrado como su
corresponsal en La Habana a la mercenaria Yoani Sánchez.
No es de extrañar que este cotidiano español, siguiendo el ejemplo de los medios
de comunicación miamense, también haya querido poner lo suyo aprovechando la
visita a Cuba del Papa Benedicto XVI.
Un medio de comunicación que se respete no se le ocurre incorporar en su
plantilla a una persona que sirva a una potencia extranjera a cambio de dinero,
que miente deliberadamente y que niegue los aspectos más auténticos de la
cultura cubana, a través de la conspiración con el enemigo histórico de la
nación, como han demostrado las revelaciones de Wikileaks y declaraciones del ex
jefe de la Oficina de Intereses de Estados Unidos en La Habana.
La realidad diaria de Cuba no tiene nada que ver con lo que se publica en
Generación Y, el blog de Sánchez promovido y financiado por una maquinaria que
traduce sus textos a más de 20 idiomas, y sólo a través de premios y ediciones
ya le ha entregado más de 200 000 dólares. ¿Será que la ciberlegionaria cubana
quiere sumar a sus ingresos el salario de El País a cambio de noticias como el
falso tiroteo que recientemente reportó para Radio Martí?
De ser así, ya veremos noticias similares a la de construir de la nada una
refinería de petróleo en Cuba y confundir la tortura con la resistencia, o la
publicada el 13 de junio de 2011, que titula “El Gobierno de Raúl Castro reduce
en un 14% el área sanitaria, Cuba refuerza su política de austeridad y pone en
peligro los logros sociales“, tergiversando los cambios introducidos para hacer
más viable y robusto al sistema de salud cubano.
Como se conoce, el diario del grupo PRISA no tiene visión para percibir las
golpizas y maltratos de la policía en varias ciudades españolas, a los
indignados afectados por la crisis de un sistema que les niega trabajo, salud
gratuita y una vida digna; tampoco para los efectos del criminal bloqueo que
afecta al pueblo cubano y mucho menos para entender que la actualización del
modelo económico cubano no busca -como los recortes de moda en toda Europa-
beneficiar a políticos y banqueros, sino fortalecer los logros sociales
alcanzados.
Aunque algo raro sucede, porque en la relación de corresponsales que publica el
diario madrileño aún no aparece la señora Sánchez. ¿Será que alguien se ha
percatado de que con la calaña de la corresponsal que, según RM, El País ha
nombrado en La Habana, los de PRISA certifican la mentira en su perfil
editorial? |